Ustica, Amato rilancia bugie già smentite da documenti e perizie
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Le accuse alla Francia di aver abbattuto con un missile il DC-9 Itavia sui cieli di Ustica il 27 giugno 1980, fatte dall'ex presidente del Consiglio, sono pura fantasia già smentite dal processo penale, dalle perizie tecniche e dai documenti appena desecretati dallo Stato. Fu una bomba, probabilmente di matrice palestinese.
L’ex Presidente del Consiglio e Della Corte Costituzionale Giuliano Amato, in una clamorosa intervista al quotidiano La Repubblica, ha chiesto al Presidente francese Macron di scusarsi perché il suo paese si sarebbe reso responsabile il 27 giugno del 1980 dell' abbattimento del DC 9 Itavia con un missile, nei cieli di Ustica, nel corso di una battaglia aerea.
Eppure nel 2001 Giuliano Amato, chiamato a rispondere sotto giuramento nel corso del processo contro i Generali dell'Aeronautica accusati di tradimento, non aveva sollevato affatto il problema.
Nel corso dell'interrogatorio Amato aveva dichiarato che si era fatto la convinzione personale che l'aereo fosse stato abbattuto dai Libici, o dagli Italiani, o dai Francesi o dagli Americani, con la possibilità di scoprire da chi, mentre se fosse stata una bomba, aggiunse, sarebbe stato ben difficile scoprire chi l'aveva collocata a bordo.
Ma, aggiunse Amato, la decisione di recuperare il relitto avrebbe finalmente consentito di scoprire la verità.
Ebbene, il relitto è stato recuperato, 11 dei più famosi esperti aeronautici del mondo sotto la presidenza di Aurelio Misiti (tra cui due svedesi, due inglesi, due tedeschi) hanno con certezza determinato nel processo penale, dopo anni di lavoro, che il DC era stato abbattuto, con certezza assoluta, dall'esplosione di una bomba piazzata nella toilette di bordo.
In quel processo poi tutti i generali vennero assolti con formula piena, dopo aver rinunciato alla prescrizione.
Il Governo italiano, tramite il sottoscritto, ha spiegato e condiviso in Parlamento questa posizione, suffragata da una perizia tecnica e da una sentenza penale mai contraddette da successive perizie o sentenze di condanna.
Chi parla della sentenza civile che ha condannato lo Stato a risarcire i parenti delle vittime, omette sempre di ricordare che il Civile ha parlato di missile come ipotesi «più probabile che non» visto che gli esiti del processo penale non potevano essere presi in considerazione per un errore procedurale dell' Avvocatura di Stato.
Ma la sentenza penale aveva già chiarito che quella del missile era un'ipotesi da fantascienza e quella della battaglia aerea una sceneggiatura degna di un film giallo. E infatti Andrea Purgatori, quando venne querelato dai Generali assolti, se la cavò al processo dicendo che appunto lui scriveva sceneggiature (tipo il film Il Muro di Gomma) che nessuna attinenza avevano con fatti realmente accaduti.
Su cosa si basano allora le dichiarazioni di Amato?
Non soltanto sul sentito dire o su una delle 34 versioni diverse di questa fantomatica battaglia aerea, ma anche sulla pervicace e sfacciata bugia che l'ex Senatrice PD Daria Bonfietti, presidente di una delle due Associazioni su Ustica (l'altra è presieduta da Giuliana Cavazza che sul DC 9 perse la madre) continua a raccontare. La Bonfietti continua infatti a citare la ordinanza sentenza del Giudice Istruttore Rosario Priore, facendo intendere che sia stata una sentenza che ha accertato la responsabilità dei Generali: in realtà nel vecchio rito prima dell’introduzione di quello accusatorio, il GIP archiviava (con ordinanza) o rinviava a giudizio con sentenza gli imputati.
Ma la Bonfietti omette sempre di ricordare che i Generali rinviati a giudizio sono stati poi assolti in tutti i gradi di giudizio sino a quello conclusivo della Cassazione.
Sarebbe come sostenere che Enzo Tortora è stato uno spacciatore di droga perché venne arrestato e rinviato a giudizio, omettendo di ricordare che venne poi assolto con formula piena da ogni accusa.
Ho constatato con imbarazzo e dolore che anche Avvenire ha di nuovo, in occasione delle dichiarazioni di Amato, dato ampio spazio alle bugie della Bonfietti, senza ricordare quanto è stato accertato a livello tecnico, giudiziario, governativo e parlamentare sull'esplosione del DC 9 Itavia, dimenticando così l 'esistenza dell'ottavo Comandamento.
Incredibilmente poi, e se avrò spazio ne parlerò in un prossimo articolo, vengono totalmente ignorate le carte soltanto da pochi mesi rese pubbliche e versate all'Archivio di Stato, che documentano la terribile escalation di minacce di rappresaglia contro l'Italia delle frange estremiste palestinesi per la mancata liberazione di Abu Saleh, il referente dell' OLP a Bologna, arrestato ad Ortona per il trasporto di missili terra aria, culminate il 27 giugno 1980 mattina dall'avvertimento del Colonnello Stefano Giovannone da Beirut che ormai eravamo nell'imminenza di un attentato.
E tutti sappiamo cosa è accaduto quella sera nei cieli di Ustica.