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NUOVO MOTU PROPRIO

Vaticano, il Papa aggiorna la giustizia penale

Con la lettera apostolica pubblicata ieri, Papa Francesco ha aggiornato la giustizia penale vaticana, per rispondere sia alle “mutate sensibilità dei tempi” sia verosimilmente alle recenti indagini aperte all’interno delle Mura Leonine. Previsti, tra l’altro, più cospicui sconti di pena per i detenuti che mostrano segni di ravvedimento, nell’ottica di un loro reinserimento nella società.

Ecclesia 17_02_2021

Le “esigenze emerse, ancor recentemente” a cui ha fatto riferimento Papa Francesco nell’incipit della lettera apostolica in forma di motu proprio pubblicata ieri e recante modifiche in materia di giustizia sono molto probabilmente le non poche indagini aperte in questi anni all'interno delle Mura Leonine.

È vero che l’ordinamento canonico è la prima fonte normativa nell’ordinamento giuridico vaticano, ma le stesse leggi promulgate per lo Stato della Città del Vaticano costituiscono fonti principali del diritto. Tra queste, quindi, anche il codice penale, il codice di procedura penale e il nuovo ordinamento giudiziario.

Nel codice penale la novità è un’integrazione all’articolo 17 con cui al “condannato ad una pena restrittiva della libertà personale, il quale durante l’esecuzione della pena abbia tenuto una condotta tale da far presumere il suo ravvedimento ed abbia proficuamente partecipato al programma di trattamento e reinserimento, è concessa, quale riconoscimento di tale partecipazione, e ai fini del suo più efficace reinserimento nella società, una detrazione da quarantacinque a centoventi giorni per ogni anno di pena scontata” e gli viene riconosciuta la possibilità di svolgere “lavori di pubblica utilità, di attività di volontariato di rilievo sociale nonché condotte volte a promuovere, ove possibile, la mediazione con la persona offesa”.

Le modifiche maggiori sono nel codice di procedura penale, tra le quali si stabilisce che “l’imputato in istato di arresto assiste all’udienza libero nella persona, con le cautele necessarie per impedirne la fuga”. Cambiamenti anche nel nuovo ordinamento giudiziario in vigore da circa un anno dopo la promulgazione della legge n. CCCLI che ha sostituito quella precedente del 1987: Papa Francesco ha deciso che “al momento della cessazione i magistrati ordinari mantengono ogni diritto, assistenza, previdenza e garanzia previsti per i cittadini”, disponendo inoltre che “l’ufficio del promotore di giustizia esercita in autonomia e indipendenza, nei tre gradi di giudizio, le funzioni di pubblico ministero e le altre assegnategli dalla leggi”.

Si tratta di novità che il Pontefice ha voluto per proseguire nel “processo di continuo aggiornamento dettato dalle mutate sensibilità dei tempi” e che devono essere sembrate particolarmente urgenti alla luce del recente attivismo della magistratura vaticana e dei non pochi casi giudiziari che hanno interessato il piccolo Stato. Come ha scritto il compianto professor Giuseppe Dalla Torre in un commento al nuovo ordinamento giudiziario approvato lo scorso marzo: “Ora gli strumenti sono stati affinati, la loro efficacia dipenderà dalla capacità con cui verranno usati”.