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Induismo

Una brutta notizia per i cristiani indiani

Il permesso ai dipendenti pubblici di aderire all’RSS che sostiene l’Hindutva fa temere ulteriori attacchi e discriminazioni

 

Il Rashtriya Swayanevak Sangh (RSS) è un gruppo paramilitare indiano di estrema destra che aderisce all’ideologia Hindutva, l’estremismo indù, e incita all’intolleranza nei confronti delle minoranze religiose. Sostiene il Bharatiya Janata Party (BJP), il partito di governo dal 2014, il cui leader è il primo ministro Narendra Modi. Finora una serie di disposizioni emanate nel corso degli anni proibivano ai dipendenti pubblici di aderire all’RSS. Una direttiva del 1966 redatta dal governo di Indira Ghandi prevedeva: “qualsiasi dipendente pubblico che sia membro o sia in qualche modo associato alle suddette organizzazioni o alle loro attività è passabile di azione disciplinare”. Le organizzazioni in questione sono appunto l’RSS e il Jamat-e-Islami, una associazione legata ai Fratelli Musulmani. Altre direttive del 1970 e del 1980 hanno ribadito il divieto. Il governo Modi, che ha ripreso i lavori dopo la recente vittoria elettorale del BJP, ha revocato il divieto relativamente all’RSS, mentre lo ha mantenuto per il Jamat-e-Islami. A diffondere la notizia sono stati Jairam Ramesh e Pawan Khera, due membri del Congress Party, il partito all’opposizione. Sunil Ambekar, capo della comunicazione dell’RSS, si è rallegrato e ha lodato l’iniziativa del governo. L’agenzia di stampa AsiaNews ha riportato una sua dichiarazione: “a causa di interessi politici all’epoca il governo aveva senza fondamento impedito ai dipendenti statali di partecipare alle attività di un'organizzazione costruttiva come il Sangh. L'attuale decisione del governo si dimostra adeguata e rafforza il sistema democratico dell'India”. Dei membri del partito di governo, interpellati, hanno detto che il divieto era incostituzionale. La vittoria non schiacciante conseguita alle ultime elezioni può aver indotto il premier Modi a rimuovere il divieto per compiacere l’RSS. Dal punto di vista delle minoranze religiose si tratta decisamente di una cattiva notizia perché il permesso di partecipare a un gruppo paramilitare ostile suona come un ulteriore avvallo e riconoscimento all’organizzazione e all’ideologia intollerante che sostiene. L’estremismo indù è all’origine della maggior parte degli episodi di violenza e discriminazione subiti dai cristiani che pongono l’India tra i paesi in cui i cristiani sono più duramente perseguitati.