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Un’autodichiarazione attenta al gender

L’associazione femminista "Non una di meno" pubblica un post, poi rimosso, in cui si lamenta che l’autocertificazione indispensabile per uscire di casa è declinata solo secondo il sesso maschile.

Gender Watch 06_04_2020

L’associazione femminista “Non una di meno” pubblica un post, poi rimosso, in cui si lamenta che l’autocertificazione indispensabile per uscire di casa è declinata solo secondo il sesso maschile. “Io sottoscritto” identificherebbe unicamente il sesso maschile e quindi sarebbe discriminatorio.

Nel post si affermava che “Il maschile universale non rappresenta tutt* !!! Rivendichiamo un linguaggio che rappresenti tutte le soggettività. Un linguaggio in cui ciascun* si possa riconoscere […] Come Non Una di Meno, diffondiamo una versione con asterischi del modulo di autocertificazione, in modo che il senso di responsabilità che si è chiamat* ad esprimere possa trovare una forma realmente adeguata a ciascun*”.

In breve dietro quegli asterischi ci sarebbero una infinità di sessi, tanti quanti voluti dalla teoria del gender. Questo piccolo episodio ci insegna alcune cosette, tre le molte. Innanzitutto l’attivismo ideologico non si ferma nemmeno in tempo di emergenza, non riconoscendo ovvie priorità e anzi cogliendo in esse opportunità per promuovere le proprie idee. In secondo luogo il simbolo dell’asterisco, lungi dal privilegiare supposte differenze sessuali, le annulla, le annichilisce perché le sintetizza sotto un unico simbolo grafico e non assegna a ciascuna di esse visibilità. Terzo, questa retorica sessantottina, già logora prima di questa pandemia, ora appare ancor più anacronistica, fuori tempo massimo. Quarto, viene da pensare, nel tempo presente, a quanti, anche all’interno del mondo arcobaleno, possa davvero interessare questa iniziativa del collettivo “Non una di meno”. Crediamo a nessun*.

https://www.provitaefamiglia.it/blog/covid-19-per-le-femministe-il-vero-problema-sono-le-parole-maschili-dellautocertificazione