A Dio Martino, amante della libertà e della verità
«Antonio Martino è stato soprattutto un uomo amante della libertà e della verità, che non ha esitato a denunciare le misure illiberali dei governi durante il covid e che non più tardi di una settimana fa criticava le leadership occidentali sul conflitto». Il ricordo di Volontè dell'amico scomparso.
La notizia della nascita al Cielo del caro professore e mio amico Antonio Martino mi ha toccato il cuore, sono profondamente commosso nello scrivere queste parole. Leggo definizioni di liberale, liberista, euroscettico… Antonio Martino era stato Ministro degli Esteri nel primo governo Berlusconi; mentre aveva occupato il dicastero della Difesa rispettivamente nel secondo e terzo governo Berlusconi. Dal 1994 al 2018 era stato deputato di Forza Italia. Eppure l’Antonio da me conosciuto dai banchi dell’Aula di Montecitorio, nelle comuni missioni all’estero, nei rari e profondi colloqui era semplicemente un uomo amante della libertà e della verità, i suoi maestri e amici americani avevano avuto il merito di illuminare questo suo spirito e forgiarne la tenacia.
L’Antonio da me incontrato e con il quale ho scambiato confidenze sulla vita, le balzane cose che si fanno da giovani innamorati, l’amore per le nostre mogli e le nostre figlie, la Chiesa e il Papa, il magistero sociale e la Centesimus Annus, l’imbecillità che avvolge l’Europa e gli Stati Uniti, persino sul Mistero di Dio, non si leggerà nei ricordi ufficiali. Me lo vedo Antonio con il suo sguardo severo e sorridente; perciò, non scrivo se non quello che è possibile, senza che si urtino sentimenti e si svelino segreti di cuori. Sì perché con Antonio, dall’amabile cortesia rivoltami dieci anni orsono nello scrivere la prefazione di un breve raccolta di miei articoli e interventi e nella quale scriveva del suo grande desiderio di veder risorgere il protagonismo degli eredi del cattolicesimo liberale di Sturzo e del liberalismo cattolico di Einaudi, si era creato un legame profondo. Antonio conosceva il significato delle parole e mal sopportava le critiche di Papa Francesco alla proprietà e al libero mercato, ancor meno le misure illiberali imposteci dagli ultimi governi con la scusa di combattere il Covid.
Certamente con Antonio condividevamo l’idea dell’imposta negativa sul reddito (indigesta a molti altri leaders dell’allora coalizione di centro destra) e il buono scuola, ma anche le virtù del libero mercato. Avevamo idee simili sulla ‘imbecillità’ delle leadership recenti di Europa e Stati Uniti.
La puntuale disamina e le serie riflessioni che Antonio ha fatto nella sua ultima intervista a ‘Libero’ sul conflitto russo ucraino, le sue cause e le colpe delle leadership occidentali, restano un punto fermo per chiunque dovrà ricostruire le relazioni internazionali di domani. Gli sprezzanti e realistici giudizi sui disastri prodotti da Obama, sulle inadeguatezze pericolose di Biden e Von der Leyen. L’apprezzamento ma anche le critiche a Trump, dimostrano lo spessore, la schiettezza e la visione dell’uomo, del politico e dell’amore per realtà che era propria di Antonio Martino.
Di molte cose del mondo e della vita avrei voluto tornare a discutere e piacevolmente soffermarmi con lui, per molti versi la peste giustizialista e la lebbra pubblica che mi affliggono da quasi un decennio me lo hanno impedito.
Posso solo immaginare quanto e come coincidessero le nostre convinzioni sull’attuale totalitarismo ideologico e l’ottusità imbecille che và imponendosi e soffocando le libertà personali e sociali. Poco più di anno fa ci scrivemmo, sull’amore per le nostre mogli che cresceva al passare degli anni di matrimonio e su come la famiglia rendesse più pieno il cuore aperto all’infinito.
Si definiva ‘semplicemente liberale’ e lo era, ma Antonio era anche molto di più, era uno di quei conservatori che combattevano per conservare la libertà confidando nella ‘divina Provvidenza’. Non c’è nulla di più eroico e dignitoso di questo. Alla notizia della salita al Cielo di Antonio ho pregato per lui, per sua moglie Carol, le figlie e i nipoti e alla prossima occasione di indulgenza per i defunti, lo spingerò in Paradiso. “Pietà e compassione sono parole appropriate per significare”, scriveva Adam Smith nella sua ‘Teoria dei sentimenti morali’, il mio sentimento di “partecipazione alla loro sofferenza”. L’Italia e noi tutti, liberali cattolici e cattolici liberali, perdiamo un importante amico. Il mio non vuol essere un banale ‘ciao’, ma un convintissimo: “Grazie amico mio, arrivederci a presto!”.