Vita di Maria nella cattedrale di Atri
Il commiato di Maria dagli Apostoli, scena tratta da un Vangelo apocrifo, è il soggetto del noto affresco di Andrea De Litio e parte di un ciclo sulla vita di Maria, capolavoro del Rinascimento, ambientato nella cattedrale tipicamente medioevale di Atri.
Nei Vangeli apocrifi si narra del commiato di Maria dagli Apostoli, convocati dalla Vergine dopo essere stata informata della sua imminente morte da un Angelo. Ambientato nell’architettura di una chiesa, di cui sono ben visibili la volta a botte sorretta da colonne di marmo e il presbiterio con la sua crociera, l’episodio è rappresentato nel coro della chiesa concattedrale di Atri, intitolata a Santa Maria Assunta. È una delle scene più note degli affreschi realizzati da Andre De Litio tra il 1460 e il 1481, ispirati alla Vita di Maria, a cominciare dalla Sua infanzia che, accanto a Lei, vede protagonista S. Gioacchino. Il ciclo si sviluppa sulle pareti procedendo dal racconto della cacciata di Gioacchino ed Anna dal Tempio per concludersi con l’Incoronazione della Vergine tra un tripudio di Evangelisti, Dottori della Chiesa, Santi e personificazioni di Virtù che ci guardano dalle colonne e dalle vele della volta. Caratterizzato da dovizia di particolari ed intensa vena narrativa, che non tralascia riferimenti alla cultura e alla tradizione contemporanea al suo artefice, il ciclo si presenta come la massima espressione, in termini di qualità ed estensione, del Rinascimento abruzzese.
Tipicamente medievale, invece, è l’edificio eretto da Raimondo di Poggio e Rainaldo d’Atri, sul luogo di una precedente chiesa romanica, tra il 1260 e i primi anni del secolo successivo. La facciata, in pietra d’Istria come tutto il rivestimento esterno, oggi delimitata da un coronamento lineare, era un tempo cuspidata secondo lo stile gotico. Sulla sua monumentale superficie si inserisce uno splendido portale sormontato da un grande rosone. Il primo dei tre portoni del lato destro è una Porta Santa, eccezionale privilegio concesso a solo sette chiese nel mondo, solennemente aperta ogni anno in occasione della festività dell’Assunzione. Sul lato opposto, nel 1264, si diede inizio alla costruzione del campanile, concluso solo nel Cinquecento da un architetto lombardo che sovrappose alla struttura di base un ottagono cuspidato.
Le tre navate interne sono separate da colonne che conservano ancora gli originali capitelli. Oltre al ciclo del De Litio, lo spazio è davvero ricco di preziose testimonianze pittoriche di epoche diverse, dovute, per lo più, al mecenatismo dei duchi d’Atri, gli Acquaviva, e ai vescovi. Una delle più antiche è, sul fondo della navata sinistra, l’affresco dell’Incontro dei Tre Vivi e dei Tre Morti, tema caro alla letteratura per lo più di area francese, emblematica allegoria, datata alla metà del Duecento, della Vanità delle cose di questo mondo.