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Università

Una Rete per far ricerca in libertà

In Germania è stata fondata una Rete per la libertà di ricerca scientifica che si batte affinchè anche le posizioni non allineate al pensiero gender possano avere il loro spazio in seno alle università.

Gender Watch 27_03_2021

In Germania è stata fondata di recente una Rete per la libertà di ricerca scientifica che si batte affinchè le posizioni non allineate al pensiero unico possano avere il loro spazio in seno alle università. Un settore dove è vietato dissentire dal politicamente corretto è quello della ricerca su tematiche gender.

MicroMega ha intervistato una delle fondatrici di questa Rete, la prof.ssa Sandra Kostner, direttrice del master in Interculturalità e integrazione presso l’Istituto superiore di studi pedagogici di Schwäbisch Gmünd. La Kostner ha dichiarato: «uno dei temi su cui la discussione si accende spesso è quello del genere e non è raro che i biologi vengano pesantemente osteggiati perché affermano che dal punto di vista biologico i generi sono due, XX e XY, con una piccolissima percentuale di intersessuali. Questa è la distinzione biologica, che però non si adatta alla visione di coloro che sostengono che il genere è un costrutto puramente sociale e che ognuno deve poter arbitrariamente scegliere a quale genere appartenere. Per costoro naturalmente la biologia rappresenta un pesante affronto. Sanno bene che la loro ideologia non è sostenibile, semplicemente perché la biologia porta prove che loro non possono portare. E poiché non possono colpire la biologia sul terreno degli argomenti, gettano discredito sui biologi, accusandoli di sessismo, di essere di destra, di essere razzisti eccetera. Così, si avvelena il clima della ricerca nelle università.

In alcuni dipartimenti sia gli studenti sia i ricercatori hanno paura di parlare liberamente, perché pensano che possa essere rischioso per la loro carriera. Nel corso degli ultimi anni ho ricevuto sempre più spesso segnalazioni di studenti che mi confessavano di avere paura di argomentare liberamente, per timore di prendere un brutto voto. Oppure studenti che pensano di dover citare determinati autori e invece ignorarne altri per ottenere un buon voto. Naturalmente tutto questo non viene detto esplicitamente. Nessun docente dice che se non citi questo o quell’autore, o viceversa, ti mette un brutto voto, ma si è creato un clima di mancanza di libertà molto pericoloso, sul quale vogliamo richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica con la nostra Rete per la libertà scientifica».