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CONCERTI & ANTIDOTI

Al ballo del vaccino: giovani ingannati da una falsa libertà

Giovani ricattati da una falsa libertà che vale meno di un low cost per Formentera: a Varallo la Festa della musica con annesso gazebo per vaccinare i ragazzi. «Macché diseducativo - dice alla Bussola il sindaco -, non è per loro, ma per proteggere gli altri, come i baristi che non hanno lavorato. È un'occasione per andare in vacanza». Un ricatto degno del Pifferaio di Hameln, dove la voglia di tornare a fare festa conduce a una siringa di vaccino. L'obiettivo di questa campagna vaccinale, ormai, non è più la salute, ma la concessione di una libertà sottomessa al potere. E pazienza se la scienza dice che vaccinare i ragazzi può essere molto rischioso.

Educazione 22_06_2021

Sono un ragazzo vaccinato” recita il manifesto che prende spunto dalla canzone di Jovanotti. La band stilizzata utilizza una siringa al posto di tastiera e chitarra e i flaconi a far da batteria. Il messaggio è chiaro: concerti & vaccino, il target sono i giovani e l’obiettivo è presto detto: il prezzo da pagare per il divertimento è sottoporsi al sacro rito del vaccino che in questo inizio di estate si presenta come ingrediente obbligato per ogni iniziativa, come marchio distintivo di una generazione: più del lime nel daiquiri meglio degli anfibi sulle gonne corte.

L’iniziativa di Varallo in provincia di Vercelli è destinata ad essere replicata ovunque: una festa della musica, una delle tante che finalmente possono riprendere dopo un anno e mezzo di stop, una rassegna di band locali che sarebbe passata nell’anonimato se non fosse per l’ideona venuta al sindaco di Varallo e all’Asl di Vercelli: allestire un vaccino point proprio all’interno della kermesse canora. Il che vuol dire attirare i giovani alla vaccinazione con la scusa della musica, una sorta di rivisitazione del Pifferaio di Hameln che al posto del flauto suadente sfodera chitarre elettriche e bassi verso una siringa carica.

«Non dentro la festa, ma nel teatro vicino», spiega alla Bussola il primo cittadino Eraldo Botta (nella foto in basso). Lui, è così sicuro della bontà dell’iniziativa che ha fatto inserire il suo numero di cellulare nel manifesto per le prenotazioni: «È perché ci credo tanto e voglio metterci la faccia». Risultati? «Al momento abbiamo oltre 500 adesioni per le giornate del 26 e del 27 giugno, il prossimo week end, quando si svolgerà la Festa della Musica».

Tutti entusiasti? «Ho ricevuto qualche ingiuria, ma in generale i ragazzi e le loro famiglie sono entusiasti. E poche critiche, come le vostre».

Esponiamo fin da subito le nostre perplessità al sindaco. E il messaggio diseducativo che si cela dietro un’iniziativa del genere. «Che sia diseducativa è un’opinione vostra, anzi credo che sia una bella occasione per tanti giovani, propedeutica ad ottenere il green pass con il quale potranno avere accesso a numerosi luoghi e ai locali estivi». Ormai non siamo neanche più al vaccino per proteggerli da una malattia: no, il vaccino serve per andare in vacanza. Non sembra essere rivolto a loro in prima battuta. Infatti il sindaco aggiunge: «Non per loro, i ragazzi, ma per gli altri».

Puntualizziamo: “gli altri” chi sarebbero? Gli anziani? Non sembra, dato che gli anziani sono a rischio contagio esattamente come i ragazzi. Il vaccino, infatti, contrariamente alla vulgata imposta, non è sterilizzante, non va a incidere sulla trasmissione, ma sullo sviluppo della malattia grave. La risposta del sindaco offre un’idea personale e bizzarra su chi ora sarebbero “gli altri” da proteggere: «Ci sono categorie di persone rimaste ferme a casa, che hanno patito un danno economico, alcuni hanno perso il lavoro. Ecco, per poterli far lavorare la strada che ci viene indicata dal Paese è quella di procedere al vaccino per tornare alla normalità. Dobbiamo farlo».

Un ricatto, ribattiamo: vaccinatevi perché così voi potete tornare al bar e i baristi possono lavorare. Un ricatto che non tiene conto delle morti in cui il vaccino è concausa in fattori di rischio, e poi: controindicazioni, reazioni avverse, patologie da vaccino come le miocardite o le trombosi: tutti elementi che devono essere considerati anche nei giovani in un'anamnesi seria e che invece vengono bellamente ignorati.

Dietro iniziative come questa, che, c’è da scommetterci, diventeranno virali nel corso dell’estate c’è una falsa idea di libertà che viene offerta ai giovani. Una libertà che non passa neanche più dalla salute, dato che non fa alcuna leva il messaggio sul rischio covid per i ragazzi, essendo inesistente, ma che si serve delle vacanze, delle serate, delle discoteche. Serve per poter tornare a percorrere in lungo e in largo l’Europa. Ma è un inganno la libertà concessa così, è una schiavitù a un pensiero dominante che ti impone di pensare secondo uno schema preordinato.

Vaccìnati e fa ciò che vuoi, sembra dirci questa campagna asfissiante su giovani e ragazzi. Ma è una corruzione della libertà, che così viene subordinata a una condizione di poter fare quello che si vuole, ma la libertà non può essere questo perché anzitutto si fa nella verità e se non si informano i ragazzi della verità non si può parlargli di libertà: sarebbe il caso di dirgliela questa verità e cioè che quello della vaccinazione è un grande ricatto che si sta consumando anche per loro, che si accollano i rischi della sperimentazione vaccinale senza godere dei benefici di una vaccinazione.

Ma bisognerebbe ricordare loro anche che la libertà non è un qualcosa che viene concesso perché non è il potere di fare determinate cose piuttosto che altre. La libertà è una condizione che uno Stato non può concedere perché semplicemente lo Stato la deve solo riconoscere. Invece, oltre che subordinata a un rito collettivo rischioso e incerto, ora è anche sottratta. Questo Stato, dopo aver ingannato i giovani rinchiudendoli in casa per un anno e mezzo, ora li ricatta intimando loro che la loro dignità personale, la loro salute e la loro intelligenza vale molto meno di un low cost per Formentera.