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inedito

A Messa con Benedetto: non è una cena

Il vaticanista Sandro Magister riporta alcuni stralci dal libro postumo del Papa emerito sulla differenza tra Eucaristia e cena, anche alla luce delle dispute sull'intercomunione.

Borgo Pio 07_02_2023

Sandro Magister riporta alcuni stralci di un testo inedito di Joseph Ratzinger apparso in Che cos'è il cristianesimo (Mondadori, Milano 2023), libro postumo per volontà dello stesso autore. Nel testo, il Papa emerito andava alle origini e al cuore della Messa, toccando anche il tema dell'intercomunione tra confessioni cristiane (cattolici e protestanti) che dell'Eucaristia hanno una concezione radicalmente differente e che oggi «in una Chiesa esteriorizzata, è determinato più da forze politiche e sociali che non dalla ricerca interiore del Signore».

Il Papa emerito smonta anche la riduzione della Messa a "cena": «Già la Chiesa primitiva non ha fenomenologicamente ripetuto la Cena, bensì, al posto della Cena di sera, ha coscientemente celebrato al mattino l’incontro con il Signore, che già nei primissimi tempi non si chiamava più Cena, ma Eucaristia». E non è solo questione di "orari", se di mattina o di sera, poiché «è evidente che non veniva dato il mandato di ripetere l’intera cena di allora, bensì unicamente la nuova offerta di Gesù».

La consapevolezza di trovarsi di fronte ai santi misteri (e non a un banchetto qualunque) spiega inoltre il legame tra comunione e confessione sacramentale: «Quando il contadino, il capofamiglia, si era confessato, nella fattoria regnava un’atmosfera particolare: tutti evitavano di fare qualcosa che avrebbe potuto agitarlo e mettere così in pericolo la sua condizione di purezza in vista dei santi misteri». Oggi assistiamo invece alla «scomparsa quasi completa del sacramento della Penitenza, che, a seguito della disputa sulla sacramentalità o meno dell’assoluzione collettiva, in pratica è scomparso in ampie parti della Chiesa, riuscendo a trovare un certo rifugio solo nei santuari». E «con la scomparsa del sacramento della penitenza si è diffusa una concezione funzionale dell’Eucaristia».