A Genova prosegue la Messa in latino
Un decreto di mons. Tasca permette che continui la celebrazione della liturgia tradizionale. Con un piccolo neo logistico ma in un clima sostanzialmente positivo.
È un decreto sostanzialmente in continuità con l'esperienza già in corso da tanti anni, quello, datato 4 dicembre 2022, dell'arcivescovo di Genova, mons. Marco Tasca, che applicando nella sua diocesi il motuproprio Traditionis Custodes permette che la Messa in rito antico possa continuare sine die (senza le "date di scadenza" fissate altrove, con l'obiettivo di far sparire questa venerabile e suggestiva forma della lex orandi).
Lo sottolinea il presidente del Coetus genovese, Guido Ferro Canale, sul blog Messainlatino, che riporta anche integralmente il decreto vescovile e il regolamento per l'uso dell'oratorio di oratorio di S. Antonio abate alla Marina, che d'ora in poi ospiterà le celebrazioni "tridentine" (precedentemente officiate nell'abbazia di Santo Stefano). Le Sante Messe saranno pertanto garantite ogni domenica e festa di precetto. Ferro Canale evidenzia anche la positiva ed equilibrata interazione tra il gruppo di fedeli genovesi e l'arcidiocesi.
Un solo piccolo neo sul piano logistico – che, è bene precisarlo, non è diretto contro la liturgia tradizionale in quanto tale – laddove è richiesto che i fedeli che utilizzano l'oratorio devono contribuire (giustamente) alle spese fisse che la Confraternita si trova a sostenere. Legittimo, ci mancherebbe, ma come osserva Messainlatino, nessun frequentatore della liturgia postconciliare si trova a dover pagare una quota fissa (salvo la libera offerta della questua, che è altra cosa).
In ogni caso, qui e altrove, i vari gruppi di fedeli legati al rito antico hanno dimostrato di essere avvezzi a rimboccarsi le maniche e porre mano alle tasche per custodire quel tesoro liturgico e spirituale che fino a pochi decenni fa era patrimonio della Chiesa intera.