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Roma

Un’altra bimba figlia di «due madri»

Una donna ha una bambina con l’eterologa che viene registrata a Roma come figlia della partoriente, ma non della compagna. Diversamente decide il comune di residenza e, dopo sentenza, Roma capitola.

Gender Watch 07_05_2021

Ennesimo caso di doppia omogenitorialità. Nel 2017 una coppia lesbica vola in Spagna per avere un bambino con l’eterologa. La bambina nasce poi in un ospedale di Roma e lì viene registrata come figlia solo della partoriente, ciò in accordo con le nostre leggi che non prevedono che un bambino possa avere due genitori dello stesso sesso. La coppia tornata a Cerveteri, comune di residenza, chiede che anche l’altra donna figuri come «madre». Il comune accetta, ma non accetta il comune di Roma di modificare l’atto di nascita. Ci pensa un giudice a fargli cambiare idea: «L’ufficiale di stato civile che riceve una richiesta di annotazione da altro ufficiale dello stato civile che abbia iscritto la dichiarazione di riconoscimento non può effettuare una autonoma e diversa valutazione ma deve limitarsi a eseguire l’annotazione dell’atto stesso».

Le realtà LGBT esultano a metà. Gianfranco Goretti, presidente di Famiglie Arcobaleno: «Siamo stufi di affrontare lunghi e complessi iter giudiziari e di dover sottoporre i nostri figli ad analisi di psicologi, assistenti sociali e giudici come nei casi di stepchild adoption». Quindi il prossimo passo è avere una legge ad hoc sull’omogenitorialità così come anche i giudici stanno chiedendo da tempo. Non siamo arrivati alla fine di questo piano inclinato.