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CINEMA

Una commedia divertente ridona speranza all’amore

Un film italiano semplice ma non banale, “Blackout Love”, riaccende le domande su cosa sia il vero amore. La simpatica e scoppiettante Anna Foglietta nelle vesti di Veronica, inopinatamente tradita dal fidanzato, scopre che la vendetta non la rende affatto felice. E prova invece a ricominciare dall’inizio. Perché l’amore vero costa fatica, ma c’è ancora.

Cinema e tv 19_08_2021
Una scena del film Blackout Love

Per le nostre serate estive la piattaforma Prime Video ci propone un film leggero ma coinvolgente, che affronta in modo originale e non scontato il tema eterno dell’amore. Tra risate e spunti di verità, ci vuol far riflettere sulla possibilità che anche una relazione sentimentale tormentata e in apparenza fallita abbia una seconda occasione per rinascere.

Solo una giovane regista-donna come la trentenne Francesca Marino poteva costruire una storia graffiante e divertente come quella di Blackout Love,  sua riuscita opera prima. La protagonista Valeria (Anna Foglietta), donna apparentemente forte e indipendente, reagisce con cinismo alla fuga imprevista e spietata del suo fidanzato-pilota Marco (Alessandro Tedeschi) che non si è fatto scrupolo di lasciarla con un post.it il giorno del loro anniversario. “Gli uomini sono come il pollo: consumateli subito o buttateli via alle prime avvisaglie”: questa diventa la nuova filosofia di vita di un’indurita Valeria, che prende e lascia gli uomini e non vuole più legarsi a nessuno per non soffrire ancora. Perciò non dà alcuna possibilità di un rapporto stabile ai suoi occasionali partner, che abbandona senza pietà dopo l’incontro di una notte, senza salutarli, semplicemente cancellandoli dalla rubrica telefonica e bloccando il loro numero. Situazione solo apparentemente paradossale, perché rispecchia perfettamente la crudele leggerezza di tante storie “prive di storia” della società odierna “mordi e fuggi”. E in fondo esito inevitabile per le donne che  all’amore non credono più e vogliono farla pagare ai loro partner.

Vengono in mente gli strali di quelle che ce l’hanno con gli uomini a prescindere (movimento Me Too compreso). Viviamo in un mondo di giovani adulti dove la vita di coppia è diventata in effetti sempre più difficile, anche perché non sembrano esistere più né un modello femminile, né uno maschile, quasi che la comprensione tra le due alterità sia diventata impossibile. Tanto che Valeria, carismatica allenatrice di una squadra di pallavolo femminile, si preoccupa di trasmettere la sua impietosa e scettica visione dell’amore anche alle sue giovanissime giocatrici. Alle sue ragazze suggerisce,  per evitare di rimanere deluse, di difendersi dai loro fidanzatini fuggendo per prime quando si sentono trascurate.

Ma anche se sembra che vivendo così Valeria abbia tutto sotto controllo, accade l’imprevisto. Marco, il suo ex, che vergognosamente l’ha abbandonata e ferita al punto da farla rinchiudere in quella corazza con cui tenta di difendersi da delusioni future, in modo inaspettato ritorna da lei. La protagonista se lo ritrova in casa reduce inconsapevole da un incidente stradale. E nelle sue stanze sviene, costringendola a portarlo in ospedale. La diagnosi dei medici è sconvolgente: parziale amnesia. L’uomo infatti ha perso la memoria dell’ultimo anno (proprio quello terribile della rottura tra i due) e quindi crede di essere ancora fidanzato e convivente con Valeria. Non può certo subire traumi ulteriori e quindi l’ex fidanzata si ritrova costretta dai medici ad accudirlo come se nulla fosse accaduto, fingendo di essere ancora la sua compagna.

Alla giovane donna si presenta dunque un’occasione ghiotta per una tardiva ma meritata vendetta: questa volta, appena Marco starà meglio, a lasciarlo sarà lei, tanto per pareggiare i conti. Ma non è tutto così semplice, perché in realtà il ritorno dell’uomo che lei amava costringe ambedue ad interrogarsi su antiche e nuove difficoltà, desideri inespressi e paure inconfessate, che hanno logorato il loro rapporto. Insomma si trovano davanti ad un’occasione inattesa per capire che cosa non andava tra di loro, per intravedere come avrebbero potuto cambiare cercando di comprendere il punto di vista l’uno dell’altro. E mentre Valeria e Marco riflettono e si aprono con una sincerità mai sperimentata prima, anche noi sorridiamo e pensiamo ai nostri vissuti, scorgendo come loro la possibilità di ricostruire un rapporto che pur ci fa o ci ha fatto soffrire.

Perché l’amore che resiste, che non “va in blackout” ci affascina sempre, ha l’ampiezza e la profondità del destino di una vita. E allora le parole sofferte ma coraggiose di Valeria hanno un senso. ”In amore come in guerra si vince o si perde sempre in due”, commenta quando rinuncia alla sua rivincita, superando la sterile logica del conflitto. Il finale imprevisto non appare per niente political correct, ma ben si inserisce nell’alternanza di commedia e dramma del film anticonvezionale di Francesca Marino. In realtà della “guerra dei sessi” dei nostri tempi ne abbiamo abbastanza e ci piace che una storia moderna come questa, in tempi di social e revenge porn, abbia il coraggio di aprire orizzonti di crescita, armonia e possibilità di amori fecondi. Per questo vale la pena di vedere Blackout Love, per sorridere pensando. Malgrado il film sia passato un po’ sotto silenzio e la critica non abbia sempre colto appieno la sua capacità di uscire dai soliti schemi.