Anche San Valentino ostaggio della lobby gay
Da festa degli innamorati a festa dell'amore, per celebrare tutti gli "amori": così ad esempio per i musei statali che oggi offrono due ingressi al prezzo di uno. Chi difende a oltranza il significato originario è Terni, di cui san Valentino è anche patrono. E dove 120 coppie di fidanzati da tutta Italia hanno fatto la loro promessa.
Chi era San Valentino? E com’è nata questa festa in bilico tra sacro e profano, che rischia di essere stravolta? Secondo le fonti più accreditate, Valentino era un cittadino di Terni convertito alla fede cristiana, divenuto poi vescovo della città umbra dal 197. Conosciuto per la santità della vita, la carità e l’umiltà, lo zelante apostolato e i miracoli che fece, venne invitato a Roma da un certo Cratone, oratore greco e latino, perché gli guarisse il figlio infermo. Restituita la salute al giovane, lo convinse ad aderire al cristianesimo con tutta la famiglia, convertendo anche i greci studiosi di lettere latine Proculo, Efebo e Apollonio, che diverranno suoi devoti discepoli. L’imperatore Claudio II il Gotico, preoccupato per la sua crescente popolarità, gli chiese di abiurare, ma Valentino rifiutò, tentando anzi di convertire lo stesso imperatore. Claudio II lo fece arrestare ma poi lo graziò, affidandolo a una nobile famiglia. Valentino venne arrestato una seconda volta sotto Aureliano, succeduto a Claudio II, e morì decapitato il 14 febbraio 273.
La festa del 14 febbraio così come la conosciamo si concretizza due secoli dopo il martirio quando, nel 496, papa Gelasio I decise di sostituire alla festività pagana della fecondità (i lupercalia dedicati al dio Luperco), divenuta troppo licenziosa, una festa cristiana ispirata appunto a San Valentino, attribuendo al martire ternano la capacità di proteggere i fidanzati e gli innamorati, indirizzandoli al matrimonio cristiano, benedetto da Dio, e a un’unione allietata dai figli. Da questa vicenda sorsero poi alcune leggende.
Diffusasi negli ultimi secoli in tutto il mondo, pur perdendo un po’ di vista le sue radici religiose e cedendo alle lusinghe commerciali, la festa di San Valentino è rimasta sostanzialmente la “festa dei fidanzati”. Fino ad oggi. Ora si cerca di farla passare e la si promuove come “festa dell’amore”, per farla uscire dalla “gabbia” di una concezione eterosessuale tradizionale e considerata ormai superata.
Presentando l’iniziativa del “2x1” nei musei statali (si entra in due, ma pagando un solo biglietto), varata qualche tempo fa dal Ministero dei beni culturali, quest’anno nella fase di promozione si è sottolineato che non è un’agevolazione riservata ai soli innamorati, ma è aperta a tutti. Insomma, ci vai con chi vuoi, che tu sia etero, omo, o qualunque cosa: porta nei musei chi ami. Spot legato ad altri spot, tutti nella stessa direzione. Si pensi alla difesa di “tutti i colori dell’arcobaleno” operata al Festival di Sanremo dal cantante gay Mika, peraltro bravo e simpatico. C’è posto per “tutti i colori” è chiaro cosa significa…
Chi difende a oltranza il significato originario della festa degli innamorati è ovviamente Terni, patria di San Valentino, che è anche patrono della città. Nella basilica dedicata al santo domenica scorsa, 12 febbraio, in vista di San Valentino, si sono ritrovate, provenienti da tutta Italia, 120 coppie (normali, che pronunceranno il loro “sì” entro l’anno) per la promessa d’amore. Nella celebrazione presieduta dal vescovo, monsignor Giuseppe Piemontese, San Valentino è stato presentato come colui che testimonia ai fidanzati un amore fedele e paziente, attento, generoso e rispettoso.
«Avete fatto un pellegrinaggio fino a qui per promettere solennemente di amarvi con serietà, con fedeltà», ha detto il vescovo di Terni, «in vista di un momento in cui stabilire per sempre il vostro rapporto di amore e per invocare la protezione di San Valentino sul vostro amore, ma anche per proclamare alla Chiesa e al mondo che il vostro progetto di amore l’avete accolto come dono di Dio. Avete intuito, scoperto un amore grande, la preziosità di una persona che amate e che vi ama […]. Oggi avviate ufficialmente davanti a Dio, a San Valentino, alla comunità ecclesiale e civile, il percorso serio e fermo di realizzare il progetto di amore che Dio ha posto nel vostro cuore».
Ha aggiunto monsignor Piemontese: «Il fidanzamento è il periodo di prova, dello scegliersi, si cresce nella vita dell’amore ma anche nella vita cristiana, nella prospettiva dell’amore coniugale […] Siete qui oggi per dire grazie al Signore e per un rilancio del vostro rapporto e noi siamo qui come Chiesa a sostenere i vostri progetti e propositi e a confidare nell’aiuto di Dio per intercessione di San Valentino, perché il vostro amore sia fecondo e stabile. Un rapporto di amore e fedeltà che va custodito, protetto e arricchito giorno dopo giorno imparando a conoscervi, ad accogliere le vostre diversità di carattere e di gusti, a trasformare le incomprensioni e i dispiaceri in opportunità di crescita e di amore, con la consapevolezza della ricchezza e delicatezza del vostro amore, che va custodito, protetto. Non siate superficiali nel proteggere, rinnovare e custodire l’amore, altrimenti si perde. Occorre essere artigiani del proprio amore altrimenti diventa evanescente, e questo siete chiamati a farlo da cristiani, da battezzati». Ha precisato il vescovo di Terni: «Il cristiano è prima di tutto il discepolo di Gesù, non colui che osserva delle norme morali o religiose o che segue i criteri mondani correnti del benessere, del successo o del potere. Conquistati da Gesù, Chiamati da Lui innamorati di Gesù i cristiani seguono la via e lo stile del Maestro, che conduce a Dio Padre, indica percorsi di felicità. E per voi è un percorso da fare insieme, mano nella mano, in una relazione a due, nella quale è presente Gesù come alle nozze di Cana, che si allarga ed estende alle vostre rispettive famiglie, alla comunità ecclesiale, alla parrocchia».
Parole belle e forti, chiare. Che sembrano quasi appartenere a un altro tempo, a un’altra società. Parole che ci auguriamo di poter sentire ancora a lungo, non solo a Terni e non solo per la festa di San Valentino. Al di là di ogni possibile, futuro bavaglio.