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GEORGE SOROS

Un premio al Nuovo ordine mondiale

Una giuria altamente qualificata, omposta da giornalisti “d’assalto” ha conferito a Udine il Premio Terzani 2013 a George Soros, per il suo libro ”La crisi globale e l'instabilità finanziaria europea". Un riconoscimento meritato?

Economia 14_05_2013
Soros

Una giuria altamente qualificata – composta, tra gli altri, da giornalisti “d’assalto” e rigorosamente di sinistra, come Milena Gabanelli e Toni Capuozzo – ha conferito nei giorni scorsi a Udine, il Premio Terzani 2013 a George Soros, per il suo libro ”La crisi globale e l'instabilità finanziaria europea.

Dice la motivazione: “Gli articoli raccolti nel suo ultimo libro, ‘La crisi globale’, scardinano il pensiero economico prevalente e sostengono la necessità di una diversa organizzazione della finanza internazionale. Soros invita a considerare il mercato non un fine, ma piuttosto un mezzo per assicurare un equo benessere al maggior numero di persone possibile, in un quadro di garanzie democratiche. Fa appello alla classe dirigente europea affinché si assuma la responsabilità di ricercare soluzioni condivise che affrontino non solo la riduzione dei debiti, ma anche la crisi valutaria, quella bancaria e il rilancio dell’economia nel rispetto di una più equa redistribuzione delle risorse. Nell’assegnare il Premio a George Soros la giuria intende riconoscere valore alla straordinaria esperienza di un attore economico atipico e contemporaneamente offrire al pubblico una eccezionale occasione di conoscenza, nello spirito di Tiziano Terzani”.

Aggiunge, infine, la giuria del Premio: “La sua analisi è persuasiva e autorevole, forgiata in anni di esperienza come manager di fondi e sostenitore dell’integrazione europea. La sua preoccupazione per il futuro dell’Eurozona è palpabile, oggi che i mercati mettono alla prova le banche e i processi politici europei, portandoli sull’orlo del tracollo come mai prima era accaduto – né era stato previsto – fin dalla nascita della Comunità Europea”.

George Soros nasce in Ungheria nel 1930 ed emigra in Inghilterra nel 1947, dove si laurea alla London School of Economics, per poi trasferirsi negli Stati Uniti nel 1956. “Sono un uomo di Stato senza Stato. Nel realismo della geopolitica, ormai gli Stati sono fatti solo di interessi e non di principi. Io allora sono un capo con solo i principi e senza interessi”: così dice di se stesso Soros. Quanto agli interessi, Soros prima dà vita al Soros Fund Management e, poi, nel 1970, al Quantum Fund, attraverso il quale, nel 1992, vende allo scoperto circa dieci miliardi di dollari in sterline, con la conseguenza che la Banca d’Inghilterra deve far uscire la propria moneta dallo SME.

Nello stesso anno realizza un attacco speculativo senza precedenti nei confronti della lira, che porta alla svalutazione del 30%. Incassa, con queste due operazioni, oltre un miliardo di dollari attraverso le speculazioni finanziarie.
È considerata la settima persona più ricca d’America, con un patrimonio personale che sembra superi i 35 miliardi di dollari. Il suo Open Society Institute è presente in oltre 60 paesi. Lo scopo è quello di creare delle società aperte, caratterizzate, dice la propaganda, dalla fiducia nell'esercizio del diritto, dall'esistenza di un governo democraticamente eletto, da una società civile diversificata, dal rispetto delle minoranze e da un'economia di libero mercato.
Sono in molti a sostenere che egli abbia finanziato per anni organizzazioni come Radio Free Europe, Charta 77 in Cecoslovacchia e Solidarnosc in Polonia, oltre ad avere avuto un ruolo attivo nel processo di trasformazione di molti paesi dell’est europeo (Georgia,2003; Ucraina, 2004; Kirghizistan, 2005), insieme ad altri tentativi di destabilizzazione (Bielorussia,2006; Azerbaigian, 2005; Libano, 2005; Iran, 2009).

Il 4 settembre del 2011, Soros rilascia un’intervista a una televisione spagnola. Afferma: “È necessario portare la Cina nella creazione del Nuovo Ordine Mondiale, che è il Nuovo Ordine Finanziario. Attualmente, la Cina segue la corrente, ma non fa parte della contribuzione. La sua quota e i suoi diritti al voto non sono proporzionali al suo peso. Credo ci sia bisogno di un Nuovo Ordine Mondiale, dove la Cina deve far parte del processo di creazione e deve appoggiarlo”. Nell’intervista, Soros auspica “un declino controllato del dollaro” e aggiunge: “la Cina emergerà come ‘motore’, andando a sostituire i consumatori americani. Questo è l’adeguamento che dev’essere compiuto”.

Nel gennaio del 2012, interviene sulle azioni del movimento Occupy Wall Street: “Le proteste – afferma - diventeranno ingestibili se l’economia americana continuerà a peggiorare. Si andrà verso la rivolta civile. Gli Stati Uniti si devono preparare a un’insurrezione sociale violenta nelle strade. Per le autorità sarà una scusa per utilizzare tattiche repressive molto dure, che rischiano di creare un sistema politico repressivo, una società dove le libertà individuali saranno soggette a vincoli sempre maggiori.
Siamo in un periodo estremamente critico, un periodo di restrizioni e stenti nel mondo industrializzato, una situazione che minaccia di farci cadere in un decennio di stagnazione. Nel migliore dei casi dobbiamo prepararci alla deflazione. Nel peggiore dei casi al collasso del sistema finanziario”.

A marzo, il bersaglio diventa l’Europa. L’Institute for New Economic Thinking (Inet), un team di economisti guidato da alcuni consulenti del Governo tedesco e da George Soros, dichiara: “Siamo convinti che l’Europa sia un sonnambulo che cammina verso un disastro di proporzioni incalcolabili. Il senso di una crisi senza fine, con una pedina del domino che da un momento all’altro potrebbe cadere su tutte le altre, deve assolutamente essere invertito”.
A luglio 2012, l’affondo di Soros sulla Germania, che – dice un documento dell’istituto newyorchese di ricerca economica Inet (Institute for New Economic Thinking), presieduto da Soros, “rischia una bancarotta se non accetta la monetizzazione del debito da parte della Banca centrale europea”.

Secondo l’INET, la soluzione della crisi passa attraverso il ripristino della fiducia nell’eurozona. I passi da compiere vanno in direzione della stabilizzazione del costo del finanziamento del debito e della riduzione, a medio termine, del livello del debito, diminuendo anche gli squilibri della bilancia dei pagamenti all’interno dell’eurozona.
Cinque le riforme da attuare: unione bancaria, riordino del settore finanziario, un sistema di controllo fiscale, un euro-prestatore di ultima istanza per i Governi che rispettano il ‘fiscal compact’ e un regime di ristrutturazione del debito per gli altri Paesi, in modo da evitare default disordinati.

Insomma, il Nuovo Ordine Mondiale sognato da Soros, muove passi poderosi, assecondato anche dalle decisioni che in seguito alle sue esternazioni, prendono i Governi. Detta le regole e con le sue analisi e con le sue azioni, condiziona le scelte politiche e si propone come “rete” capace di orientare le scelte e le vite delle persone.
Altro che filantropo o intellettuale o attore economico atipico. La logica di George Soros è pericolosa e per molti versi disumana: risponde all’intento che l’economia e la finanza, governate da pochi, esercitino il dominio su molti e alimenta il delirio che solo attraverso l’uso spregiudicato del denaro si possa costruire il futuro. Noi, poveri allocchi, la premiamo pure.