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EDITORIALE

Violenza sulle donne, l'unico antidoto è Cristo

La Giornata internazionale che si celebra oggi è figlia del pensiero unico che non le donne ha a cuore, ma la distruzione della famiglia. Basta guardare l'Home page di Repubblica.it per rendersi conto di questa ipocrisia. E chi parla di Asia Bibi, delle milioni di donne abortite in Cina o anche della prof di Moncalieri ingiustamente accusata di essere omofoba?

Editoriali 25_11_2014
Giornata mondiale violenza contro le donne

25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne. Un titolo per tutti, che abbiamo scovato nascosto nelle pagine di cronaca locale, che nessuno penserà di allineare a quelli, roboanti e ideologici, con cui i media celebrano la giornata: La prof non fu omofoba». Il consiglio scolastico chiude il caso (clicca qui). «Adele Caramico, docente dell'istituto Pininfarina di Moncalieri, era stata accusata di aver tenuto una lezione anti-gay. Le autorità scolastiche dopo l'inchiesta affidata al preside: L'insegnante ha dato conto di tutte le opinioni sull'argomento». 

L'insegnante aveva semplicemente parlato chiaro, pur sapendo che, sono parole sue, «affrontare questi temi è come attraversare un campo minato. Si rischia di essere fraintesi. Quando si parla di clima da caccia alle streghe non si dice una cosa molto lontana dalla realtà: c'è chi strumentalizza e manipola le parole per fini ideologici». 

Le streghe, appunto. Ricordate lo slogan femminista: «Tremate, tremate, le streghe son tornate!»? Ma se la strega è una donna, professoressa per giunta, non una stereotipata femmina tutta pargoli, grembiule, pentole e aspirapolvere, linciata e processata per aver detto quello che ormai nessuno vuol sentir dire, beh allora che caccia alle streghe sia, con le streghe di ieri in prima fila a bruciare, mediaticamente, le streghe di oggi. 

Come Asia Bibi in Pakistan, o le milioni di bambine abortite in Cina, per le quali nessuno sa indignarsi e manifestare, perché significherebbe mettere in discussione la più grande delle conquiste delle streghe di ieri, l'aborto. Anche questa è violenza sulle donne, o no? 

Ma sappiamo che, purtroppo, anche questa giornata è figlia dello stesso pensiero unico che non le donne ha a cuore, ma la distruzione della famiglia, di cui la donna secondo Dio è pilastro fondamentale. Non troverete oggi una sola parola sulla violenza perpetrata nei confronti della sua natura di moglie e madre, anzi. Moglie e madre sono modelli da rivedere urgentemente. 

E se per farlo le donne fanno uso del proprio corpo, ben venga anche questa forma di autodeterminazione. Poco importa se proprio questo era un cavallo di battaglia delle femministe di ieri, indignate sull'uso degenerato di quel corpo. Ma che fosse un'ipocrisia lontana anni luce dalla verità che risplende nell'immagine divina impressa nel corpo femminile, lo si comprende finalmente oggi, e non solo grazie alle squallide perfomance delle Femen, corpi prezzolati al servizio degli stessi che hanno in agenda la polverizzazione della famiglia rivelata nella Scrittura. 

Basta aprire la pagina di Repubblica edizione online di oggi: da una parte gli articoli politically correct sulla giornata contro la violenza sulle donne, e a solo un centimetro di mouse, una slideshow su Jennifer Lopez mentre si esibisce agli American Music Awards. Che sia lei la nemesi storica di un femminismo che chiedeva libertà e autodeterminazione, e si è ritrovato ingabbiato nella carne? Le grazie di una bella donna offerte gratis al sollazzo dei maschi perversi, sempre in cerca di carne di cui saziarsi, è questo l'approdo di chi voleva liberare le donne? Più schiave di mai sono diventate. 

No, non ce ne stupiamo, sappiamo bene che cancellando Dio dall'orizzonte il primo a scomparire con Lui è l'uomo, creato a sua immagine maschio e femmina. La violenza contro le donne nasce qui, dove il demonio l'ha infilzata con la sua menzogna più grave. Non a caso si è rivolto a lei, sapeva che sarebbe bastato strapparle di dosso l'immagine che le aveva donato il Creatore per far fuori, di conseguenza, anche Adamo. 

No, Eva non doveva più dipendere da Dio, e per questo neanche dall'uomo da cui era stata tratta. Dipendere che è la sottomissione colma d'amore nella quale brilla l'attitudine della creatura che si realizza nell'obbedire alla volontà di Colui che l'ha creata, l'unica che conduce al suo bene autentico. Spezzato il filo di confidenza che lega la donna all'uomo e i due al Padre, tutto diviene possibile. Tutto ciò a cui assistiamo, e che nessuna legge, campagna mediatica, lezione a scuola o Giornata mondiale contro la violenza potranno arrestare. Il cortocircuito che vediamo sul sito di Repubblica è quello che regna nei nostri cuori. 

Tutto e il contrario di tutto è ormai lecito, perché in tutto c'è un frammento inalienabile di verità che determina scelte e comportamenti: il sesso tra adolescenti, ad esempio, perché no? Anzi, vendiamogli i profilattici a scuola, dalle medie in su. Lasciamoli affogare nei social networks, imprigionati in relazioni claustrofobiche nelle quali si danno l'un l'altro come oggetti, semplici da maneggiare come se l'amore fosse un click su un "mi piace", basta niente per dirlo o contraddirlo. 

Cresciamoli senza offrire loro la dignità autentica, incapaci di stare in piedi nella vita perché attaccati disperatamente al respiratore artificiale di relazioni effimere ma tragicamente carnali. Per poi meravigliarci se non distinguono più la ragazza o la moglie dalla pornostar sulle cui immagini hanno studiato, indisturbati, la sessualità. Se, dopo aver gettato se stessi, acerbi e immaturi, nel pozzo della passione, si ritrovano senza senso e ragione per vivere quando l'altro si è stufato. E per questo arrivano, uomini e donne, a compiere atti inconsulti: si uccidono come mosche gli adolescenti in crisi perché lasciati dal partner, infinitamente di più di quelli che si accaniscono sull’altro per vendetta. Sono già morti dentro, e devono trascinarci dentro chi ritengono responsabile della fine del loro sogno d’amore. È l'illusione che genera la violenza, e l'illusione è sempre figlia della menzogna. 

C'è un solo modo per celebrare, ogni-anno-ogni-giorno, la giornata contro la violenza sulle donne: risuscitare questa generazione morta interiormente annunciando il Vangelo alle donne e agli uomini, che dal loro corpo, santo e benedetto, hanno origine. Annunciando che Cristo è risorto e ha vinto la morte, e la sua vita che non si esaurisce è un dono preparato per tutti. Chi la accoglie può amare davvero, entrando senza fuggire nelle sofferenze e nei sacrifici che qualunque relazione suppone. Accettando anche i fallimenti, perdonando e pazientando, perché la vita di Cristo risorto zampilla sempre e non finisce, riducendo così l’assoluto di qualsiasi relazione nella sua giusta dimensione. 

I fidanzati gustando le gioie dell’attesa che cerca con discernimento i segni per la grande decisione. Gli sposati nutrendosi dell’amore di Dio che li riconduce, giorno dopo giorno a perdonarsi con pazienza. Questo amore, infatti, ha distrutto la menzogna del demonio sulla Croce del Figlio, facendo risplendere in Lui, di nuovo e per sempre, la bellezza e la dignità di ogni persona, uomo e donna. Uniti a Lui possono rialzarsi e camminare nella vita, sostenuti dalla spina dorsale della Croce, sulla quale sapranno distendere le braccia e donarsi senza esigere nulla dall’altro, rispettandolo e onorandolo in quanto immagine pura di Dio. 

È dunque Cristo l’unico antidoto alla violenza sulle donne! Lui solo ha consegnato gratuitamente la vita per riscattare la sua Sposa, la Chiesa. In essa Dio ama ogni donna e ogni uomo, e per questo la invia ogni giorno a cercarli sino agli estremi confini della terra, anche quelli della confusione ideologica iniettata dal demonio, per riabbracciarli e ricrearli nella misericordia.