Albertini, un massone nell'Ordine Costantiniano
L'Ordine cavalleresco Costantiniano ha, quale rappresentante di Milano, l'ex sindaco Gabriele Albertini. Che è un massone, stando allo stesso notiziario del Goi Erasmo. Che all’interno di un Ordine cavalleresco cattolico vi sia un massone, non è solo una contraddizione, ma costituisce una grave violazione della morale cattolica.
Lo scorso 5 novembre presso palazzo Cusani, a Milano, il delegato per la Lombardia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, il nobile Giuseppe Rizzani, ha presentato la medaglia d’oro di benemerenza al generale Francesco Paolo Figliuolo «per l’altissimo impegno e gli straordinari risultati ottenuti nel contrasto alla pandemia da Covid-19», come recita il comunicato pubblicato sul sito del medesimo Ordine. Circa l’opportunità di un simile, entusiastico riconoscimento proprio in un momento, questo, in cui molti, troppi soffiano sul fuoco, cercando di contrapporre in modo esasperato pro-vax e no-vax in una sorta di guerra fratricida tra italiani, si può discettare. Ma quel che importa ora è un altro aspetto, marginale eppure importante. Le insegne sono state consegnate al generale Figliuolo dal Gran Tesoriere dell’Ordine Costantiniano, don Giancarlo Rocco dei Principi di Torrepadula, alla presenza del Comandante Militare Esercito Lombardia, generale Alfonso Miro, e del Rappresentante di Milano dell’Ordine Costantiniano, on. Gabriele Albertini. E questo è un particolare degno di nota…
Gli Statuti del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio sono molto chiari. E già al Capitolo I, nelle Finalità dell’Ordine, si legge come esso sia «un Ordine Equestre il quale, dalla sua remotissima origine, si propone la glorificazione della Croce, la propagazione della Fede e la difesa della Chiesa Apostolica Romana». Da ciò dipende come sia «non solamente precipuo dovere dei Cavalieri e delle Dame vivere in conformità alla Fede Cattolica», ma anche «associarsi a tutte quelle manifestazioni, che concorrono all’incremento dei principi religiosi e cooperare con tutti i mezzi a ché si ridesti nella pratica la vita cristiana».
Dov’è il problema? L’adesione dell’on. Albertini alla massoneria, come si evince chiaramente da Erasmo, notiziario del Goi, il Grand’Oriente d’Italia, dicembre 2018, anno III n. 11. Nell’articolo Maestri per la città, che presenta due volumi dedicati ai sindaci italiani col grembiulino dallo storico Giovanni Greco, Gran Rappresentante del Goi, si legge, tra l’altro: «Gabriele Albertini, sindaco di Milano dal 1997 al 2006, “massone in pectore” durante il suo mandato, essendo stato iniziato alla Libera Muratoria solo dopo, nel 2015». Ad oggi non risulta in merito alcuna smentita, il che, in un contesto dichiaratamente cattolico, pone problemi di dottrina e di coerenza: che a rappresentare l’Ordine Costantiniano nella «città di Milano», come recita il sito ufficiale, sia un aderente alla massoneria è assolutamente ed incontrovertibilmente incompatibile con quanto prevede la Chiesa da sempre. Come stabilito, in particolare, già nel 1738 con la lettera apostolica di Clemente XII In eminenti apostolatus specula, poi confermata dall’enciclica Humanum Genus di Leone XIII, quindi dalla scomunica palese contenuta al can. 2335 del Codice di Diritto Canonico del 1917, ripresa al can. 1374 del nuovo Codice, quello del 1983, e ribadita dalla Declaratio de associationibus massonicis, emanata sempre nel 1983 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.
Certo, in questi anni in cui tutto viene rimesso in discussione, ammiccamenti ed ambiguità non sono mancate, nemmeno ai piani alti. La memoria corre, in particolare, all’articolo del card. Gianfranco Ravasi dal titolo Cari fratelli massoni, apparso su Il Sole-24Ore del 14 febbraio 2016, nonché alla settantina di prese di posizione entusiastiche rivolte dalla massoneria a papa Francesco, specie in tema di «fratellanza universale». Tutte cose che in casa cattolica non possono non generare confusione ed un certo, giustificato imbarazzo. Del resto, padre Amorth in un’intervista apparsa su il Giornale il 19 marzo 2013 lo disse chiaramente: «Anche nella Chiesa c’è una grande massa di massoni. E anche tra i cardinali ce ne sono, altroché, altroché!». Concetto, questo, poi ripreso e da nessuno smentito, più volte anche nei suoi libri. Ma ciò che ad oggi resta certo è quel che dicono la Dottrina, il Magistero ed il Diritto canonico, per i quali la condanna della massoneria è chiara. Con annessa scomunica.
Sarebbe un grave errore sottovalutare il tutto, pensando che gli Ordini cavallereschi appartengano ormai al passato e che ne siano rimasti solo vuoti simboli per frivoli buontemponi. Non è così. Gli Ordini sorsero con un obiettivo, rimasto ad oggi lo stesso: rafforzare la «Chiesa militante», come evidenziò, tra gli altri, Clemente XI con la bolla del 27 maggio 1718 Militantis Ecclesiæ, in cui non a caso si congratulò con i cavalieri costantiniani per aver condotto 2 mila fanti in Dalmazia contro i turchi. La loro specificità non sta in quel che fanno, ma nel perché lo fanno. Benedetto XVI lo espresse bene nell’enciclica Deus Caritas est al n. 31, a: «Quanti operano nelle Istituzioni caritative della Chiesa devono distinguersi per il fatto che non si limitano ad eseguire in modo abile la cosa conveniente al momento, ma si dedicano all’altro con le attenzioni suggerite dal cuore. Perciò, oltre alla preparazione professionale, a tali operatori è necessaria anche e soprattutto la “formazione del cuore”: occorre condurli a quell’incontro con Dio in Cristo, che susciti in loro l’amore e apra il loro animo all’altro».
Che, quindi, all’interno di un Ordine cavalleresco cattolico, come quello Costantiniano, riconosciuto dallo Stato italiano, dall’Onu e da molte altre nazioni vi sia un massone, oltre tutto con incarichi di rappresentanza, non è solo una contraddizione in termini, ma costituisce un’aperta, illegittima e grave violazione della morale cattolica.
Quel che fa il cittadino Gabriele Albertini è affar suo. Può pure, da primo cittadino di Milano, sfilare in mutande griffate modello Cachemire Libidinous da Valentino, dicendo di voler così promuovere la moda italiana. Come infatti è accaduto nel giugno 1998. Ma quel che fa in campo cattolico ed all’interno delle istituzioni cattoliche, rientra incondizionatamente sotto l’egida, le leggi ed il Magistero cattolici. Che sono uguali per tutti. Non è più tempo di farse, è tempo di verità.