Almeno una prima vittoria per le scuole paritarie
Una piccola ma significativa vittoria per la scuola pubblica paritaria italiana, in crisi nera per il coronavirus. È stato approvato un emendamento al decreto Rilancio per lo stanziamento di fondi fino a 300 milioni di euro a sostegno delle scuole non statali. Soddisfazione di tutti i partiti, meno il Movimento 5 Stelle che reagisce male
Una piccola ma significativa vittoria per la scuola pubblica paritaria italiana. È stato infatti approvato un emendamento al decreto Rilancio che permetterà lo stanziamento di fondi fino a 300 milioni di euro a sostegno delle scuole non statali.
È una vittoria per la Maratona della famiglia e della scuola, 120 giorni di “rumore costruttivo” fatto di manifestazioni, soprattutto online, domande ai parlamentari, seminari online, interviste e iniziative, per sensibilizzare su un pezzo di mondo enorme quanto dimenticato: 12mila istituti, 900mila famiglie, 180mila dipendenti. Con la crisi del Covid e di conseguenza anche del pagamento delle rette, un terzo di queste scuole rischia di non riaprire i battenti a settembre.
Suor Anna Monia Alfieri, una delle promotrici della Maratona, nel suo ultimo studio uscito presso l’Istituto Bruno Leoni e firmato assieme a Luca Vitale, Il costo standard come soluzione al distanziamento sociale sottolinea quale sia il costo che lo Stato sarebbe costretto a sobbarcarsi in più, se non venisse salvata la scuola paritaria non statale. Non si tratta, infatti, di “un regalo” a un privato, ma del sostegno ad una scuola pubblica non gestita dallo Stato, senza il quale il costo per il contribuente sarebbe enormemente maggiore. «Il 30% degli studenti paritari che migreranno verso la scuola pubblica è pari a 260.042, di conseguenza il costo per le casse dello Stato sarà pari a 1.595.066.313 euro a cui va sommata una stima del 20% per i costi aggiuntivi legati alla necessità di trovare nuovi luoghi fisici in cui collocare gli studenti. E’ una stima non puntuale ma di natura prudenziale. Il totale sarà pari a 1.874.171.099 euro». Da un punto di vista del principio costituzionale, i critici dell’aiuto alle scuole paritarie, immancabilmente, sottolineano che la scuola privata non debba gravare sulla spesa pubblica. Ma, come rispondono Alfieri e Vitale: «Il finanziamento alle scuole – tramite la famiglia – trova fondamento non nel sostegno diretto a “imprese private”, ma nel fatto che lo Stato ha riconosciuto costituzionalmente e con la L. 62/2000 il diritto dei genitori alla scelta educativa in una pluralità di offerta formativa pubblica e garantita, che può essere, come per la Sanità, a gestione statale o non statale».
Attorno al nuovo sostegno per la scuola paritaria si è formata un’inedita coalizione, che raduna sia partiti dell’opposizione che partiti della maggioranza di governo. Solo il Movimento 5 Stelle si oppone. L’alleato di governo PD, per bocca di Stefano Lepri, membro del consiglio di presidenza della Camera, spiega: «Sulle scuole paritarie è stato trovato l’accordo: saranno raddoppiati i fondi con un emendamento bipartisan. Il gruppo PD alla Camera si è adoperato per garantire maggiori risorse alle scuole paritarie. Grazie all’emendamento concordato e che sarà votato, saranno complessivamente garantiti ristori per 180 milioni alle scuole dell’infanzia e per 120 milioni alle scuole paritarie primarie e secondarie. E’ infatti doveroso intervenire per assicurare la continuità e la sopravvivenza di servizi educativi e scolastici fondamentali, messi duramente a rischio dalla pandemia». Anche l’ex ministro Graziano Delrio, ora capogruppo del Partito Democratico alla Camera sostiene la stessa posizione: «I democratici si erano impegnati ad accogliere le preoccupazioni delle famiglie per le scuole paritarie e per questo siamo soddisfatti che si siano raddoppiati col lavoro del parlamento gli stanziamenti previsti. La scuola pubblica statale e paritaria è un bene prezioso. I nostri bambini tutti importanti. Le scuole paritarie sono parte rilevante del sistema scolastico nazionale, una scelta di libertà educativa e spesso anche l’unica presenza in molte realtà difficili del Paese. Un bene prezioso per la comunità nazionale».
Ancora maggiore soddisfazione si registra fra le fila di Italia Viva (Renzi), altro partito di governo che si è battuto per questo emendamento: «Grazie a Italia Viva – si legge nel comunicato di ieri – che ci ha sempre creduto, investito e lottato, spiegando, evidenziando argomentazioni e ragioni, arriva una splendida notizia: raddoppiano i fondi per asili e scuole paritarie. Si tratta di 300 milioni che permetteranno di aiutare 12mila realtà, 900mila famiglie, 180mila dipendenti. Per la prima volta (quasi) tutti i partiti sostengono la libertà di scelta educativa».
Fra i ranghi dell’opposizione, Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega, rivendica il successo: «In commissione Bilancio è da poco stato approvato un emendamento della Lega al Decreto Rilancio grazie al quale saranno assegnati alle scuole paritarie 300 milioni di euro. Un passo avanti importante nella direzione di un sostegno adeguato al sistema scolastico non statale. La battaglia continua. Nostro obiettivo è vincere un certo pregiudizio ideologico, in seno al governo e alla maggioranza, che fino ad oggi ha negato aiuti adeguati a 12mila istituti, quasi 160mila insegnanti e quasi un milione di studenti. La scuola deve essere autenticamente libera e sussidiaria».
Isolati e battuti, i pentastellati reagiscono con toni di una violenza inaudita. La senatrice Bianca Laura Granato, definisce l’emendamento “una porcata”, in un lungo post pubblicato sul suo profilo Facebook: «Esulta la CEI, Suor Anna Monia Alfieri ringrazia. Anche LEU ha tradito la causa della scuola pubblica. Il M5S è solo contro tutti alla Camera: passa la porcata del mega finanziamento alle paritarie. E in questa situazione i sindacati, le associazioni per la scuola pubblica, cosa fanno? Adesso non protestano? Non hanno nulla da obiettare? All’AFAM sono toccati solo 10 milioni di euro a fronte di una mangiatoia di 300 milioni per le paritarie. Dal Senato predisporremo degli atti per disciplinare l’utilizzo di questi fondi, che ricordiamo essere a debito, quindi sul groppone delle future generazioni. Disgusto e ribrezzo per un parlamento che ancora una volta si rivela irrimediabilmente dominato dalle lobbies. I Padri Costituenti si rivoltano nella tomba!». Che dire: è la voce dell’ideologia che parla.