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TRA LE RIGHE

Amici per sempre. Capire e vivere il dono dell'amicizia

Attingendo alla sapienza biblica e ai testi dei padri della Chiesa, due frati conventuali spiegano il mistero che circonda un'esperienza vitale per gli esseri umani. Un viaggio per scoprire l'originalità di un'amicizia che ha Cristo come garante.

Tra le righe 22_10_2011
amici per sempre
Come si intuisce sin dalla prima pagina, gli autori di questo bel libro, due frati francescani conventuali, Guglielmo Spirito e il giovane Emanuele Rimoli, sono legati da un grande sentimento d'amicizia: è la stessa struttura del volume a rivelare che i due autori non stanno discettando su un “argomento” quanto invece raccontando un'esperienza concreta, viva.

Il libro è diviso in tre parti: un breve saggio sull'amicizia, una lunga presentazione di storie di amicizia tratte dalla tradizione (Bibbia e storia della Chiesa) e un'ultima sezione comprendente una serie di lettere che i due frati hanno scritto da varie parti del mondo (Russia, Argentina, Italia, Canada) e che non sono neanche firmate, per cui non si comprende immediatamente l'autore, proprio a sottolineare la frase che rappresenta un po' il filo conduttore di tutto il libro risalente a San Gregorio Nazianzieno, “Tutto totalmente comune e una sola anima univa con un vincolo due corpi lontani”. Nell'introduzione viene così spiegata la singolare struttura: “Volutamente abbiamo conservato la varietà dei generi letterari, che invita a una lettura circolare: quanto viene affermato nel saggio si rivela vero nella tradizione, e si svela possibile e accessibile anche per noi – in filigrana – nelle lettere”. La spiegazione regge: leggendo il libro si è spesso spinti a saltare avanti e a rileggere indietro seguendo lo sviluppo spiraliforme del testo e questo processo permette un continuo approfondimento dell'amicizia vista essenzialmente come mistero e fonte di vita per gli esseri umani.

Per gli autori l'amicizia è un segno, un sacramento di qualcosa di più grande che attende l'uomo più in là: essere amici vuol dire porsi ed esporsi ad un orizzonte più grande. Viene in mente la bella riflessione di Rilke sull'amore coniugale: “Questo è il paradosso dell'amore tra l'uomo e la donna: due infiniti si incontrano con due limiti; due bisogni infiniti di essere amati si incontrano con due fragili e limitare capacità di amare. E solo nell'orizzonte di un amore più grande non si consumano nella pretesa e non si rassegnano, ma camminano insieme verso una pienezza della quale l'altro è segno". Si capisce quindi perché il numero perfetto dell'amicizia sia il tre, l'amicizia nasce e conduce verso una “eccedenza” che, per gli amici cristiani, ha un nome: “in mezzo” c'è sempre Cristo.

Il titolo di un vecchio saggio di Fulton Sheen: “Tre per sposarsi”, vale anche per l'amicizia perché, scrive padre Rimoli: “il presupposto basilare dell'amicizia è che l'uomo non è essere realizzato, ma che deve farsi, è in cammino, la sua è un'identità in divenire. Pertanto ciò che si ama dell'amico non è solo la sua attuale realizzazione, ma ciò che in lui si sta realizzando, la sua presenza in tensione verso il tu assoluto”.

Nella seconda parte ampio spazio alla Scrittura e alla storia della Chiesa: Davide e Gionata, Noemi e Rut, San Basilio e San Gregorio Nazianzieno (è il paragrafo più lungo, intitolato appunto: “un'anima in due corpi”) e poi, immancabile, Aelredo di Rievaulx, autore tra l'altro de L'amicizia spirituale uno dei saggi più citati dagli autori che evidentemente dimostrano una grande frequentazione dell'oriente cristiano e, specie nelle lettere, una raffinata cultura letteraria.


Guglielmo Spirito e Emanuele Rimoli
Amici per sempre. Capire e vivere il dono dell'amicizia
Edizioni Porziuncola, pagine 198, euro 13,00