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Al via la visita di Francesco in Thailandia e Giappone

Francesco in Thailandia e Giappone: un sogno che si realizza per il papa argentino che già ai tempi del seminario era affascinato dall'idea di fare il missionario in terra nipponica. In agenda l'incontro con la parente suora, la visita a Hiroshima e Nagasaki e un appello sul nucleare. 

Ecclesia 19_11_2019

Oggi inizia il XXXII viaggio apostolico di Francesco. Thailandia e poi Giappone sono le tappe di una visita ufficializzata lo scorso settembre.  Un sogno che si realizza per il papa argentino che già ai tempi del Seminario Metropolitano di Buenos Aires era affascinato dall'idea di fare il missionario in terra nipponica. Nel videomessaggio indirizzato alla popolazione Bergoglio ha voluto fare un monito contro le armi nucleari il cui uso - ha ricordato - "è immorale". Il papa ha poi fatto riferimento al "forte istinto che risuona nel nostro cuore di difendere il valore e la dignità di ogni essere umano". Una difesa che implica anche la salvaguardia del creato con l'invito a "rafforzare la protezione di quella vita che include la terra, nostra casa comune e che in modo tanto bello la vostra cultura simboleggia con i ciliegi in fiore".

Ma prima del Paese del Sol Levante, Bergoglio farà tappa in Thailandia. Nel regno asiatico i cristiani sono meno dell'1% della popolazione. Come ha annunciato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, il papa visiterà la piccola comunità locale per incoraggiarla nella fede. In Thailandia, peraltro, opera come missionaria anche una cugina di secondo grado del pontefice, suor Ana Rosa Sivori. La salesiana, inviata nel Paese asiatico 53 anni fa, attualmente è vicepreside di una scuola a Udonthani, nel Nordest. La visita di Francesco arriva a 350 anni dall'avvio della prima missione apostolica cattolica. Il vicariato del Siam venne fondato nel 1669, sebbene i primi missionari - due domenicani portoghesi - giunsero qui nel 1567.

Le tappe più significative di questa otto giorni in terra asiatica saranno senz'altro quelle ad Hiroshima e Nagasaki, le città colpite dai bombardamenti atomici dell'agosto del 1945. Bergoglio due anni fa fece riprodurre su un cartoncino la storica fotografia di Joe O'Donnell ritraente un bambino di Nagasaki con il cadavere del fratellino sulle spalle. Un'immagine scelta come simbolo del "frutto della guerra". Nagasaki era considerata la culla del cattolicesimo giapponese e qui negli anni Trenta vivevano 63.698 dei 94.096 cattolici nipponici. Durante la sua visita, Francesco lancerà un "messaggio sulle armi nucleari” e farà un omaggio ai Santi Martiri.

Il 'no' alle armi nucleari è uno dei cavalli di battaglia di questo pontificato: anche all'inizio dell'anno in corso, in un discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il pontefice ha denunciato la vitalità del commercio delle armi e ha fatto sentire la sua voce contro la proliferazione nucleare, denunciandone i pericoli per l'intera umanità. Un appello che non mancherà di ripetere anche durante questo suo XXXII viaggio apostolico. Comprensibile, inoltre, l'attesa degli addetti ai lavori per le dichiarazioni che Francesco rilascerà nel corso delle ormai famose conferenze stampa in aereo sia all'andata che al ritorno, così come per il contenuto del tradizionale colloquio privato con i membri della Compagnia di Gesù che sarà poi reso pubblico in esclusiva dalla Civiltà Cattolica.