Altre violenze contro i cristiani in India
I componenti di quattro famiglie sono stati picchiati e messi in fuga, le loro abitazioni distrutte in un villaggio dopo che alle donne era stato impedito di attingere acqua al pozzo comune
Continuano ad arrivare dall’India notizie di cristiani perseguitati. Il 19 settembre, riferisce l’agenzia di stampa AsiaNews, quattro famiglie dalit cristiane, appartenenti al gruppo pentecostale indiano Jesus Calls Prayer Tower, sono state costrette a lasciare il loro villaggio, Ladamila, nello stato dell’Orissa. Dapprima qualcuno ha impedito ad alcune donne delle famiglie cristiane di attingere acqua nel pozzo principale del villaggio. Loro quindi sono andate a prenderla nella risaia. Al ritorno a casa, secondo quanto hanno riferito le autorità religiose locali, “improvvisamente e senza nessuna provocazione da parte loro, un gruppo di uomini e donne ostili hanno assaltato le case, picchiato i cristiani e gettato via l'acqua che avevano raccolto, rendendo impossibile a queste famiglie persino cucinare o lavarsi. Due famiglie sono scappate nella foresta, mentre le altre due hanno lasciato il villaggio trovando rifugio nella casa di alcuni parenti in un villaggio vicino. Quando poi dopo due giorni sono tornate alle loro case le hanno trovate distrutte e sono state minacciate dicendo che siccome erano diventati cristiani a loro non era più consentito vivere nel villaggio. I legali dell’arcidiocesi cattolica di Cuttack-Bhubaneswar le stanno aiutando a sporgere denuncia. “Si tratta di un trattamento discriminatorio, crudele, inumano e degradante – commenta l'arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, monsignor John Barwa – dopo tutti gli sforzi che sono stati fatti qui per riportare la pace è doloroso e vergognoso che niente riesca a fermare l'aggressione e la minaccia contro i cristiani. Che cosa si può dire di persone che negano ai propri concittadini persino l'acqua da bere? Questo comportamento inumano deve essere fermato immediatamente e quanti sono coinvolti in queste azioni crudeli devono essere sanzionati con fermezza secondo quanto prevede la legge. Questi episodi creano insicurezza e paura tra le persone che sono stigmatizzate e minacciate solo per la loro fede in Gesù”.