Anticlericali bacchettoni
La bigotteria morale rimproverata per decenni ai cattolici fu in realtà condivisa e auspicata dai laicisti del dopoguerra...
La Fondazione del Corriere della Sera sta pubblicando alcune delle innumerevoli cose che emergono dalla esplorazione dei ricchissimi archivi del giornale. In una delle ultime pubblicazioni, si riportano alla luce scritti di Mario Borsa che fu il direttore del Corriere d’Informazione (così fu ribattezzato, per imposizione degli Alleati, il quotidiano di via Solferino) dopo la caduta del fascismo. Borsa fu tra i pochi giornalisti che si opposero davvero al regime, subendo persecuzione ed emarginazione. Era un liberale tutto d’un pezzo ed aderì a quel Partito d’Azione che riuniva la cultura laica se non laicista, in ogni caso anticlericale, che confluì poi nel Partito Radicale .
È, dunque, interessante il programma di Borsa per la direzione del Corriere, pubblicato nel dicembre del 1945. Eccone alcuni brani: «Dal punto di vista politico la stampa non deve mai soffrire il più piccolo vincolo mentre, dal punto di vista morale, dovremo introdurre misure ferme e severe (…) Per ciò che riguarda l’immoralità sarà bene tenere presente l’esempio dell’Inghilterra e dell’America, i due Paesi dove la libertà di stampa è religiosamente rispettata. In Inghilterra, chi pubblica in un giornale cose oscene è arrestato, gravemente multato, incarcerato e persino soggetto ai lavori forzati (…) In America vi è una legge che è, si può dire, eguale in tutti gli Stati ed è l’Obscene Literature Act, per cui chi scriva o commerci oscenità è tenuto in carcere sino a sei mesi e punito con una grave multa». Conclude questo liberale laicissimo: «Non c’è, in Inghilterra e in America un foglio qualsiasi che non possa andare in mano a una ragazza di famiglia (…) Questa è l’essenza del buon costume etico-politico».
Perché ricordo queste cose? Ma perché, proprio allora, cominciava quel predominio politico democristiano che tante volte è stato ed è bollato come portatore della intollerabile bigotteria morale dei cattolici. Gli italiani sarebbero stati oppressi per decenni da un’anacronistica repressione sessuale, voluta dai preti e messa in atto dalla longa manus democristiana. E invece, come mostrano le parole dell’azionista Borsa, amico e discepolo di Benedetto Croce, se “repressione“ ci fu, essa fu condivisa, anzi auspicata, pure dagli anticlericali. E l’ossessione della “lotta all’ oscenità“ non fu di certo cosa solo clericale ma unì tutto l’Occidente, a cominciare dalle protestanti Inghilterra ed America, portate dai liberali ad esempio di lodevole severità. Ecco, dunque, uno degli innumerevoli slogan anticattolici che non reggono all’esame dei documenti.