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VENERDI' SANTO

Via Crucis dei cristiani Ottava stazione: Werner Groenewald (Afghanistan)

Lo scorso dicembre a Kabul, la capitale dell’Afghanistan, i talebani hanno fatto irruzione in casa di Werner Groenewald e lo hanno ucciso insieme ai suoi due figli di 15 e 17 anni. Groenewald era un cooperante cristiano originario del Sudafrica e l'Afghanistan è lo stato più pericoloso per i cooperanti cristiani.

Ecclesia 27_03_2015
Werner Groenewald

L'idea nasce nella diocesi di Ivrea: una Via Crucis dedicata ai cristiani perseguitati nel mondo, in cui ogni stazione corrisponde a un caso, a una comunità cristiana colpita, a un Paese. E noi vogliamo riprendere questa idea e proporre ogni giorno, fino al Venerdì Santo, una storia di un cristiano o di un gruppo di cristiani. Una storia di persecuzione, ma anche di testimonianza di fede. Perché così sperimentiamo la comunione con i nostri fratelli, possiamo pregare per loro e anche imparare da loro a vivere la fede nelle circostanze che Dio ci dona; e desiderare la nostra conversione più di ogni altra cosa.


Lo scorso dicembre a Kabul, la capitale dell’Afghanistan, i talebani hanno fatto irruzione in casa di Werner Groenewald e lo hanno ucciso insieme ai suoi due figli di 15 e 17 anni. Poi hanno dato fuoco all’abitazione. La moglie di Werner, Hannelie, si è salvata perché in quel momento era al lavoro nell’ospedale in cui presta servizio.

I coniugi Groenewald, cristiani originari del Sudafrica, erano entrambi in Afghanistan dal 2002 per conto della cooperazione internazionale. Ma si era diffusa la voce che in realtà fossero dei missionari incaricati di convertire i musulmani al Cristianesimo. Quello contro Werner è stato l’ultimo di una serie di attentati compiuti nel 2014 contro i cooperanti cristiani che si prodigano per la ricostruzione del paese, accusati dai talebani e sospettati da una parte della popolazione di svolgere opera di proselitismo. originario del Sudafr

L’Afghanistan è forse lo stato più pericoloso per i cooperanti cristiani. La costituzione afghana non riconosce l’esistenza di cittadini cristiani. Nel paese non ci sono chiese. I pochi credenti praticano la fede in assoluto segreto. Essere scoperti a pregare o in possesso di materiali cristiani può costare la vita. Gli afghani che si convertono sono considerati traditori, vengono espulsi dalle loro comunità, rinnegati dagli stessi parenti e non di rado uccisi. Alcuni, per non destare sospetti, continuano a frequentare la moschea.

Ma c’è un cristiano, uno solo, al sicuro: è Rula Ghani, moglie del presidente eletto nel settembre 2014, Ashraf Ghani, che è una cristiana di origine libanese. Porte Aperte, l’associazione internazionale impegnata nella difesa dei cristiani perseguitati, esorta a pregare perché Rula possa far cambiare atteggiamento nei confronti dei cristiani. 

 

- PRIMA STAZIONE: SALEM MATTI KOURK (IRAQ)

- SECONDA STAZIONE: KIM SANG-HWA (COREA DEL NORD)

- TERZA STAZIONE: ASIA BIBI (PAKISTAN)

- QUARTA STAZIONE: ZAKARIA JADI (NIGER)

- QUINTA STAZIONE: I CRISTIANI DI KO HAI (LAOS)

- SESTA STAZIONE: DOUGLAS OCHWODHO (KENYA)

- SETTIMA STAZIONE: HIKKADUWA (SRI LANKA)