Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Zita a cura di Ermes Dovico
IL LIBRO

A Medjugorie incontrando l'eternità

Il giornalista Riccardo Caniato ripercorre i 32 anni dall'inizio delle apparizioni della Madonna a Medjugorie, i personaggi e i miracoli, coinvolgendo il lettore nel pellegrinaggio verso un luogo in cui incontriamo l'eterno e torniamo cambiati.

Cultura 17_12_2013
Medjugorie, la Chiesa

Nella sua ultima opera Medjugorie. Paradiso solo andata, edito da Ares, il giornalista Riccardo Caniato racconta storie straordinarie, sia miracoli di persone guarite in maniera incomprensibile, sia i frutti di carità e di spiritualità suscitati a Medjugorie.

Dopo Maria, alba del terzo millennio, Il dono di Medjugorie e «La Madonna si fa la strada». Civitavecchia nel tempo di Maria, Caniato torna su quello che Padre Livio Fanzaga ha definito l’avvenimento del secolo XX e si muove con spirito giornalistico, alla ricerca dei luoghi, dei personaggi, dei fatti accaduti in questi trentadue anni, dal 25 giugno 1981, da quando per sei veggenti sono iniziate le apparizioni della Madonna.

Qual è il cuore di Medjugorie? La tradizione della Chiesa ha da sempre riconosciuto nella Madonna la nostra avvocata e mediatrice presso il Figlio Gesù. La Madre, infatti, porta al Figlio e ce lo indica come unica via alla salvezza. Un fedele culto mariano non può che indirizzare a Colui che è «la via, la verità e la vita». La Madonna è stata colei che ha contribuito alla redenzione dell’umanità attraverso l’incarnazione di Cristo. Il fiat che Maria rivolge all’Angelo è il mezzo grazie al quale Dio si è fatto carne. La Madonna ha collaborato alla redenzione del mondo, in un certo modo è corredentrice. Dio ha voluto tutta la disponibilità dell’uomo, Dio ha bisogno degli uomini come recita il titolo di un famoso film diretto da Jean Delannoy. Proprio in grazia dei suoi futuri meriti, Dio ha preservato Maria dal peccato, Lei è la sine labe concepta (la «partorita senza peccato»), l’Immacolata concezione, ricettacolo di misericordia, di pietà e di ogni tipo di carità. La Madonna è per noi continua fonte di speranza cui guardare sempre, anche nei momenti di grande difficoltà: se qualcuno volesse una grazia e non ricorresse a Lei, sarebbe come se un essere vivente fosse sprovvisto di ali e volesse volare.

Chi si reca a Medjugorie non può non avvertire la grazia dell’eterno che è entrato nella vita dell’uomo da duemila anni, ogni giorno, da quando Verbum caro factum est, ovvero da quando «il Verbo si è fatto carne». Da allora il presente spalanca la sua finestra sull’eterno. Molti sono i miracoli accaduti in questi anni. Caniato si sofferma sulle storie di Diana Basile, di Colleen Willard, di Silvia Buso, di Dario Mineo. Molte sono le opere sorte in seno alla parrocchia e dall’avvenimento di Medjugorie. Ma il più grande di tutti i miracoli è sempre la conversione del cuore, il miracolo del cambiamento di coloro che si recano in pellegrinaggio nel paese della Bosnia Erzegovina.

Che cosa porta a casa un pellegrino? Senz’altro pace e tranquillità. Chi ci va (io mi metto tra questi) porta a casa letizia, serenità, speranza e una fede fortificata o rinata. Ha visto una parrocchia cui guardare, il miracolo della conversione di tanti uomini e, magari, anche la propria, l’anelito dell’uomo alla confessione, l’opera di tante persone che, dopo l’incontro con Medjugorie, hanno visto la propria vita cambiata e trasformata. Ha detto Papa Francesco ultimamente: «Questo è camminare nella vita con questo spirito: lo spirito di Dio, che ci aiuta a giudicare, a prendere decisioni secondo il cuore di Dio. E questo spirito ci dà pace, sempre! È lo spirito di pace, lo spirito d’amore, lo spirito di fraternità. E la santità è proprio questo. Quello che Dio chiede ad Abramo - Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile - è questo: questa pace. Andare sotto la mozione dello Spirito di Dio e di questa saggezza. E quell’uomo e quella donna che camminano così, si può dire che sono un uomo e una donna saggia. Un uomo saggio e una donna saggia, perché si muovono sotto la mozione della pazienza di Dio».

Caniato struttura il libro in quattro parti. Nella prima («Il Cielo in Terra») il lettore può ripercorrere la storia delle apparizioni, i messaggi principali di Medjugorie, la visione del Paradiso e dell’Inferno da parte di due veggenti, l’annuncio che «chi trova Dio trova la vita e trova la pace». Nella seconda («Volti e luoghi di Medjugorie») possiamo conoscere più da vicino i  sei veggenti attraverso un’intervista dedicata a ciascuno di loro. La terza parte («Dai loro frutti li riconoscerete») ripercorre storie e interviste ai miracolati, nonché le grandi opere che sono nate (ad esempio la Comunità Il cenacolo). L’ultima parte («Aperti al Mistero») è dedicata alla Chiesa e alla scienza di fronte all’avvenimento di Medjugorie.

Non potevano mancare l’intervista a Padre Livio Fanzaga e la testimonianza diretta dell’autore che racconta la sua storia. Anche Caniato ha incontrato a Medjugorie Cristo e la Chiesa «in modo attuale, concreto, provocante» (Mons. Luigi Negri nella «Prefazione»). La sua vita è cambiata divenendo «maturamente cristiana e la cultura degli inizi della sua esistenza è diventata visione organica della realtà». Nella quotidianità dell’esistenza, di un marito e di un padre di famiglia che ama, di un giornalista che ricerca la verità e la bellezza dell’esistenza, l’avvenimento cristiano illumina ogni giorno di luce nuova i fatti che accadono e la cultura.

Riccardo Caniato. Medjugorie, Paradiso solo andata (ed. Ares, Milano 2013)