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Africa

Altri due sacerdoti rapiti in Nigeria

Sono stati aggrediti e prelevanti nella loro canonica da uomini armati e quasi sicuramente si tratta di un rapimento a scopo di estorsione

 

Ancora non si hanno notizie dei due sacerdoti cattolici rapiti in Nigeria il 22 febbraio. Don Matthew David Dutsemi, della diocesi di Yola, e don Abraham Saummam, della diocesi di Jilingo, si trovavano nella canonica di Gwnda-Mallam, nello stato nordorientale di Adamawa, quando all’alba degli uomini armati vi hanno fatto irruzione e li hanno portati via. Si ritiene che, come nella maggior parte dei casi, si tratti di un sequestro a scopo di estorsione. La diocesi di Yola con un comunicato ha chiesto ai fedeli di pregare Maria, Madre dei sacerdoti, affinché vengano liberati e facciano presto ritorno sani e salvi. I rapimenti a scopo di estorsione sono uno dei crimini più frequenti in Nigeria. I malviventi da tempo ormai colpiscono prevalentemente persone di ceto medio, anche se non sono in grado di pagare riscatti elevati, perché è più facile rapirle non disponendo, come le classi alte, di sistemi di sicurezza difficili da aggirare. Ogni anno le vittime di sequestro sono migliaia e tra queste figurano anche i religiosi. Nei giorni scorsi il cardinale Luis Antonio Tagle, pro-prefetto per la Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari del Dicastero per l’Evangelizzazione, e il segretario del medesimo Dicastero, l’arcivescovo nigeriano Fortunatus Nwachukwu, hanno espresso solidarietà alla Chiesa e alla popolazione nigeriane con un messaggio indirizzato a Lucius Iwejuru Ugorji, arcivescovo di Owerri e presidente della Conferenza Episcopale della Nigeria: “nulla può giustificare il crimine del rapimento – si legge nel messaggio – perché “le violenze fisiche e le torture mentali che accompagnano i rapimenti minano i pilastri dell'armonia civile e sociale, poiché traumatizzano le persone coinvolte, le loro famiglie e la società in generale”.