Voto sulla droga, l'intervento di Alessandro Pagano
Passa alla Camera, con 335 voti favorevoli e 186 contrari, la fiducia che il governo ha posto sul decreto legge sulle tossicodipendenze. Si distingue fra droghe leggere e pesanti. Questa è la dichiarazione di voto dell'onorevole Pagano (Ncd)
Passa alla Camera, con 335 voti favorevoli e 186 contrari, la fiducia che il governo ha posto sul decreto legge sulle tossicodipendenze. I lettori hanno già familiarizzato con questo tema, grazie all'ultimo intervento di Alfredo Mantovano, all'audizione di Giovanni Serpelloni (capo del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio) e alla breve storia sulle leggi anti-droga negli ultimi 24 anni. Riportiamo, qui di seguito, il testo integrale della dichiarazione di voto dell'onorevole Alessandro Pagano, deputato del Nuovo Centrodestra.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'occasione di questa dichiarazione di voto e anche di questa diretta televisiva mi consente, in premessa, di spiegare alcune cose che sono state in parte anche dette ma che è bene ribadire. In primo luogo, la Corte costituzionale non ha mai detto che la «legge Fini-Giovanardi» è sbagliata nel merito; ha detto che alcune parti, l'articolo 4-bis e il 4-ter di quella legge erano illegittimi perché introdotti in modo disomogeneo, in quanto inseriti in un decreto-legge estraneo per materia.
In secondo luogo, mai e poi mai la Corte costituzionale si è pronunciata contro la legge in quanto tale. Essa nel merito addirittura viene tutelata e c’è un buon motivo perché ciò avvenne. I risultati, d'altronde, parlavano per essa. Dal 2007 il consumo delle droghe diminuisce e anche il numero delle morti (sto citando fonti del Consiglio nazionale delle ricerche). Certamente c’è un problema di sovrappopolazione carceraria che va esaminato in quanto tale mediante l'uso della riabilitazione in centri di recupero, ma anche qui i dati del DAP del 2012, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, ci dicono che c’è stata una diminuzione delle detenzioni dovute a materie di questo genere.
In terzo luogo, la «Fini-Giovanardi» è una legge simbolo, che ha dato prova di una cultura della vita priva di concessioni e che si oppone, senza ombra di dubbio, a quella cultura dello spinello tanto di moda negli anni Settanta, quando «farsi la canna» era un gesto di trasgressione giustificato, una trasgressione che molti non hanno esitato a definire «cultura della morte». Questo è il motivo, quindi, di tanta ostilità a questa legge da parte di certi ambienti di una sinistra piaciona e chic che tollera il consumo della droga, a dir loro leggera, o anche di certi ambienti del MoVimento 5 Stelle perché ancora prigionieri di ideologie. Ma le droghe sono droghe e basta. Sono dannose per definizione, in quanto sostanze estranee alla normale fisiologia umana. Ecco perché hanno cercato di bruciare la «Fini-Giovanardi» che, purtroppo per loro, la Corte ha giudicato valida nel merito. E non riuscendoci, hanno immaginato di fare passare un messaggio falso e fuorviante e, cioè, che questo decreto-legge, oggi in approvazione, ha sancito la differenza, anche detentiva, fra droghe leggere e droghe pesanti.
Ma così non è. Grazie alle battaglie del Nuovo Centrodestra, che ha sostenuto in ogni ambito politico, questo principio non è passato. A scanso di equivoci questo è il testo – emendamento 1.700 del Governo – approvato in Commissione, che leggo testualmente: «Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque commette uno dei fatti previsti dal presente articolo per mezzi, modalità, circostanze, qualità e quantità delle sostanze, che sia di lieve entità, è punito con la pena della reclusione da 6 mesi a 4 anni». Emendamento 1.700 del Governo, passato in Commissione! Quindi, il consumo di lieve entità è punito da 6 mesi a 4 anni, con un abbassamento di un anno rispetto a prima. Ma il principio della differenza fra droghe leggere e droghe pesanti, in quanto tale, non è passato. Questo dà il senso della presenza del Nuovo Centrodestra in questo Governo e ciò lo dico a vantaggio sia dei catastrofisti, che hanno gridato alla sconfitta, sia a vantaggio di coloro che volevano fare passare l'idea di una legge tollerante.
Ma non è solo questo quello che è accaduto. Ricordo che, grazie al lavoro di denuncia e di allarme, abbiamo fatto rilevare, in sede di Commissione, che c'era un errore grossolano, per cui si stavano di fatto per liberalizzare le droghe mediante un emendamento che allargava a dismisura il concetto – lo dico tra virgolette – «di uso esclusivamente personale di qualsiasi tipo di droga». L'emendamento è stato corretto e oggi sarà il Ministro della salute, con un suo decreto, che stabilirà il limite massimo nell'uso personale. Detto questo, adesso parliamo delle criticità, perché ci sono. Ci sono e certamente noi le combatteremo strenuamente a cominciare da qui, da questa dichiarazione, dove preannunzio il voto favorevole alla legge da parte del Nuovo Centrodestra, ma che ci vedrà in Senato strenui combattenti per aggiustare un passo della norma che noi consideriamo devastante da un punto di vista antropologico. Devo osservare e far sapere all'opinione pubblica che quanto ascoltato in Commissione è drammatico: nel 2011 i ricoveri ospedalieri causati da intossicazione da droga hanno fatto registrare un 16 per cento per colpa della cannabis ed il 60 per cento per gli oppiacei, soprattutto eroina, ma nello stesso anno però i minori ricoverati, perché intossicati da cannabis, sono stati il 44,2 per cento, il che significa che la canna fa male al punto da mandare in ospedale e che fa male soprattutto ai giovani. Non solo: la prima causa di morte giovanile sono gli incidenti stradali per l'uso della cannabis, che rallenta i tempi di reazione, e la seconda causa di morte giovanile è per i suicidi, a cui non è estraneo l'uso delle canne. È dimostrato che le canne di ultima generazione, quelle che sono modificate geneticamente – sì perché ci sono anche le modifiche OGM non solo per i pomodori o le lattughe, ma anche e soprattutto, per colpa della criminalità organizzata, sulle canne di provenienza vegetale – ebbene queste canne di nuova generazione, modificate geneticamente, sono dieci-venti volte superiori in termini di tossicità rispetto a quelle fumate venti anni fa.
Queste droghe, che qualcuno superideologizzato continua a definire leggere, distruggono irrimediabilmente le cellule neuronali, abbassando memoria e quoziente di intelligenza e facendo aumentare nei nostri poveri ragazzi le schizofrenie. Questo è il risultato di chi si fa una nuova canna. Ebbene, questi dati drammatici ci portano a dire che, nell'arco di quattro o cinque anni, avremo una catastrofe antropologica, con una generazione di ragazzi e adolescenti che si troveranno a fumare canne con THC ad altissima percentuale di principio attivo e che li distruggerà cerebralmente. A fronte di ciò, le Commissioni giustizia ed affari sociali hanno rifiutato di affrontare un emendamento logico del Nuovo Centrodestra e del gruppo Per l'Italia. E mi domando: dove erano in Commissione Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega? Questo emendamento mirava ad equiparare la cannabis di origine vegetale ad alto dosaggio di tetraidrocannabinolo alla cannabis invece di origine sintetica, quella di origine chimica, cioè le pillole. Per cui, se uno assumerà una pillola in discoteca con THC elevato, sarà passibile di reato, mentre se fuma uno spinello con uguali effetti dannosi e nocivi sarà tollerato. Ciò è gravissimo, è inaccettabile, perché questo messaggio su Internet porterà ad un inno all'autodistruzione, perché passerà il messaggio che ciò è lecito, e ciò che è lecito è anche buono e se non è buono è comunque non nocivo. Le leggi, cari colleghi, orientano le coscienze e oggi molti in questo Parlamento si stanno assumendo una gravissima responsabilità morale, perché sta passando un principio che noi denunziamo. Ricordo a tutti infatti che, dopo dure proteste, il nostro gruppo, a cominciare dal sottoscritto, e il gruppo Per l'Italia sono usciti fuori dalla Commissione, visto che non è stato consentito di poter dialogare su questo argomento. E ancora una volta mi chiedo dove erano i colleghi di Forza Italia, dov'erano i colleghi della Lega, dov'erano i colleghi di Fratelli d'Italia. Per questo al Senato vi diciamo che questa norma cambierà, costi quel che costi. Per noi del Nuovo Centrodestra la vita è sacra. Come è stato già detto dal nostro leader più volte, Angelino Alfano, la vita c’è chi la dà e chi la toglie, ma quel qualcuno non è il Parlamento, quel qualcuno ha la «Q» maiuscola e si chiama Dio. Nessun altro può arrogarsi per malafede o per ignavia questo diritto. Ed è ovvio che le morti cerebrali causate dalle nuove droghe ad alto contenuto di THC sono da far rientrare in questa definizione. In Italia e in Europa vi è un'emergenza educativa che crea dis-orientamento: i giovani di oggi sono in un deserto valoriale, privo di punti di riferimento, con un'incapacità a costruire qualsiasi progetto esistenziale. La cultura dello spinello, dello sballo, oggi più che mai, per i motivi che ho appena detto, alimenta questa crisi antropologica.
Nessuna droga è leggera, nessuna, e in questo il Nuovo Centrodestra si porrà sempre come un baluardo. Pertanto dichiariamo – mi avvio alla conclusione, Presidente – il voto 36, cosiddetto «decreto favorevole all'impalcatura di questo decreto-legge n. stupefacenti», perché mantiene l'impalcatura della legge Fini-Giovanardi, ma con l'impegno che al Senato, così come anche auspica il Corriere della Sera, oggi, in un suo corsivo in prima pagina, per un elementare principio di ragionevolezza, il Nuovo Centrodestra farà passare la norma che assimila la cannabis ad alta concentrazione di tetraidrocannabinolo alle droghe più pericolose di tipo sintetico.
*Deputato Nuovo Centrodestra