Youtubo, basta ingozzarti. Sei più di un tubo digerente
Dentro il fenomeno di Omar Palermo, in "arte" Youtubo, che mostra le sue performance mentre ingurgita di tutto in quantità enormi, c'è molto più dell'esibizionismo da solitudine. E' un suicidio assistito in diretta, alimentato dalla malvagità social che lo spinge a ingozzare sempre di più per compiacere gli altri. Un disperato modo per dire di esistere. Ma che deve finire perché noi siamo molto di più di un tubo digerente.
A qualcuno sarà capitato, talvolta, di vedere, in un ristorante, un obeso che mangia da solo e si ingozza. Uno spettacolo di immensa tristezza che ora è diventato un fenomeno virale sul web. Il protagonista si chiama “Youtubo Anche Io” e il nome, da solo, pare affermare: “Anche io esisto in quanto presente su Youtube, in quanto sono esclusivamente un tubo digerente”.
I video contengono perfomance diverse, in cui questo nuovo “influencer”, con fare serafico, divora 1 kg di salmone affumicato, oppure 80 pepite di pollo del McDonald, 40 merendine Kinder seguite da un pollo arrosto, 2 kg di tiramisù, una torta intera o un baule di pastasciutta.
Parla poco Omar Palermo, 39 anni, dalla sua cucina anni ’70 in uno sperduto paesino calabrese e invita i suoi followers ad iscriversi e a seguirlo sempre più, in un’orgia di click e patatine fritte.
Praticamente si tratta di un suicidio in diretta: con i suoi probabili 170 kg e quel regime alimentare, Omar galoppa di gran carriera verso ictus, patologie coronariche, infarto, diabete, tumore, sindrome metabolica etc.
Spiega Livio M., un utente che ci ha segnalato il caso: “E’ anche un suicidio assistito, nel senso che se alcuni suoi seguaci lo scherniscono con quella crudeltà che si vedeva solo in film come Freak o Elephant Man, la stragrande maggioranza dei suoi fan, che lo chiama “Maestro”, lo ammira maliziosamente, lo difende, lo incita a fare di più, a ingurgitare sempre più cibo per vedere fino a quale limite può arrivare: “Aggiungi un polletto di rinforzo”! “A 300.000 followers voglio che ti mangi una torta nuziale” e via di seguito”.
Qualcuno che lo mette brutalmente in guardia sulla sua salute c’è, ma Youtubo gli risponde dal video: “A Marco da Savona: dici che sono ciccione e che non devo fare la scarpetta. E perché mai?”. E contemporaneamente, con un lampo di sfida che brilla da dietro gli occhiali, stacca da una pagnotta un enorme pezzo di mollica per intingerla nel sugo di un monumentale piatto di paccheri pachino e pesce spada.
Il suo successo in effetti è giustificato dal fatto che i suoi video sono morbosamente ipnotici: quel ritmo pachidermico, lo strano rumore delle possenti ganasce, i modi compiti che contrastano con le briciole che gli cadono dal mento, le frasi episodiche fra le quali ne abbiamo colto una che spezza il cuore: “Se voi non foste qui con me, avrei mangiato da solo”.
Il massimo del disgusto però lo raggiungono le aziende che gli inviano pacchi di cibarie da sponsorizzare, probabilmente confortati dagli utenti “liberali” che sostengono che la vita è di Youtubo e che ci fa quello che gli pare.
Omar Palermo è certamente figlio del suo tempo, di un’Italia senza lavoro per i giovani, di una famiglia che ha perso ogni autorità, di un Meridione senza speranza che si butta sul cibo, di una socialità che è degenerata in social, del nuovo mito di una celebrità momentanea acquisita al prezzo della propria dignità e salute.
E’ anche l’epigono italiano dell’ennesima moda statunitense chiamata “food challenge” che coinvolge tuttavia omaccioni muscolosi ed esuberanti che si affrontano in goliardiche abbuffate in stile Bud Spencer.
Un mondo ben lontano dalla modesta cucina di questo ragazzo solo che riempie il proprio vuoto emotivo con sushi, merendine e maccheroni. Eppure, i suoi primi video erano diversi: il trasloco della stufa a pellet del nonno, il lavaggio della macchina o semplici, ma coerenti lezioni di storia tratta dai libri scolastici. Il successo è arrivato, però, solo con le abbuffate e lui si è seduto sopra l’alloro (e il rosmarino).
Se queste mode hanno influenzato una persona in condizioni di disagio interiore, Youtubo incarna – è il caso di dire – l’ultimo sdoganamento. Siamo dunque alle soglie del Fat Pride, del “grasso è bello”? Un comportamento alimentare nefasto e vergognoso assurge adesso al rango di arte, di performance condivisa, tanto da far tributare al suo guru il titolo di Maestro. Presto vedremo i “diversamente magri” sfilare per le città, su carri allegorici ornati da festoni di bucatini all’amatriciana, protestando contro i dietologi oscurantisti e razzisti, contro le famigliole borghesi e antiquate che si ostinano a mandare i figli a fare sport consentendo, in tal modo, il permanere di assurdi stereotipi sugli obesi. Chi non abbraccerà questa battaglia di civiltà, con il solito parterre di cantanti, attricette e politici di sinistra, con tutti i diritti annessi e connessi, dovrà essere considerato un “obesofobo” e trattato come tale.
Omar Palermo è una persona che, a suo modo, chiede di essere amata. Questo è un problema che riguarda alcuni miliardi di persone, ma vi è modo e modo di rispondere a questa esigenza. Il prossimo apripista sarà un malinconico tabagista che farà dei video fumando 60 sigarette una dietro l’altra? Cosa ci aspetta precipitando su questa china?
Tutti vorremmo che Omar smettesse di perseguire la sua autodistruzione per rimettersi in carreggiata, ma anche che si rendesse conto del terribile cattivo esempio che sta portando in un paese in cui la percentuale di bambini e adolescenti grassi è aumentata di quasi 3 volte dal 1975 a oggi. Attualmente abbiamo 6 milioni di obesi che gravano sul bilancio nazionale per 9 miliardi di euro.
Caro Omar, tu sei molto più di un tubo digerente; sei un’anima immortale e hai dimostrato di avere dei talenti, come quello di saper spiegare la storia in modo semplice e affabile. La tua riabilitazione è dietro l’angolo. Potresti usare il tuo aspetto simpatico per diffondere cultura, magari per aiutare i ragazzi nello studio con i tuoi video, oppure per dare alla comunità internettiana un esempio di riscatto totale, mettendoti a dieta e diventando uno sportivo. Il vero successo è dietro l’angolo, basta volerlo.
Ma così non va. Fai del male a te stesso e agli altri.
Sarebbe interessante scoprire se certa Chiesa di oggi non ti accogliesse serenamente anche con il tuo vizio capitale, la Gola, che ti sta uccidendo, battendoti la mano sulla spalla e magari facendoti servire da un pasciuto cardinale una bella pizza prosciutto e funghi. Ma noi ti vogliamo bene.