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CINA

Vescovo ufficiale ordina due sacerdoti. Vescovo "sotterraneo" assente

A Mindong il vescovo ufficiale, mons. Zhan Silu, ha ordinato due nuovi sacerdoti, Giuseppe Chen Ming e Giovanni Zhang Qingsheng. Assente l'ex vescovo, non ufficiale, Guo Xijin, tuttora perseguitato dal regime perché non si conforma.

L'ordinazione dei due nuovi sacerdoti a Mindong

A Mindong, nel Fujian, per la prima volta dopo l’accordo fra Cina e Vaticano, il vescovo ufficiale, mons. Zhan Silu, ha ordinato due nuovi sacerdoti, Giuseppe Chen Ming e Giovanni Zhang Qingsheng. Eppure la Chiesa continua ad essere divisa, profondamente, fra una istituzione ufficiale approvata dal Partito Comunista e una sotterranea fedele a Roma.

Alla cerimonia era infatti assente monsignor Guo Xijin, già ordinario di Mindong, che pure era stato padre spirituale di uno dei due sacerdoti ordinati. “Va detto – spiega un sacerdote all’agenzia Asia News – che Mons. Guo era stato invitato dal governo a partecipare alla ordinazione, ma egli non se l’è sentita a causa delle pressioni e delle violenze che i sacerdoti non ufficiali subiscono in questo periodo”.

Monsignor Guo ha accettato l’invito del Vaticano di essere retrocesso, sulla base dell'accordo, da vescovo ordinario a vescovo ausiliare, ma da quel momento è sottoposto a una continua pressione da parte di Pechino, affinché firmi una dichiarazione in cui riconosce “l’indipendenza” della Chiesa cinese, come nelle intenzioni del Partito Comunista. Guo ha rifiutato di firmare ed è quindi ancora perseguitato. Ai sacerdoti ordinati, monsignor Guo ha spiegato così la sua assenza: “Se la situazione non migliora, non me la sento di partecipare. E d’altra parte, io devo avere cura di questi sacerdoti e fedeli non ufficiali. Questo è il compito specifico che la Santa Sede mi ha dato”.

Un fedele ha dichiarato ad Asia News che “il dolore più grande” è la divisione nella diocesi, che rischia di far allontanare i cattolici dalla Chiesa per il disgusto. Occorre che mons. Guo e mons. Zhan si riconcilino e che lavorino insieme”. L’accordo fra Pechino e Vaticano doveva servire, precisamente, per la riconciliazione della Chiesa in Cina.