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MODENA

Abortito un concepito su cinque: la marcia del vescovo

L'associazione Giovanni XXIII ottiene l'adesione del vescovo Castellucci che sarà presente alla preghiera in cammino per la vita nascente. Per la prima volta nella piazza grande della "rossa" Modena un prelato parlerà contro l'aborto. "Con noi anche ortodossi ed evangelici. In un anno abortiti 615 bambini, 1 concepito su 5".

Vita e bioetica 02_04_2016
L'evento dello scorso anno

In piazza contro l’aborto. Ma stavolta c’è anche il vescovo. La Comunità Papa Giovanni XXIII di Modena rappresenta una delle avanguardie italiane della testimonianza tenace contro l’aborto e a favore del diritto alla vita nascente. E per questa sua testimonianza è entrata spesso nel mirino di associazioni abortiste e anche istituzioni cittadine che l’hanno ostacolata pubblicamente. Da molti anni organizza e promuove con costanza, secondo l'esempio del fondatore don Oreste Benzi, la preghiera sotto le finestre degli ospedali dove si praticano le interruzioni di gravidanza e innumerevoli sono le azioni di sostegno alle donne che decidono di non abortire. Per questa attività di impegno, molte sono state le vite salvate perché tante donne hanno avuto un’illuminazione proprio vedendo la comunità pregare.

Dopo anni di traversata nel deserto, la Comunità di don Benzi conquista la piazza principale di Modena. Quella Piazza Grande che solo pochi anni fa sarebbe stato impensabile “occupare” parlamdo di no all'aborto e sì alla vita. Merito anche dell’ingresso a Modena come nuovo Arcivescovo di Erio Castellucci, che quest’anno scenderà in piazza a fianco della realtà in una preghiera in cammino per la vita nascente alla quale hanno già aderito le principali realtà del laicato cattolico emiliano.

“L'anno scorso la nostra associazione – spiega alla Bussola il responsabile Andrea Mazzi - aveva lanciato la proposta di un'iniziativa pubblica in centro a Modena per manifestare l'attenzione dei cattolici verso i bambini non nati, in un contesto in cui tante sono le ingiustizie che avvengono nei loro confronti. In particolare la proposta è stata quella di organizzare una fiaccolata per le vie del centro cittadino, proposta che ha trovato una convinta adesione da parte di altre 18 associazioni ecclesiali, e il supporto fattivo dell'Ufficio di Pastorale Familiare dell'Arcidiocesi, e si è svolta il 25 marzo 2015, solennità dell’Annunciazione.  Durante il cammino per le vie della città abbiamo alternato preghiere, canti, meditazioni, testimonianze che ci hanno aiutato a riscoprire il valore e la grandezza della vita di questi piccoli e a fare memoria delle tante volte in cui invece la vita è scartata”.

Ad un anno di distanza l'evento si replica. Appuntamento il 6 aprile con partenza del corteo alle 18.30 da Piazzale Sant’Agostino per dirigersi in Piazza Grande dove la conclusione verrà affidata proprio al vescovo che parlerà personalmente. “Il messaggio principale che vogliamo dare è che ogni bambino ha diritto a nascere e ad essere accolto dalla nostra società, l'accoglienza di questi bambini è possibile anche in situazioni di difficoltà. Contemporaneamente vogliamo ricordare un'ingiustizia che avviene, le bambine e i bambini privati del diritto alla vita, in particolare i 615 bimbi abortiti legalmente nel Policlinico di Modena, un bambino concepito su 5, ma anche tutti gli altri; un ingiustizia anche verso le loro mamme e i loro papà, che normalmente abortiscono perché costrette da persone o circostanze esterne.

E' un'occasione in cui stimoliamo tutta la società, a partire da noi stessi, a scoprire il valore incredibile di ognuno di questi piccoli, ognuno amato da Dio in modo straordinario, ognuno con una missione unica da svolgere nel mondo; e anche a porre attenzione al dolore clandestino delle tante madri che hanno abortito e convivono con una ferita dolorosa”, prosegue Mazzi che alla città fa una richiesta spepcifica: “Chiediamo più diritti per i bambini e più sostegno e rispetto verso le loro mamme, non abbiamo ricette preconfezionate su cosa fare, quali leggi adottare, ma diciamo innanzitutto che non è più il tempo di rimanere indifferenti, che occorre porre queste persone al centro; proprio per questo come credenti interveniamo su un tema che non è confessionale, ma riguarda tutta la società”.

Oltre alla presenza del vescovo, che rappresenta un importante accreditamento per l’associazione di don Benzi un altro elemento di novità è il taglio ecumenico della preghiera: “Con noi infatti parteciperanno anche alcune comunità cristiane non cattoliche, ortodosse ed evangeliche, che condividono gli elementi di fondo dell'iniziativa, nello spirito di un ecumenismo della diaconia in cui si promuovono collaborazioni a servizio dei soggetti più deboli della nostra società”.