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Aborto ed eutanasia, nuove derive nella Spagna di Sanchez

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Il governo spagnolo propone di estendere l’eutanasia ai pazienti con malattie mentali. E il Tribunale costituzionale conferma le modifiche permissiviste: le ragazze di 16-17 anni potranno abortire all’insaputa dei genitori. I pro vita denunciano lo scandalo.

Vita e bioetica 24_06_2024
Pedro Sanchez (Ap via LaPresse)

Il socialismo europeo è divenuto famoso, a torto, già nel secolo scorso quando diffuse il mito dei Paesi scandinavi, in particolare la Svezia, laddove, si diceva, lo Stato si prendeva cura delle persone dalla “culla alla bara”. In questi primi decenni del nuovo secolo, certamente la Spagna socialista di Pedro Sanchez rinnova l’attenzione socialista ai cittadini, promuovendo o meglio imponendo politiche sanitarie pro morte, dall’aborto all’eutanasia.

Negli ultimi giorni, nonostante fosse necessaria una riflessione politica dopo la sconfitta elettorale alle europee, il governo spagnolo ha proposto di estendere l'eutanasia ai pazienti con malattie mentali. E intanto il Tribunale costituzionale ha confermato le disposizioni, volute dal governo, sull'aborto per le minorenni, a partire dai 16 anni, all'insaputa dei genitori.

Il bollettino del Ministero della salute spagnolo, il Diario Médico, ha pubblicato il 7 giugno l’annuncio delle modifiche al “Manuale di buone pratiche di eutanasia” per includervi le malattie mentali. Nella bozza della modifica prevista si legge che la “Legge organica per la regolazione dell'eutanasia” (Lore) in vigore dal 2021, «non esclude la malattia mentale, consentendo alle persone con una sofferenza insopportabile, anche dovuta alla presenza di una malattia mentale, di richiedere la Pam (prestazione di aiuto a morire) in condizioni di parità con coloro la cui sofferenza deriva da una malattia somatica».

Tra queste nuove categorie di malattie o disturbi che affliggono le persone, a cui il governo concede e suggerisce l’“opportunità” dell’eutanasia, ci sarebbero quelle con autismo, disturbo da deficit di attenzione e iperattività, schizofrenia o bipolarismo. Siamo all’estensione dell’eugenetica a una moltitudine di cittadini, trattati come oves et boves et universa pecora di cui sbarazzarsi secondo la logica di costi-utilità-consumi.

Per altro verso, martedì 18 giugno, il Tribunale costituzionale ha confermato le modifiche alla legge del 2023, cioè che le minorenni, dai 16 anni in su, possono decidere di abortire il proprio bambino, senza il permesso dei genitori e senza neppure comunicarglielo. Oltre a consentire alle minorenni di prendere una decisione di questa portata, si conferma anche l’eliminazione del periodo di riflessione di tre giorni, l’eliminazione dell’obbligo di fornire informazioni complete, che potrebbero includere ecografie e alternative all’aborto e i metodi utilizzati a tale scopo, nonché i loro rischi, e si conferma la cancellazione dell'aborto dalla cartella clinica dopo cinque anni dal fatto.

Tutte decisioni che vanno contro il valore della vita umana e rappresentano ulteriori attacchi alla famiglia. Alla decisione del Tribunale costituzionale ha reagito, tra gli altri, la Fondazione Red Madre che ha denunciato apertamente lo «scandalo», dicendo che «ci addolora molto sapere che dopo questa sentenza le donne incinte sotto i 18 anni e sopra i 16 anni vengono lasciate senza protezione nei confronti di soggetti adulti, che possono nascondere reati di natura sessuale, inducendo o costringendo dette minorenni ad abortire». La Fondazione Neos ha deciso di denunciare il governo Sanchez perché il Tribunale costituzionale è «essenzialmente uno strumento nelle mani del governo, al servizio del suo progetto e dei suoi interessi».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il partito conservatore Vox che per primo – sin dall’approvazione della legge da parte della maggioranza socialista, comunista e secessionista al governo – aveva denunciato al Tribunale costituzionale le modifiche ultrapermissive della nuova legge.

Contro la decisione del Tribunale costituzionale si è schierato anche il numeroso Collegio dei Medici di Madrid, colpito dal fatto che «altri tipi di interventi chirurgici sui minori» non possano essere eseguiti senza il consenso dei genitori, mentre è consentita una procedura che, oltre a produrre «la morte dell'embrione o del feto», può avere «effetti collaterali» su una minorenne. Lo stesso Collegio assicura che in alcuni casi ciò può tradursi in «complicazioni gravi, anche pericolose per la vita». In Spagna una minorenne non può guidare l’auto, né votare, né consumare alcolici, ma – per il governo socialista e i suoi giudici democratici – può abortire...