Utero in affitto? Di mamme ce n'è una sola
Presentato ieri, a Roma, il nuovo comitato "Di mamma ce n'è una sola" contro la pratica dell'utero in affito, vietato da leggi che vengono facilmente aggirate.
Come ti compro un figlio di Olimpia Tarzia
Il 5 novembre 2013, alle 11.30, nella sala stampa di Montecitorio, è stato presentato il Comitato “Di mamma ce n’è una sola”, a tutela dei diritti e della dignità delle donne e dei bambini, nato per contrastare l’aberrante pratica dell’utero in affitto. Il Comitato è presieduto dall’on. Eugenia Roccella, mentre funge da coordinatrice nazionale l’on. Olimpia Tarzia (ne fanno parte, tra gli altri, anche il professor Francesco Agnoli, la professoressa Assuntina Morresi, membro del Comitato Nazionale di Bioetica e la professoressa Francesca Romana Poleggi, direttore editoriale del mensile Notizie Pro Vita).
L’on. Roccella ha presentato alla stampa l’iniziativa e il Manifesto del comitato, invitando pubblicamente tutti i membri del Parlamento, di ogni tendenza politica, a sottoscriverlo: la pratica dell’utero in affitto è un mercimonio di donne e di bambini che sta dilagando a macchia d’olio. Il nostro Paese è tra quelli che ancora vietano la compravendita di gameti e di embrioni, e quindi la gestazione a pagamento, per conto terzi. Ma qui come altrove le norme sono facilmente aggirabili. Quindi bisogna agire a livello nazionale e internazionale allo scopo di stroncare l’aberrante pratica, e l’azione deve essere bipartisan, perché per ogni schieramento, ideologia e religione il mercato degli esseri umani – delle donne e dei bambini in particolare – dovrebbe essere riprovevole.
Un excursus sulle normative vigenti nei diversi paesi che favoriscono lo sfruttamento psico-fisico delle donne più povere a vantaggio dei ricchi committenti, e con profitti da capogiro per le cliniche e gli intermediari, spesso senza regole e senza scrupoli, è stato illustrato dalla professoressa Morresi; l’on. Tarzia, invece, ha spiegato come il Comitato sarà presente in tutto il territorio nazionale, attraverso associazioni e movimenti dislocati nelle diverse regioni, che hanno dato la loro adesione e con cui si organizzeranno eventi di vario genere per informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Ha ribadito, inoltre, che l’adesione al comitato è aperta a tutte le femministe che si oppongono allo sfruttamento del corpo della donna, considerata un mero contenitore di un figlio altrui, che subisce una violenza fisica e psicologica inimmaginabile.
La rivista Notizie Pro Vita – ha detto la professoressa Poleggi - è impegnata in prima linea su questo fronte che è certamente politicamente scorretto, perché richiama il rispetto e la tutela di diritti che sono e restano “indisponibili”, anche se oggi si tende a mercificarli. È necessario il coinvolgimento di tutti coloro che amano e rispettano la natura. Per il nostro futuro non solo è necessario proteggere l’ecosistema, animali e piante, ma anche la natura umana. E non c’è niente di più innaturale che separare i genitori legali da quelli biologici e dalla gestante: una donna che partorisce un bambino che non potrà mai tenere fra le braccia.
Chi volesse collaborare con il Comitato può contattarlo tramite mail: unasolamamma@hotmail.com
Come ti compro un figlio di Olimpia Tarzia