Vietato finanziare il Cassero
Una normativa regionale vieta al centro Cassero di Bologna di ricevere fondi regionali perché sostiene la pratica dell'utero in affitto.

Il famigerato centro LGBT il Cassero di Bologna sostiene la pratica della maternità surrogata, da poco diventata in Italia reato universale. Ma i membri del Cassero si sono accorti di un problema, un problema che è dato, per paradosso, dalla Legge Regionale n° 15 del 2019, una normativa pensata dalla Regione Emilia Romagna per contrastare le discriminazioni a danno di omosessuali e transessuali. Questa legge così dispone: «fermo restando quanto previsto dall’articolo 12, comma 6, della legge 19 febbraio 2004, n. 40, la Regione non concede contributi ad associazioni che nello svolgimento delle proprie attività realizzano, organizzano o pubblicizzano la surrogazione di maternità».
Dunque la legge regionale ricorda il divieto di pubblicizzare la maternità surrogata da parte della legge 40/04. Da tale divieto deriva un altro divieto, quello di non elargire fondi regionali alle realtà associative che invece pubblicizzano questa pratica. Come fa il centro il Cassero.
Quindi il Cassero in futuro non dovrebbe ricevere un becco di un quattrino dalla Regione Emilia Romagna non solo per quelle iniziative legate alla maternità surrogata, ma per qualsiasi iniziativa dato che la legge non finanzia chi sostiene questa detestabile pratica.