Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
ITINERARI DI FEDE

A Verona con il Tiziano per contemplare l'Assunta

Stilemi gotici e romanici si intrecciano sulla facciata della cattedrale di Verona, nata dalle ceneri di due preesistenti chiese paleocristiane e consacrata a Maria Assunta. Alla Vergine è dedicata anche la grande tela del Tiziano.

Cultura 09_08_2014
Il dipinto dell'Assunta di Tiziano

Stilemi gotici e romanici si intrecciano sulla facciata della cattedrale di Verona, nata dalle ceneri di due preesistenti chiese paleocristiane, distrutte dal terremoto del 1117. Già nel 1187 Papa Urbano III consacrava solennemente il nuovo Duomo, oggetto di successivi ripensamenti per lo più concentrati tra il XV e il XVI secolo. Proprio allora si decise di innalzare il prospetto principale su cui si aprirono anche due bifore ai lati dello splendido protiro che dal 1139 consentiva l’accesso alla chiesa. 

Nicolaus, suo artefice, lo pensò a due ordini sovrapposti, in marmi bianchi e rosati nella parte inferiore,  dove colonne tortili su leoni stilofori sostengono l’arco, e in tufo nell’edicola superiore. La lunetta sopra il portone centrale, custodito dai simulacri di Orlando e Oliviero, paladini di Carlo Magno, è interamente popolata dalle figure dei Re Magi e dei pastori cui viene dato il sorprendente Annuncio. Nicolaus, a sua volta, era subentrato all’architetto e scultore Pelegrinus, cui si deve il progetto primigenio dell’edificio. Sul fianco sud il suo protiro è ricco di elementi simbolici che alludono al Battesimo e all’Eucarestia. 

Gotiche arcate a sesto acuto su pilastri polilobati suddividono lo spazio interno in tre navate ricoperte da volte a crociera, sulle quali si affacciano diverse cappelle. Di queste, a partire dagli anni Trenta del Cinquecento, quella maggiore fu trasformata dall’intervento architettonico del Sanmicheli che la dotò di un monumentale altare e di un tornacoro. Il suo alto basamento, le colonne ioniche e la trabeazione, rigorosamente in marmi pregiati, creano suggestivi effetti chiaroscurali esaltati dalla decorazione pittorica affidata ad un discepolo di Raffaello, Giulio Romano. Sui suoi disegni preparatori Francesco Torbido realizzò l’imponente ciclo con l’Annunciazione nell’ arco trionfale e le scene dell’Assunzione e dell’Incoronazione della Vergine nella cupola e nel catino absidale. Gli apostoli assistono ai miracolosi eventi sporgendosi teatralmente e impetuosamente, con ritratti quasi grotteschi, dalla sottostante illusionistica balaustra.

Negli stessi anni Tiziano Vecellio realizzò per il Duomo la pala della cappella dedicata si SS. Stefano e Lorenzo, il cui altare policromo veniva contemporaneamente rifatto da Jacopo Tatti detto il Sansovino. Inquadrata in un prospetto architettonico dipinto, la tela con l’Assunzione della Vergine riprende il medesimo soggetto della celebre versione di S. Maria dei Frari a Venezia, semplificandone la lettura. Il pittore qui immagina la scena con le guardie addormentate, il sepolcro vuoto e gli apostoli concitati che attoniti rivolgono lo sguardo verso il cielo dove già la Vergine è assisa. 

Nella cappella della Madonna del Popolo si percepisce l’intensa devozione dei veronesi nei confronti di Maria. Un grande arco ornato dai rilievi dell’Annunciazione e della Madonna della Misericordia introduce in un ambiente riccamente rivestito di stucchi e marmi. Nell’urna romana nell’altare si conservano le reliquie del vescovo S. Teodoro e la Sacra Spina del martirio dei SS. Fermo e Rustico.