Venezuela, i giochi di guerra che minacciano la pace
Per la prima volta, gli Army Games russi si tengono anche in Venezuela. Sono condotti come "giochi", ma con armi vere, anche pesanti. E servono soprattutto ad amalgamare gli eserciti di Paesi esterni (e ostili) alla Nato, fra cui Cina, Iran e, appunto, Venezuela. Intanto cresce la presenza russa in Sud America, anche militare.
“Ogni colpo sparato è una bandiera alzata per la pace, non solo per i venezuelani ma per tutti coloro che hanno partecipato (agli Army Games) ... Le porte del Venezuela sono aperte per mostrare al mondo cosa sta succedendo qui, come un popolo resiste ad essere soggiogato dagli imperi, come un popolo resiste, combatte, lotta... Viva la pace nel mondo, evviva gli Army Games 2022!”. Con queste parole il ministro della Difesa venezuelano, il generale in capo Vladimir Padrino López, ha chiuso il 28 agosto gli Army Games 2022 in Venezuela.
Gli International Army Games sono organizzati dal Ministero della Difesa della Russia dal 2015. Sono presentati come un evento sportivo annuale e fino al 2021 si sono svolti in territorio russo, come un’attività di incontro tra gli eserciti di più di trenta paesi, per lo più non NATO.
In questa occasione, gli Army Games 2022 si sono svolti dal 13 al 27 agosto, riunendo eserciti da 37 Paesi di 4 continenti; ma per la prima volta le gare si sono svolte al di fuori della Russia. In questo modo, si sono realizzate 36 competizioni in 11 Paesi diversi: Azerbaigian, Algeria, Armenia, Bielorussia, Vietnam, Iran, India, Kazakistan, Cina, Uzbekistan e, l’unico latino-americano, Venezuela.
“Iniziamo! Il Venezuela ospita la disciplina #SniperFrontier degli Army Games 2022. Delegazioni dei Paesi latinoamericani, caraibici ed eurasiatici sono presenti al Forte Terepaima di Lara per rafforzare i legami di amicizia e fratellanza. Che vinca la pace!”, ha scritto sul suo Twitter il generale Vladimir Padrino López, per dare il benvenuto agli International Army Games 2022 lo scorso 16 agosto.
Così, i “Giochi di guerra olimpici”, come sono stati chiamati dal regime di Maduro, hanno messo per la prima volta piede in un Paese del continente americano, ma non di qualunque Paese: si tratta del territorio controllato dal regime di Nicolás Maduro, che ha anche consolidato accordi di collaborazione militare con Russia e Iran, anche per la produzione di armi in territorio venezuelano.
Ad esempio, a Caracas si sono assemblati i droni di artiglieria Mohajer-2 iraniani, ribattezzati Antonio José de Sucre-100 (ANSU-100), attraverso la statale Eansa (Empresa Aeronáutica Nacional, S.A.), filiale della compagnia aerea venezuelana Conviasa (info qui). Tali droni anticarro e antiuomo sono stati esibiti dal regime nella parata tenutasi il 5 luglio per celebrare il Giorno dell'Indipendenza del Venezuela; oltre ai lanciarazzi 107 Fadjr-1, anch’essi iraniani, installati su veicoli militari venezuelani e conosciuti come “Tiuna”.
E nel corso del 2022, la Russia spera di aprire l’impianto per la produzione di fucili Kalashnikov in Venezuela. Lo ha confermato la portavoce del Servizio federale per la cooperazione militare e tecnica della Russia (Fsmtc), Valeria Reshétnikova, nel gennaio di quest'anno (leggi qui). Si tratta di un progetto firmato durante il governo di Hugo Chávez, tra la russa Rosoboronexport e la compagnia statale venezuelana Cavim (Compañía Anónima Venezolana de Industrias Militares), per la fabbricazione di fucili d'assalto Kalashnikov AK-103/AK-104 e munizioni calibro 7,62x39 mm nella città di Maracay, nello stato di Aragua.
In questo contesto di consolidati accordi di collaborazione militare, gli Army Games hanno aperto le porte del Venezuela a centinaia di soldati provenienti da Russia, Abkhazia, Bolivia, Bielorussia, Uzbekistan e Myanmar, tra gli altri, come si può confermare nel comunicato ufficiale del Ministero della Difesa della Russia. Le truppe straniere si sono incontrate presso il Forte Militare di Terepaima per effettuare manovre militari con le Forze Armate Nazionali Bolivariane, nell'ambito della competizione “Sniper Frontier” (cecchino di confine).
Sia Nicolas Maduro che l'alta gerarchia militare del Venezuela non hanno partecipato all'inaugurazione “per motivi di sicurezza”, ha riferito il quotidiano spagnolo ABC. “Solo i tecnici e gli istruttori russi, cinesi e iraniani erano incaricati del dispiegamento di 2.000 funzionari e agenti di polizia venezuelani di sorveglianza”.
Dalla Bussola Quotidiana abbiamo provato ad accedere alle informazioni ufficiali sulle prove “Sniper frontier” attraverso il sito dedicato, ma non è stato possibile perché quando si tenta di entrare compare il messaggio “accesso negato”, probabilmente perché abbiamo provato ad accedere da un Paese europeo. Ma, allo stesso modo, in Venezuela le attività si sono svolte con grande segretezza, limitando l'accesso solo ai media ufficiali controllati dal regime di Maduro. Una situazione che ha scatenato l’allarme degli analisti della regione e in particolare della Colombia, dove i giornalisti hanno già segnalato un insolito movimento di truppe al confine con il Venezuela.
Questi giochi di guerra coincidono con il rapporto dell'intelligence pubblicato da Noticias RCN, contenente documenti segreti delle forze armate bolivariane che descrivono in dettaglio le capacità di guerra del Venezuela. “Dal 2019 e con il supporto di Russia, Cina, Iran e Cuba, avrebbero creato 5 battaglioni di fanteria, 3 dei quali situati al confine con la Colombia, dove rimangono circa 100 soldati russi addestrati all'uso di potenti sistemi di artiglieria”, si legge nell'ampio rapporto pubblicato il 4 luglio dalla rinomata mittente. Inoltre, il rapporto assicura che le autorità colombiane hanno confermato che “le forze armate venezuelane sono passate dall'avere piani militari difensivi a quelli offensivi” e “sono preoccupati” che questi battaglioni siano a soli 40 chilometri di distanza della Colombia. "Il Venezuela prevede di creare altri due battaglioni, per un totale di 7, di cui 5 già in posizione avanzata”, “per difendere il regime, progettando anche di attaccare il territorio colombiano o qualsiasi minaccia esterna”.
Quindi quale messaggio invia la presenza di Army Games in Venezuela? “Questi esercizi sono solo un pretesto. Da anni (in Venezuela) c'è un importante insediamento militare, dal punto di vista strategico, dell'organizzazione del sistema e della dottrina militare della Russia. E, naturalmente, attraverso L'Avana, che è stata un intermediario costante... La linea di fondo di questo è consolidare sempre più la presenza militare russa e quella di altre forze come Cina, Corea del Nord e persino l'Iran, per provare a normalizzare ciò che aveva già annunciato il defunto Hugo Chávez, l’opposizione agli Stati Uniti”, ha spiegato il generale dell'esercito venezuelano in esilio, Antonio Rivero, in un'intervista al canale di notizie colombiano NTN24.
In effetti, il regime di Maduro non tenta nemmeno di nasconderlo. “Sappiate, nazioni del mondo che state emergendo in questo nuovo ordine che si muove imbattibilmente verso il multipolarismo, che la Patria di Bolívar è anche la vostra casa. Missione compiuta Venezuela!”, ha scritto sul suo Twitter il generale venezuelano Padrino López, confermando l'obiettivo geopolitico dei Giochi dell'esercito in Venezuela.
Allo stesso modo, il direttore del Center for a Secure Free Society (SFS), Joseph M. Humire, ha ribadito che gli Army Games in Venezuela stanno cercando di normalizzare la presenza militare di Cina, Russia e Iran in America Latina. “Abbiamo imparato con l'invasione dell'Ucraina che le esercitazioni militari russe sono pretesti per mobilitare truppe per operazioni future ed è quello che penso accadrà in Venezuela, un precedente molto pericoloso”, ha detto alla giornalista venezuelana Carla Angola.
In questo contesto, la Bussola Quotidiana ha parlato con l'avvocato e politologo boliviano Carlos Sanchez Berzain, direttore dell'Istituto Interamericano per la Democrazia, il quale ha precisato che è necessario analizzare quanto sta accadendo nella regione, anche tenendo presente il legame tra il Venezuela e il gruppo di dittature noto come “Socialismo del XXI secolo”. “È il Castro-chavismo guidato da Cuba, la sua piattaforma principale è il Venezuela e i suoi due satelliti sono Bolivia e Nicaragua; che sono supportati da due governi para-dittatoriali in Paesi democratici che sono l'Argentina di Fernández-Kirchner e il Messico di López Obrador. Questo è il contesto in cui si deve interpretare tutto questo”.
E come interpretarlo nel contesto dell'invasione dell'Ucraina?
Quando è avvenuta, tutti questi Paesi del Socialismo del XXI Secolo hanno sostenuto la Russia, quale espressione naturale. Il cosiddetto Socialismo del XXI Secolo o Castrochavismo non è un processo politico, è un’organizzazione criminale transnazionale che esercita il potere attraverso il terrorismo di Stato. Un terrorismo di Stato che riesce ad avere la sottomissione del popolo, violando i diritti umani e commettendo crimini contro l'umanità. Inoltre, il Venezuela è un narco-stato ed è per questo che quando parliamo di Socialismo del XXI Secolo dobbiamo parlare di criminalità organizzata e non di politica.
Ricordo che nel 2009 il Congresso degli Stati Uniti ha avvertito in un rapporto della forte penetrazione del traffico di droga in Venezuela, con il coinvolgimento di alti funzionari e delle forze armate. Con questi elementi, quindi, cosa sta succedendo in Venezuela?
Sta succedendo che la criminalità organizzata si sta radunando per usare il Venezuela come piattaforma di pressione militare contro le democrazie delle Americhe, a cominciare dagli Stati Uniti e il Canada. Inoltre, se si considerano gli accordi tra Nicaragua e Russia, la penetrazione di Russia e Iran in Bolivia per il controllo del litio e la costruzione di una centrale nucleare a La Paz (El Alto), oltre all'operazione congiunta con Cuba nella corsa agli armamenti con tecnologie russe, l'installazione di radar russi in tutti questi Paesi, allora vedrete che questa è una minaccia geopolitica molto seria.
Ma il Ministro della Difesa venezuelano ha smentito tutto, assicurando che “non ci saranno esercitazioni tattiche coordinate con altri Paesi” e che “l’esercizio non comporta il trasferimento di equipaggiamento militare”.
Questo è quello che dicono, ma quali giochi di guerra si fanno senza armi? Volano aerei, svolgono operazioni tattiche, tutto in segreto. Il trasferimento delle truppe è già un problema serio e sono state trasferite in un narco-stato. Stiamo infatti parlando di un'organizzazione criminale.
Comunque, in Europa non se ne parla...
Molti esperti nelle Americhe lo hanno avvertito, ma in Europa si stanno concentrando esclusivamente sull'invasione russa dell'Ucraina. Per questo motivo, l'opinione pubblica europea deve essere informata che la Russia è in fase di espansione nelle Americhe e che questi giochi mostrano che stanno utilizzando la piattaforma del Castro-chavismo (Socialismo del XXI Secolo). Credo che si debbano fornire maggiori informazioni in modo che si possa vedere che si tratta di una minaccia globale.