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ABORTO

Una preghiera per i figli mai nati

Il comitato "No 194" organizza maratone di preghiera di fronte agli ospedali, nel giorno di commemorazione dei defunti, per il suffragio dei bambini abortiti e per il pentimento delle loro madri e degli operatori sanitari.

Vita e bioetica 03_11_2013
Niguarda

Il 2 novembre, giorno della Commemorazione dei defunti, è tradizionalmente dedicato al ricordo e al suffragio dei nostri cari e di tutti coloro che hanno lasciato questa vita per l’altra, ma c’è anche chi offre la propria preghiera per quella innumerevole schiera di bambini che non hanno mai potuto vedere la luce, strappati alla vita prima ancora di nascere.

Nella giornata di oggi (2 novembre), infatti, i membri dell’Associazione “No194” si sono dati appuntamento fuori da 16 ospedali sparsi in altrettanti regioni italiane per una nove ore di preghiera continuata per la vita, in suffragio dei bambini abortiti e per il pentimento delle madri e degli operatori sanitari connessi con la pratica dell’aborto.

«La nostra Associazione ha lanciato questa maratona di preghiera esattamente un anno fa» - spiega Pietro Guerini, presidente e portavoce nazionale di “No194”, che ha vegliato fuori dall’ospedale Niguarda di Milano con un gruppo di circa 30 persone. «Abbiamo scelto il giorno della Commemorazione dei defunti per mettere in risalto che la morte di un bambino non nato è la morte di un essere umano: desideriamo sottolineare l’equiparazione tra i nati e concepiti».

Da allora l’Associazione ha portato avanti la preghiera per la vita fuori dagli ospedali italiani portandola da 12 alle 9 ore attuali per poter coprire più regioni italiane possibili. Dal prossimo 4 gennaio il numero delle regioni coperte salirà a 18 con l’aggiunta degli ospedali di Trento e Lecce.

«La preghiera ha una grandissima forza che viene dalla sua natura pacifica e dalla sua compostezza: la nostra vuole essere una testimonianza silenziosa e rispettosa ma che esprime con chiarezza il nostro no all’aborto».

Un atteggiamento che contrasta chiaramente con le urla e i cori dei gruppi di femministe e dei centri sociali che regolarmente si organizzano per cercare di soffocare in questo modo la preghiera. Anche ieri a Milano si sono verificati episodi di questo tipo come altre volte è successo a Padova, a Caserta e in altri luoghi.

Non sono pochi anche coloro che si avvicinano incuriositi al gruppo di persone riunito in cerchio fuori dalla porta dell’ospedale, spendendo il loro sabato pomeriggio per vegliare per nove ore consecutive riuniti attorno a una croce. Lo spirito è quello sottolineato da Giovanni Paolo II nell’Evangelium Vitae, dove il pontefice invocava l’urgenza di “una grande preghiera per la vita, che attraversi il mondo intero” che faccia crollare “i muri di inganni e di menzogne, che nascondono agli occhi di tanti nostri fratelli e sorelle la natura perversa di comportamenti e di leggi ostili alla vita”.

E infatti la “Nove ore per la Vita” ha anche l’obiettivo di promuovere un’azione concreta contro la legge abortista italiana. «Questa iniziativa di preghiera ha anche l’obiettivo di sostenere l’attività del nostro comitato “No194”, che si sta battendo per indire un referendum abrogativo che cancelli la legge 194 che permette l’aborto in Italia - spiega Pietro Guerini. - Il Comitato, che al momento conta circa 20mila iscritti, si sta organizzando e radicando sul territorio anche grazie a questi incontri di preghiera».