Ungheria, smontate le accuse della UE
Fascista e antisemita? Il presidente Orban dimostra la falsità di queste accuse ospitando a Budapest il Congresso mondiale dell'ebraismo. E si rivolge ai partecipanti dicendo che: «il trionfo del male richiede soltanto che le persone giuste rimangano ferme».
In questi ultimi mesi l'Ungheria, e il suo presidente Viktor Orban, sono stati oggetto di un attacco senza precedenti da parte delle istituzioni europee e dai grandi mezzi di informazione. Il tutto ruota attorno all'approvazione della nuova Costituzione, risultata indigesta ai burocrati di Bruxelles, perché fa esplicito riferimento alle tradizioni cristiane di questo paese. E in più difende la famiglia naturale. E' bastato questo per scatenare un attacco mediatico contro il presidente Orban: tra le accuse più infamanti quella di essere anti-semita o di favorire i gruppi anti-semiti. Ma la smentita a tali accuse sta nei fatti (lo abbiamo documentato in passato), come il discorso che vi proponiamo, che Orban ha pronunciato il 5 maggio davanti al Congresso ebraico mondiale svoltosi a Budapest. In questo discorso si pone in risalto il vero motivo culturale del contendere: identità deboli, contrariamente all'ideologia ufficiale della Ue, generano conflitti. Pace e prosperità possono fondarsi invece solo su identità forti capaci di confrontarsi e arricchirsi vicendevolmente.
Buonasera, un benvenuto di cuore a tutti voi qui a Budapest. Shalom. E’ con grande piacere che vi dò il benvenuto a Budapest a nome dell’Ungheria e del popolo ungherese. E’ con grande piacere e amicizia che saluto quelli di voi che in realtà sono di nuovo a casa, perché le radici della loro famiglia sono qui. L’Ungheria ha una lunga tradizione di accoglienza e rispetto per i visitatori. Qui, tutti coloro che bussano alla nostra porta hanno diritto all’ospitalità. Perciò desidero che per tutti voi la permanenza nella nostra meravigliosa capitale sia piacevole.
L’Ungheria è un paese libero, perciò il diritto all’ospitalità include il menzionare le cose che vi preoccupano e che potete trovare sbagliate. I vostri leader hanno affermato di aver scelto Budapest perché desideravano portare l’attenzione del mondo sul crescente antisemitismo in Ungheria. Se questo è ciò che sentono, allora è bene che voi siate qui, perché noi abbiamo bisogno dell’aiuto e della cooperazione di ciascuno per agire con successo contro la diffusione dell’odio.
So che qui ci sono leader ebraici da ogni parte del mondo, compresi luoghi dove l’antisemitismo a volte fa vittime dei bambini che vanno a scuola. E da luoghi dove dopo la morte violenza di bambini ebrei, non c’è l’accordo per far rispettare un minuto di silenzio in memoria delle vittime nelle scuole statali. Da luoghi dove bombe che mietono vittime vengono lanciate contro le sinagoghe. Niente di tutto ciò è avvenuto finora in Ungheria. Non vogliamo che l’Ungheria diventi un paese di quel genere, perciò vi chiedo di condividere le vostre esperienze così che l’odio qui in Ungheria non possa degenerare a questi livelli.
La storia ha insegnato agli ungheresi che l’anti-semitismo deve essere riconosciuto in tempo. Per tutto quello che ha vissuto, l’Ungheria è intimamente consapevole della distruzione inumana che l’antisemitismo ha causato al popolo ebraico, all’Ungheria e a tutta l’Europa. E’ col cuore affranto che noi chiniamo la testa in memoria delle vittime. E allo stesso tempo ringraziamo Dio che malgrado la distruzione portata da nazisti e Arrow Cross (il partito nazional-socialista ungherese che governò tra il 1944 e il 1945, ndr), una comunità ebraica, una delle più significative e antiche comunità ebraiche, è riuscita a sopravvivere qui in Ungheria. E noi ringraziamo Dio perché, come risultato, Eglòi ha arricchito tutta l’Ungheria.
Abbiamo anche compreso che l’anti-semitismo non è un disastro naturale ma l’opera degli uomini. Perciò tutti dobbiamo sentire e accettare la nostra personale responsabilità. Noi tutti siamo consapevoli della crescita dell’anti-semitismo in tutta Europa, inclusa l’Ungheria. La situazione è difficile. La crisi economica sta scuotendo l’Europa alle radici, e l’insuccesso dei leader europei nel fronteggiarla sta provocando una crescente frustrazione e sta mangiando la speranza della popolazione. Diciamolo chiaramente. Disillusione, rabbia e odio sono in aumento. E in una situazione come questa è particolarmente importante dire con chiarezza che l'antisemitismo è inaccetabile e intollerabile.
L’attuale difficile situazione richiede una risposta alla domanda su cosa sia andato storto in Europa negli ultimi venti anni. Abbiamo finalmente distrutto il comunismo, abbiamo concluso la Guerra Fredda, all’Europa è stata la possibilità di essere di nuovo un continente di pace, convivenza, comprensione e tolleranza. Ed eccoci venti anni dopo alla ricerca di una cura per le aumentate intolleranza e anti-semitismo.
Che cosa ci è successo? Questa è una domanda che molti si fanno e abbiamo sentito tante ragioni.
Noi ungheresi abbiamo dato la nostra risposta due anni fa quando abbiamo approvato la nostra prima Costituzione democratica. Noi ungheresi pensiamo che sia stato un errore credere che una comunità con una debole identità nazionale e religiosa possa offrire una maggiore possibilità di convivenza pacifica. Oggi sembra che una forte identità sia il fondamento per il mutuo riconoscimento e rispetto. Oggi sembra che tutti noi, ebrei e non ebrei, beneficiamo maggiormente se ci battiamo per essere buoni patrioti e buoni figli di Dio. Ognuno secondo le proprie leggi, ma tutti convinto dal fondamento di un rispetto incondizionato per la dignità umana.
Alla fine tutte le cose diventano più semplici, sia per il bene sia per il male. Voi conoscete meglio di chiunque altro che in fondo il mondo è governato da due tipi di intenzioni e azioni umane: il bene e il male. Quando la volontà delle persone buone era prevalente in Ungheria, allora ungheresi ed ebrei vivevano insieme in pace e prosperità, e se necessario lo Stato ungherese proteggeva i suoi cittadini. L’anti-semitismo è uno stato della mente in cui il male prende il controllo dei pensieri e delle azioni delle persone, e questo pericolo minaccia anche noi cristiani.
Siamo consapevoli che nel corso della storia ci sono stati cattivi cristiani e cattivi ungheresi, che hanno commesso gravi peccati. Alla luce di tutto questo la nostra risposta al crescente anti-semitismo in Europa e in Ungheria non è abbandonare le nostre radici morali e religiose, ma esattamente l’opposto: ricordare e rinforzare gli esempi e la tradizione dei buoni cristiani. Coerentemente l’attuale Costituzione offre reale protezione, vera sicurezza, una dignità umana piena e reale, dignità personale e comunitaria al popolo ebraico e, naturalmente, a tutte le minoranze che vivono fiano a fianco con noi.
Oggi il governo democratico cristiano ungherese sentiva che era suo dovere morale introdurre il giorno del ricordo per le vittime dell’olocausto nelle scuole. Sentiva che era un suo obbligo morale istituire il Giorno del memoriale per l’Olocausto. Si sentiva moralmente legato ad alzarsi in piedi con la testa chinata per ascoltare il Kaddish (preghiera ebraica, ndr) nelle stesse aule del Parlamento dove una volta erano state approvate le leggi anti-ebraiche. Sentiva che era suo dovere morale organizzare un anno memoriale in segno di rispetto per Raoul Wallenberg (durante l’occupazione nazista dell’Ungheria, Wallenberg prestò soccorso agli ebrei, ndr). Sentiva che era suo dovere morale vietare o limitare delle organizzazioni paramilitari. Sentiva che era suo dovere morale vietare i simboli della dittatura. E sentiva e sente che era suo dovere morale l’obbligo di dichiarare una politica di tolleranza zero contro l’Antisemitismo.
Noi udiamo ancora nelle orecchie l’insegnamento del primo Re cristiano, con la saggezza che conosciamo bene dal Talmud. Il Talmud insegna: “L’odio, le tendenze maligne e la vanità allontanano l’uomo da questo mondo. Il nostro Re, Santo Stefano, scrisse a suo figlio: “Tieni sempre a mente che tutti gli uomini nascono in uno stato simile, ed è soltanto l’umiltà che li innalza”.
La nostra è la generazione della pace e delle rivoluzioni. Nella gioventù abbiamo fatto crollare il comunismo e riguadagnato l’indipendenza del paese così che tutti possano vivere in libertà. Sappiamo che non c’è libertà senza dignità umana. Così la nostra generazione non tollererà il ferimento della dignità umana di nessuno nel nostro paese a causa degli antenati o della religione, perché questo è un affronto alla libertà per il cui raggiungimento abbiamo lottato insieme.
In conclusione, vorrei ringraziare il popolo giudaico di Ungheria e il mondo per avere ripetutamente difeso negli ultimi anni l’Ungheria e gli obiettivi nazionali del popolo ungherese. Ricordo la memoria di Tom Lapid, che prese posizione contro l’assalto agli ungheresi in Vojvodina. E qui ricordo le comunità ebraiche che hanno preso posizione per i diritti degli ungheresi che vivono oltre il nostro confine e per la doppia nazionalità degli Ungheresi. E’ qui che devo citare il grande sostegno espresso dal Rabbino capo di Israele Yona Metzger durante il dibattito internazionale sulla nostra Costituzione. Il loro sostegno è rassicurante e ci incoraggia per il fatto che il nostro lavoro non è invano. C’è la speranza che i nostri figli possano vivere in un’era in cui l’anti-semitismo è inconcepibile così come come lo è oggi parlare di ere passate in cui il mondo soffriva della peste. Questo non è un sogno, è una possibilità. Sappiamo che il trionfo del male richiede soltanto che le persone giuste rimangano inattive. Vi chiedo di portare questo messaggio al popolo ebraico sparso nel mondo”.
* Presidente della Repubblica Ungherese