Annunciazione, istantanea di un imprevisto che accade
Nella sua Annunciazione Lorenzo Lotto sceglie di dipingere il momento stesso in cui tutto avvenne. E, cosi facendo, ci ha lasciato una sorta di istantanea di un imprevisto che accade. Un gatto e un'ombra i particolari di un realismo senza pari.
Lorenzo Lotto, L’Annunciazione, Recanati – Museo Civico
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te. Lc 1, 26
Dai primi secoli al presente le varianti con cui è stato riprodotto e immortalato l’istante del tempo in cui il Verbo si è fatto carne sono davvero infinite. Dalle semplici rappresentazioni che compaiono sulle pareti delle antiche catacombe, quale che fosse la fonte utilizzata dall’artista - i Vangeli Canonici di Matteo e, soprattutto, Luca piuttosto che i testi apocrifi - questo soggetto, tra i più cari all’arte sacra cristiana, è andato nei secoli strutturandosi sempre più, sia scenograficamente che simbolicamente. L’interpretazione che ne diede Lorenzo Lotto, che realizzò l’Annunciazione, si pensa intorno al 1534, per la nuova sede della Confraternita dei Mercanti di Recanati, oltre a essere considerato il suo quadro più famoso è di certo tra le più originali.
Ammirando quest’olio su tavola, 166 x 114 centimetri di grandezza, la prima impressione che si coglie è senz’altro una: l’immediatezza della scena. Il pittore nato in Laguna e migrato altrove per non sottostare all’ingombrante presenza di Tiziano, scelse di dipingere il momento stesso in cui tutto avvenne. E, cosi facendo, ci ha lasciato una sorta di istantanea di un imprevisto che accade.
Dio Padre irrompe dall’alto di una nuvola, le braccia decisamente tese a imporre la Sua benedizione sulla giovane donna. Gabriele, l’arcangelo, ha ancora i capelli mossi dal vento e con gesto eloquente indica l’autorità, l’ordine superiore alla Cui volontà nessuno può sottrarsi. Tiene nell’altra mano un giglio bianco, riconosciuto e riconoscibile simbolo della purezza di Maria.
La Vergine, a dispetto dello schema tradizionale, sta sulla sinistra e non, come di consueto, sulla destra. Non solo: da le spalle all’angelo ed è rivolta verso lo spettatore quasi a volerlo coinvolgere nel turbamento da cui è colta, espediente che, in verità, Lotto riprende proprio da una pala di Tiziano conservata nel Duomo di Treviso.
L’evento appare ancora più straordinario perché capita in un ambiente domestico, quotidiano: la stanza ordinata di una fanciulla, col letto a baldacchino, la candela, la cuffia da notte appesa alla parete di fondo, che si apre su un bellissimo giardino, anch’esso estremamente curato, con le siepi e gli alberi perfettamente potati. E’ l’hortus conclusus che rimanda al Paradiso Terrestre e, dunque, a un luogo inviolato quale il ventre di Maria, che è la Vergine e la Piena di Grazia. Uno spazio preciso e un momento del tempo, quello in cui tutto ebbe inizio, cui allude la clessidra poggiata sullo sgabello.
Due particolari evidenziano il realismo di questa rappresentazione: l’ombra che l’arcangelo proietta sul pavimento della stanza, che sottolinea la matericità della sua figura, e quel gattino che, la schiena arcuata e le zampe anteriori sollevate, scappa spaventato. C’è chi vi legge il simbolo del male che fugge: noi ci vediamo, piuttosto, un ulteriore accento di verità.
Perché un imprevisto può davvero accadere.