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LE ALTRE ELEZIONI

Amministrative, Pentastellati sconfitti da Nord a Sud

L’exploit leghista alle europee ha avuto riscontri solo parziali nelle amministrative, dove gli elettori sembrano aver ragionato con criteri puramente territoriali. Un dato, invece, conferma la stessa tendenza delle europee: i pentastellati perdono praticamente ovunque e sono esclusi dai prossimi ballottaggi.

Politica 28_05_2019
voto alle amministrative

L’exploit leghista alle europee ha avuto riscontri solo parziali nelle amministrative, dove gli elettori sembrano aver ragionato con criteri puramente territoriali e non di appartenenza politica. Hanno cioè premiato quelli che ritenevano esempi di buon governo, a prescindere dall’area ideologica di riferimento. Non si spiegano altrimenti i successi al primo turno del centrosinistra a Firenze, Bergamo, Bari, e del centrodestra a Perugia. I Cinque Stelle, invece, perdono anche Livorno, che verrà assegnata al ballottaggio centrodestra contro centrosinistra tra due settimane.

Dei circa 3.800 comuni chiamati al voto domenica scorsa molti vengono strappati dal centrodestra al centrosinistra, ma più o meno ovunque sarà il secondo turno a decidere l’esito del confronto, che vede quasi sempre esclusi i candidati pentastellati. Intanto c'è da registrare il dato sull'affluenza: 68,01%, in calo rispetto al 70,97% delle precedenti omologhe. Il Piemonte passa da Sergio Chiamparino (centrosinistra) a Alberto Cirio (centrodestra), e quindi il nord è sempre più saldamente nelle mani di Matteo Salvini e dei suoi alleati tradizionali (Fratelli d’Italia e Forza Italia). Anche al sud e nelle isole, dove pure i grillini hanno mantenuto una leadership, la Lega è il secondo partito, a riprova del suo carattere sempre più nazionale. E’ evidente il significato della vittoria del centrodestra in Piemonte, che ridà fiato ai sostenitori della Tav e pone le premesse per un nuovo braccio di ferro tra Lega e Cinque Stelle sulla realizzazione di quell’opera.

L’incognita del secondo turno delle amministrative, in calendario domenica 9 giugno, riguarda l’atteggiamento dell’elettorato pentastellato. La sua disaffezione è apparsa marcata al primo turno, per cui c’è da chiedersi se e per chi eventualmente voteranno i fedelissimi di Di Maio e soci ai ballottaggi che vedranno opposti candidati civici o di centrodestra e centrosinistra. E ce ne saranno molti, un po’ in tutt’Italia. A Potenza il sindaco uscente Dario De Luca (Fdi) ha deciso di non ricandidarsi. Le proiezioni danno nettamente vincente Mario Guarente, candidato della Lega con il 46,7%, che però dovrà sfidare il suo avversario di centrosinistra, staccato di circa 20 punti. A Campobasso è testa a testa tra il sindaco uscente Antonio Battista del Pd che si è ricandidato e Maria Domenica D’Alessandro del centrodestra. Tra gli altri capoluogo di provincia, spiccano i dati di Modena, dove il sindaco uscente Giancarlo Muzzarelli riesce a confermarsi al primo turno con il 54,5%, staccando il candidato del centrodestra Stefano Prampolini.

La Lega trionfa a Venezia, diventando il primo partito con il 37,06% dal 22,96% raggiunto alle politiche, e superando il Movimento 5 stelle, che passa dal 27,57% al 12,29%, scavalcato anche dal Pd. A Reggio Emilia, con un 46,9% cresce l’attuale sindaco Luca Vecchi, candidato del centrosinistra che si propone per un secondo mandato e che sfiderà al ballottaggio Roberto Salati, sostenuto da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. A Cremona è in testa il sindaco uscente del centrosinistra Gianluca Galimberti con il 45,91%. Lo insegue il candidato del centrodestra Carlo Malvezzi, ex consigliere regionale, con il 41,53%. Il centrodestra ha un ampio vantaggio a Pavia mentre a Nusco, nell’avellinese, succede il miracolo della riconferma del novantunenne Ciriaco De Mita, riconfermato primo cittadino. 

Solo fra due settimane si potrà fare un bilancio di questa tornata di amministrative. Solo in parte, infatti, si è registrato l’”effetto trascinamento” del voto europeo. Hanno inciso più che altro fattori locali e territoriali, che si riveleranno decisivi anche nei ballottaggi. Certo è che la Lega si conferma assai radicata sul territorio e dominante nell’alleanza con Lega e Forza Italia, mentre i Cinque Stelle perdono un po’ ovunque, non avendo né forti legami con i territori né alleati civici.