Ad Albano era atteso Prevost, ma è tornato Leone
È tornato con due mesi di "ritardo", e non più da cardinale, nella cattedrale della sede suburbicaria che gli era stata assegnata pochi mesi prima dell'elezione. La presa di possesso, ovviamente saltata, era prevista il 12 maggio.

Dice il proverbio che chi entra Papa in conclave ne esce cardinale. Ad Albano Laziale è accaduto invece che "qualcuno" doveva andarci da cardinale e vi è andato da Papa. Era atteso Prevost, ed è tornato Leone.
A febbraio la sede suburbicaria di Albano era stata assegnata al cardinale Robert Francis Prevost, che il 12 maggio avrebbe dovuto prenderne possesso. Cerimonia slittata per la sede vacante e per il conclave iniziato il 7 maggio da cui proprio il porporato americano, l'indomani, è uscito vestito di bianco. Il quale, con due mesi di "ritardo" ieri è tornato nella sua ex sede suburbicaria durante il "ripristinato" soggiorno estivo ai Castelli Romani. «Come sapete, dovevo arrivare il 12 maggio, però lo Spirito Santo ha fatto diversamente», ha esordito rivolgendosi ai fedeli nella cattedrale di San Pancrazio.
Abramo, Marta e Maria al centro delle letture e dell'omelia del Papa: queste figure ci ricordano «che ascolto e servizio sono due atteggiamenti complementari con cui aprirci, nella vita, alla presenza benedicente del Signore». Una presenza che si manifesta attraverso le visite del Signore che bussa chiedendo di farsi ospitare: da Abramo, nei "tre uomini" giunti alla sua tenda, da cui lui e sua moglie Sara «ricevono la promessa di una vita nuova e di una discendenza»; e in Gesù ospite di Marta e Maria, che il Papa invita a non contrapporre: «Il servizio e l’ascolto, infatti, sono due dimensioni gemelle dell’accoglienza».
La prima scaturisce dalla seconda, il servizio dall'ascolto: «Se infatti è importante che viviamo la nostra fede nella concretezza dell'azione e nella fedeltà ai nostri doveri, a seconda dello stato e della vocazione di ciascuno, è però pure fondamentale che lo facciamo partendo dalla meditazione della Parola di Dio e dall'attenzione a ciò che lo Spirito Santo suggerisce al nostro cuore, riservando, a tale scopo, momenti di silenzio, momenti di preghiera, tempi in cui, facendo tacere rumori e distrazioni, ci raccogliamo davanti a Lui e facciamo unità in noi stessi». Il periodo estivo può essere «un momento provvidenziale in cui sperimentare quanto è bella e importante l'intimità con Dio, e quanto essa può aiutarci anche ad essere più aperti, più accoglienti gli uni verso gli altri».
Dell'episodio evangelico di Marta e Maria, il Papa offre una ulteriore lettura citando Sant'Agostino: «In queste due donne sono simboleggiate due vite: la presente e la futura; l'una vissuta nella fatica e l'altra nel riposo; l'una travagliata, l'altra beata; l'una temporanea, l'altra eterna».