Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Venerdì Santo a cura di Ermes Dovico
VOLEVA POLTRONE DA BONACCINI

Zamagni, l'uomo vaticano svela l'operazione vescovi-Pd

Stefano Zamagni, l'uomo vaticano scelto dai vescovi italiani per fondare un nuovo partito di cattolici, scopre le carte e svela la sua delusione dopo le Regionali emiliane. In realtà strizzava l'occhio al Pd: «Bonaccini non ci ha riconosciuto nulla». Questo endorsement dimostra come l'episcopato italiano si serva di traghettatori di Sinistra e come dopo Ruini, non ne abbiano azzeccata una.

Editoriali 17_02_2020

Eravamo stati facili profeti anche se non avremmo mai immaginato che avrebbe scoperto le carte così smaccatamente: l’uomo scelto dai vescovi italiani per creare un fantomatico nuovo contenitore politico per i cattolici, in realtà fa il tifo per il Pd e dal PD vincitore delle elezioni voleva poltrone. Lui è Stefano Zamagni ed è professore a Bologna, ma anche presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, recentemente è assurto agli onori della cronaca per aver ricevuto l’incarico dai vescovi della Cei di ideare un partito (?), contenitore (?), movimento politico (?) di cattolici in politica.

Uno specchietto per le allodole buono per traghettare a Sinistra quei cattolici che ancora non erano andati nelle file del Pd? Il sospetto era fortissimo, soprattutto dopo la pubblicazione del manifesto nell’ottobre scorso benedetto dal Vaticano. «Equidistante dal Pd e dalla Destra», diceva. Un’utopia a conti fatti. Infatti si è rivelato subito per quel che era.

Prima con la pubblicazione del documento a poche settimane dal voto emiliano promosso dall’Osservatorio regionale della CEER sulle tematiche politico-sociali “Giovanni Bersani”. Un pistolotto verboso per arrivare a strizzare l’occhio al Pd e ad allontanare i cattolici dalla Lega sovranista e populista.

Dietro quell’Osservatorio, di cui fanno parte due referenti per diocesi emiliana, c’era proprio Zamagni che aveva prodotto il documento, tra l’altro cassando le sollecitazioni emerse da altri componenti, mentre la moglie Vera, lo presiedeva. Insomma: una cosa fatta in famiglia.

Molto sospetto, ma in fondo, non è certo per il suo endorsement che Bonaccini ha vinto. Ciononostante ora reclama poltrone. 

Ora Zamagni scopre le carte. E lo fa in un’intervista al Resto del Carlino in cui si lamenta che nella giunta di Bonaccini non c’è nessun cattolico, ma la ormai celebratissima Elly Schlein, lesbica e della Sinistra più laicista.

«Ma come?», si è lamentato Zamagni come un Mastella dei tempi d’oro: «Abbiamo contribuito anche noi alla vittoria di Bonaccini, ma non ci ha riconosciuto nulla». Ma noi chi? A nome di chi parla Zamagni? Forse a nome dei cattolici? E chi sarebbero i nostri uomini? Presto detto: Zamagni cita Giorgio Tonelli, candidato Pd e Lucia Gazzotti, candidata nella Lista Bonaccini.

Un’ammissione in piena regola: mentre riceveva legittimazione dai vescovi emiliani a parlare di politica in nome e per conto loro, come sta facendo anche a livello nazionale su mandato del  presidente Cei Bassetti, Zamagni stava lavorando sotto sotto per mandare in viale Aldo Moro dei cattolici come piacciono a lui: di sinistra.

Immaginate la delusione del povero professore prodiano quando ha visto che invece che premiare il suo impegno, Bonaccini ha promosso la brillante Schlein, che tra un diritto gay e l’altro, diventerà presto un punto di riferimento per la Sinistra. A farci la figura del cortigiano cornuto e mazziato non si sta bene. Così, vendetta tremenda vendetta, Zamagni ha minacciato: «Nel 2021 correremo con una nostra lista», ha detto annunciando l’intenzione di scendere in campo per le amministrative bolognesi. Dalle parti del partitone rosso stanno già tremando nell’immaginare a quanti voti drenerà da Sinistra la nuova lista zamagnana. Che poi, si è capito, alla fine ci si ritroverà tutti insieme, in un modo e nell’altro. Perché l’obiettivo dell’attuale corso Cei non è certo quello di mettere i bastoni tra le ruote ai dem e alla loro idea di immigrazione e di nuovi diritti.  

Questo endorsement smaccato svela ancora una volta come i vescovi italiani si servano di traghettatori di Sinistra e come in fatto di politica, dopo Ruini non ne abbiano azzeccata una. E pensare che più di uno di loro in questi mesi, sulle buone intenzioni di Zamagni, ci era anche cascato…