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NELLA GIUSTA PROSPETTIVA

Antonio di Padova, un santo per capire il valore della Croce

Sant’Antonio di Padova è famoso per i suoi miracoli ed è particolarmente invocato per ritrovare le cose perdute. Ma la sua vastissima opera aiuta soprattutto a volgere lo sguardo verso la Croce e a capire “quanto grandi siano la tua dignità umana e il tuo valore”, valsi il sangue del Figlio di Dio.

Ecclesia 13_06_2021

Sant’Antonio di Padova (1195-1231) era d’origine portoghese, nato a Lisbona con il nome di Fernando. Dopo l’ordine agostiniano entrò nei francescani, dove si fece conoscere per la santità di vita e per le sue doti di predicatore. Ebbe anche l’opportunità di incontrare il fondatore del suo ordine, san Francesco di Assisi. Morì a Padova, città con cui aveva potuto stabilire un rapporto privilegiato.

Sant’Antonio è uno dei santi più popolari fra la gente devota, soprattutto per la sua fama di santo miracoloso. Già in vita gli furono attribuiti diversi prodigi e dopo la sua morte la gente lo invocherà spesso per chiedere di intercedere per le grazie più svariate. Sant’Antonio è anche il santo che, nella devozione popolare, aiuta a ritrovare le cose perdute: “Sant’Antonio, glorioso servo di Dio, famoso per i tuoi meriti e i potenti miracoli, aiutaci a ritrovare le cose perdute; dacci il tuo aiuto nella prova; e illumina la nostra mente nella ricerca della volontà di Dio. Aiutaci a trovare di nuovo la vita di grazia che il nostro peccato distrusse, e conduci noi al possesso della gloria promessaci dal Salvatore”, recita una preghiera in suo onore.

Non molti conoscono, al di fuori della famiglia francescana, un canto tipico della devozione a sant’Antonio, Si quaeris miracula. Il canto fu composto da fra Giuliano da Spira ed è parte dell’Officium rhythmicum S. Antonii, composto due anni dopo la morte del santo (1233). La melodia nel primo modo gregoriano è abbordabile anche per il fedele medio e il canto era senz’altro diffuso nei luoghi di devozione francescana e più specificamente antoniana. Il testo è molto vivido e significativo. Ecco cosa dice nella sua traduzione dall’originale latino: “Se cerchi i miracoli, ecco messi in fuga la morte, l’errore, le calamità e il demonio; ecco gli ammalati divenir sani. Il mare si calma, le catene si spezzano; i giovani e i vecchi chiedono e ritrovano la sanità e le cose perdute. S’allontanano i pericoli, scompaiono le necessità: lo attesti chi ha sperimentato la protezione del Santo di Padova. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen”.

Come vediamo, la fama di santo miracoloso di Antonio viene enfatizzata, così come la facoltà di far ritrovare le cose perdute. Secondo la tradizione popolare deve essere cantata o recitata per tredici volte per ottenere la grazia richiesta. Viene cantata nella basilica di Sant’Antonio a Padova ogni martedì.

Il 10 febbraio 2010 papa Benedetto XVI, in un’udienza dedicata al santo celebrato oggi, si soffermò tra l’altro su un brano della sua opera:

«Scrive sant’Antonio: “Cristo, che è la tua vita, sta appeso davanti a te, perché tu guardi nella croce come in uno specchio. Lì potrai conoscere quanto mortali furono le tue ferite, che nessuna medicina avrebbe potuto sanare, se non quella del sangue del Figlio di Dio. Se guarderai bene, potrai renderti conto di quanto grandi siano la tua dignità umana e il tuo valore... In nessun altro luogo l’uomo può meglio rendersi conto di quanto egli valga, che guardandosi nello specchio della croce” (Sermones Dominicales et Festivi III, pp. 213-214). Meditando queste parole possiamo capire meglio l'importanza dell'immagine del Crocifisso per la nostra cultura, per il nostro umanesimo nato dalla fede cristiana. Proprio guardando il Crocifisso vediamo, come dice sant'Antonio, quanto grande è la dignità umana e il valore dell'uomo. In nessun altro punto si può capire quanto valga l'uomo, proprio perché Dio ci rende così importanti, ci vede così importanti, da essere, per Lui, degni della sua sofferenza; così tutta la dignità umana appare nello specchio del Crocifisso e lo sguardo verso di Lui è sempre fonte del riconoscimento della dignità umana».

Una riflessione importante nel segno di sant’Antonio, nella giusta prospettiva dell’accettazione quotidiana della nostra croce.