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UE

Uscire dall'euro è una proposta impossibile

L'uscita dall'euro sta diventando un tormentone di questa campagna elettorale per le Europee 2014. Non è una proposta illogica, ma è completamente fuori dalla realtà. La svalutazione della nuova lira renderebbe l'Italia ancora più povera.

Economia 12_05_2014
Fuori dall'Euro

Se ne vedono tante in questa campagna elettorale per le europee, una campagna elettorale contrassegnata come non mai dalla propaganda, dai temi ultimativi, dall'irruzione tempestosa delle problematiche interne e istituzionali.

Ma quello che è più grave e che si presentano come ipotesi realistiche e percorribili soluzioni che aggraverebbero invece i problemi del nostro Paese. In primo piano ovviamente c'è la moneta unica, indicata da forze politiche come la Lega e il Movimento 5 stelle come la causa prima e ultima di tutti i problemi dell'economia e della società italiana. Al grido di "basta euro" si mobilitano le piazze e si diffondono proclami indicando percorsi tanto irrealistici quanto pericolosi.

Ma come, la Gran Bretagna è fuori dall'euro, perchè non puó esserlo anche l'Italia? Ma come, democraticamente gli italiani decidono di tornare alla lira perchè non dovrebbero poterlo fare? E se l'uscita dall'euro fosse decisa dopo un negoziato con l'Europa che cosa ci sarebbe di male? E se abbiamo sperimentato la transizione dalla lira all'euro che cosa puó impedire di fare la strada allo stesso modo dal contrario? Per concludere con l'affermazione: l'Italia deve recuperare la propria sovranità monetaria, deve poter decidere lei quanta moneta stampare e svalutare, se necessario!

Bene. Nella realtà tutte ipotesi non sono tanto fuori dalla logica, quanto fuori dal mondo. Pensiamo allora se una maggioranza anti europea vincesse le elezioni politiche italiane e si prospettasse l'ipotesi di un Governo Grillo-Bossi per attuare un programma elettorale con al primo posto l'uscita dall'euro. Una prima, piccola, differenza da sottolineare: quando si è passati dalla lira all'euro, si è sostituita una moneta debole con una moneta forte. Il percorso inverso non sarebbe altrettanto facile: perché chi possiede pochi o tanti euro dovrebbe accettare di cambiare la propria moneta in un'altra moneta più debole destinata esplicitamente ad essere svalutata il più presto possibile?

Dato che l'euro (al contrario della lira) continuerà ad esistere e se l'Italia vuole continuare a rispettare le altre regole dell'Unione Europea è verosimile che i cittadini italiani, nel pieno rispetto delle regole, cercheranno di ritirare  i loro soldi dalle banche per spostarli in zone sicure. Ripeto: nel piano rispetto delle regole qualunque cittadino italiano puó aprire un conto in Francia o in Portogallo, gestirlo on line, con la semplice formalità di dichiararlo ogni anno al fisco pagando le tasse sugli interessi che riceve.
Ma questo spostamento di capitali avverrebbe non tanto quando l'Italia decidesse di uscire dall'euro, ma non appena vi sarà all'orizzonte la possibilità che questo possa avvenire.

Ma se chi ha un piccolo o grande conto in banca chiederà indietro i suoi soldi o li sposterà all'estero metterà le banche in difficoltà nel giro non di giorni, ma di poche ore. Le banche infatti non hanno  a disposizione tutti i soldi che sono stati depositati, perchè più di tre quarti sono stati prestati a imprese e famiglie con impegni e mutui a medio/lungo termine.

Questa situazione non potrà che mettere in crisi il sistema del credito. Si richiederanno quindi misure straordinarie di controllo sia sui movimenti di capitali, sia sulle disponibilità bancarie. E quindi verranno messi in crisi non solo gli accordi monetari, ma anche le intese di base dell'Unione Europea come la libera circolazione dei capitali.

E allora ammettiamo pure che l'Italia, istituendo ferrei controlli sul sistema finanziario, riesca a reintrodurre la lira come propria moneta potrà raggiungere questo obiettivo solo isolandosi completamente dall'Europa. E allora nulla vieterà alla Germania, alla Francia, alla Spagna di imporre dei dazi sulle merci italiane per compensare il vantaggio che l'Italia potrebbe ottenere con la svalutazione della moneta.

Ed ecco che alla fine avremmo fatto tutto questa rivoluzione per rimanere con un pugno di mosche.
Ecco perché affermare che il ritorno alla lira (in maniera tranquilla e concordata) equivale a una grande mistificazione. Il ritorno alla lira renderebbe enormemente più debole l'economia italiana, farebbe fuggire gli investitori esteri, provocherebbe contraccolpi imprevedibili, ma sicuramente pesanti nei rapporti commerciali con gli altri paesi.

Questo non vuol dire che l'euro sia la migliore delle monete possibili e che non siano stati commessi errori nella sua realizzazione. È mancata soprattutto la previsione di strumenti di compensazione nei casi di crisi e di difficoltà. Ed è mancata a livello di gestione dell'euro la capacità da parte dell'Italia da una parte di utilizzare appieno i benefici della moneta unica (come i bassi tassi di interesse) e dall'altra di incidere con adeguata forza politica sulle scelte europee.

Con il senno di poi si può dire che l'Italia ha fatto male ad entrare nell'euro e a non sfruttare con adeguate riforme i benefici dei primi anni della moneta unica, ma a quindici anni di distanza rinunciare all'euro sarebbe come scegliere di cadere, per rendere l'idea, dalla padella nella brace. Gridare "basta euro" vuol dire cercare di raccogliere qualche voto calpestando la logica e l'intelligenza.