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VERSO IL SINODO

Altro che divorziati risposati. In America Latina la sfida è ricostruire i padri

Mentre il dibattito europeo si concentra sui divorziati risposati, in America Latina si mescolano elementi della tradizione precolombiana con le influenze della modernità. Con risultati destabilizzanti.

Famiglia 05_03_2014
Famiglia latino-americana

La sfida della famiglia per la Chiesa in America Latina. Non è facile parlare in poche righe di questo tema data la sua complessità e varietà di forme nelle quali si presenta la famiglia in America Latina, sia per l’eredità storica sia per  la realtà attuale nei diversi paesi del continente. Sarà una presentazione necessariamente generica. 

Le etnie indigene pre-colombiane possedevano culture molto diverse fra loro, alcune  evolute come gli aztechi e i maya del Messico e dello Yucatán, gli inca del Perù, altre meno come le popolazioni dell’attuale Brasile. A livello di famiglia avevano però il denominatore comune della monogamia, anche se la poligamia era permessa ed era simbolo di prestigio e ricchezza in quanto la donna era una forza di lavoro importante. Solo una sposa però era considerata legittima e vera.   

Con la colonizzazione spagnola e portoghese e la conseguente influenza della cultura cristiana avviene, da una parte, l’affermazione della famiglia come comunità base della società. Allo stesso tempo, però, per esempio in Brasile, accanto alla struttura patriarcale (realtà continuata fra gli immigranti del secolo XIX), estesa, con varie generazioni che convivono insieme, con la superiorità dell’uomo sulla  donna (machismo), si realizza la distruzione della famiglia originale degli schiavi neri: separazione fra marito e moglie, dei genitori dai figli. La maniera “erotizzata” con la quale gli indigeni vivevano la sessualità, è spesso ritenuta dai bianchi come “disordine” e additata dai missionari come espressione evidente del paganesimo di quelle culture. 

A partire soprattutto dalla seconda metà del secolo XX si producono notevoli cambiamenti nella famiglia latinoamericana, simili a quelli avvenuti nel mondo occidentale, soprattutto nei settori di classe media e alta. Semplificando, la modernità nel contesto dell’urbanizzazione sempre crescente ne è stata il fattore  determinante. Unita all’influenza dei mezzi di comunicazione, ha portato, da un lato, progressi sul piano economico e culturale, come il ricupero della dignità della donna, che è più valorizzata, con la conseguenza di un miglioramento nelle relazioni all’interno della coppia sulla base di una maggiore coscienza dell’uguaglianza dei coniugi, e una visione più adeguata della sessualità, che prima era considerata un tabù.

Dall'altro, si devono costatare aspetti pesantemente negativi. Ne enumeriamo alcuni. La sessualità è considerata come un diritto individuale, staccato dalla famiglia, in primo luogo per gli uomini e poi per le donne e, infine, per gli adolescenti. Divorzio e aborto sono entrati nella legislazione degli stati e attualmente si stanno mettendo in azione movimenti che spingono per l’approvazione del matrimonio fra omosessuali. L’influenza dei mezzi di comunicazione nell’educazione e nella società è pesante. Un’inchiesta realizzata nella città di Porto Alegre, in Brasile, sulle istituzioni che influiscono sull’educazione, ha mostrato i dati seguenti: nel 1950, 75% la famiglia, 10% la scuola, 9% la Chiesa. Nel 1980 il quadro è totalmente cambiato: 85% i mezzi di comunicazione, 15% il resto. Il numero di figli è diminuito notevolmente, sono rare le famiglie numerose tipiche della società rurale anteriore. A questo hanno contribuito le campagne antinataliste ispirate dalle politiche dell’ONU, che legavano gli aiuti agli stati del continente alla diminuzione della natalità. Però questa è una mentalità ormai comune fra la popolazione di tutte le classi sociali con la diffusione su larga scala degli anticoncezionali e della sterilizzazione. 

Diamo ora un quadro della famiglia latinoamericana “popolare”, la più diffusa, che  presenta ancora caratteristiche legate alla tradizione e che fa parte di una visione culturale più ampia, denominata “la cultura degli impoveriti”. Prescindiamo perciò quasi totalmente dalla famiglia di classe media e alta; è una scelta nel contesto della nostra trattazione necessariamente “generica”.

a) L’importanza della donna, che appare più  come madre che come sposa. È la figura per eccellenza nella famiglia latinoamericana. Assume una funzione triplice: come madre (è il suo ruolo principale), essendo quasi sempre  il perno centrale della famiglia nell’amministrazione, nell’aiuto col lavoro, nella preoccupazione quasi esclusiva per l’educazione dei figli. Come sposa, affrontando spesso situazioni difficili e addirittura violente nel contesto del maschilismo per  mantenere insieme la famiglia. Come abitante del quartiere, con la sua partecipazione a organizzazioni sociali per lo sviluppo della comunità. 

b) L’uomo è un problema serio per la sua poca responsabilità all’interno della famiglia. In genere delega tutto alla donna, per la convinzione di aver compiuto il suo dovere col contributo del suo lavoro per le necessità materiali della famiglia (il che non sempre avviene). Spesso deve spostarsi molto lontano per trovare lavoro, emigrando anche all’estero, soprattutto in Nord America. Alcuni mandano regolarmente  denaro a casa, ma altri si allontanano affettivamente dalla moglie e cercano un’altra donna, con la quale pure hanno  figli. 

c) Le difficoltà della coppia, dovute soprattutto dalla cultura dominante. Fino a pochi anni fa la famiglia in America Latina era di tipo rurale, ora è prevalentemente urbana. Ma le caratteristiche della cultura rurale resistono: maschilismo, autoritarismo, alcolismo, mancanza di dialogo, coppie molto giovani. Un numero alto di coppie non sono sposate religiosamente né civilmente e facilmente si disfano attraverso unioni successive.

d) I figli. Il conflitto di generazioni si manifesta soprattutto nelle classi media e alta, che soffrono maggiormente l’impatto della modernità e dei grandi cambiamenti avvenuti negli anni 60 e 70, in particolare a riguardo della liberalizzazione della sessualità. 
Nella “famiglia popolare” i figli soffrono le conseguenze dei fattori presentati sopra con difficoltà per la loro educazione: figli di ragazze madri, fratelli di differenti genitori, sia madri che padri. I ragazzi di strada delle principali città sudamericane e molti di quelli che cadono nella prostituzione, nella droga o nella delinquenza sono vittime di un ambiente familiare avverso. Però sono numerosi quelli che lottano per cercare un lavoro di qualsiasi tipo per aiutare la famiglia, in particolare le ragazze come impiegate domestiche. 

e) La situazione socioeconomica è la preoccupazione centrale della famiglia latinoamericana povera. La mancanza di lavoro, i salari insufficienti, la carenza di abitazioni, il deterioramento della salute, le difficoltà per lo studio dei giovani… creano un clima di insicurezza e preoccupazione difficile da superare. Le conseguenze sono immaginabili. Anche se - e meraviglia - queste persone e questi nuclei molte volte sanno godere della vita in maniera semplice,  unendosi fra loro in momenti di distensione alla domenica o in occasione di feste. 

f) I valori religiosi. Esiste una fede spontanea con un riferimento a Dio nell’interpretare i vari momenti della vita come determinati dalla sua volontà accettata a volte passivamente. È la “religione popolare”, incentrata sul culto alla Madonna, ai santi, le processioni e la visita ai santuari. Minore è la pratica istituzionale, la frequenza alla Messa e ai sacramenti. Anche se sono molto valorizzati i sacramenti per i figli (battesimo, Prima Comunione). Il matrimonio religioso è meno richiesto, anche per la difficoltà a sostenere i costi della festa. 
In questo contesto la vita è sacra e bisogna difenderla. Si accetta spontaneamente il frutto di un rapporto occasionale o di una unione illegale, anche se comporterà problemi economici. Ma molte ragazze madri si vedono così private presto della loro giovinezza. 

Dice il documento di Aparecida: “La famiglia è uno dei tesori più importanti dei popoli latinamericani e caraibici e è patrimonio dell’intera umanità. Nei nostri paesi una parte importante della popolazione è colpita da difficili condizioni di vita che minacciano direttamente l’istituzione famigliare (…) Siamo chiamati a lavorare perché tale situazione sia trasformata e la famiglia assuma la sua identità e la sua missione nell’ambito della società e della Chiesa” (432).