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Induismo

Uno stato indiano abolisce la legge anticonversioni

Il governo del Karnataka, adesso guidato dal Partito del Congresso, chiederà di abrogarla durante la prossima sessione parlamentare che inizierà il 5 luglio

In India da quando il partito induista Bjp controlla il governo centrale e diversi stati federali i nazionalisti indù sono diventati più aggressivi e intolleranti nei confronti delle minoranze religiose. Dieci stati su 36 hanno adottato delle leggi dette “anticonversioni” che proibiscono di convertire gli indù al Cristianesimo e all’Islam con la forza o con l’inganno e di fatto sono un pretesto per sanzionare e perseguitare sacerdoti e fedeli accusandoli ingiustamente di raggirare la gente e indurla con promesse di aiuti e denaro a convertirsi. È dunque stata accolta con molta soddisfazione la notizia che nello stato del Karnataka, dove un mese fa le elezioni sono state vinte dal Partito del Congresso, la legge anticonversione, adottata nel 2022 dal precedente governo guidato dal Bjp, sarà presto cancellata. Alla vittoria del Partito del Congresso ha contribuito anche la promessa di abolire la legge, fatta durante la campagna elettorale. Mantenendo fede alla promessa il ministro della giustizia e degli affari parlamentari H.K. Patil ha annunciato che durante la prossima sessione parlamentare che inizierà il 5 luglio l’esecutivo ne chiederà l’abrogazione. Anche il Tamil Nadu nel 2002 aveva soppresso la legge anticonversioni approvata quattro anni prima dai nazionalisti indù e nel Rajasthan nel 2006 la legge approvata dall’Assemblea legislativa locale non è mai stata promulgata dal governatore dello stato. Gli estremisti indù però stanno esercitando pressioni sul governo federale  perché adotti una legge anticonversioni a livello federale, quindi applicabile in tutto il paese. Con la cancellazione nel Karnataka, gli stati in cui sono in vigore leggi anticonversioni saranno nove: Orissa, Madhya Pradesh, Arunachal Pradesh, Chhattisgarh, Gujarat, Himachal Pradesh, Jharkhand, Uttarakhand e Uttar Pradesh. “Si trattava di una legge discriminatoria, anticostituzionale e non necessaria – ha commentato, raggiunto dall’agenzia AsiaNews, monsignor Peter Machado, arcivescovo di Bangalore – spero che l’abrogazione abbia un passaggio agevole in assemblea quando verrà discussa. I cristiani continueranno sempre a lavorare secondo la Costituzione indiana, nell'interesse dello Stato e della nazione, continuando a rendere il nostro servizio a tutti, indipendentemente dalla casta e dal credo, rivolgendoci soprattutto ai poveri e agli emarginati. Ovunque è stata approvata, la legge anticonversioni ha aumentato gli attacchi contro i cristiani, incoraggiando gli estremisti ad attaccare e causare danni ai cristiani. Ha alimentato dubbi, sfiducia e disarmonia tra le comunità. Spero che anche gli altri Stati seguano l'esempio e ritirino la legge”.