Un piccolo passo al giorno sulla via della misericordia
Chi se n’era accorto che la misericordia è un mare grande, un oceano che tocca tutte le sponde? Antico e Nuovo Testamento, la storia del popolo d’Israele e quella delle singole persone, gli episodi della vita di Gesù e le parabole; tutta l’azione di Dio e tutta la vita di Gesù è storia di misericordia.
Chi se n’era accorto che la misericordia è un mare grande, un oceano che tocca tutte le sponde? Antico e Nuovo Testamento, Genesi e Profeti, la storia del popolo d’Israele e quella delle singole persone, gli episodi della vita di Gesù e le parabole che egli racconta; tutta l’azione di Dio e tutta la vita di Gesù è storia di misericordia.
La misericordia pareva una corrente secondaria, presso la quale ci si poteva fermare per soccorrere un ferito o chiacchierare con un poveretto. Non se ne doveva avere troppa di misericordia perché se no, dove va la giustizia? Dove va a finire la morale? Rischiamo di essere troppo deboli e accondiscendenti con quelli che non si comportano civilmente e compiono il male. Anche i filosofi della saggia antichità erano diffidenti sulla misericordia. Platone la considerava una debolezza e non l’avrebbe ammessa in uno stato ben diretto. Per Aristotele non è una virtù ma un deficit derivante dall’eccesso di affettività, e dev’essere dominata.
E adesso? Adesso scopriamo – come aprissimo ora gli occhi - che la misericordia trabocca da tutte le fontane della Chiesa. L’annuncio di misericordia che papa Francesco propone in mille occasioni e particolarmente nelle catechesi del mercoledì e in quelle mensili del sabato, percorre sentieri e deserti e fiumi e case, dalla Bibbia alla storia in corso. La gente riempie piazza San Pietro per ascoltare il Papa e vederlo che abbraccia malati e bambini: la piazza esprime il cuore e le attese dei cittadini meglio di un referendum.
Francesco va a Lampedusa e a Lesbo per incontrare i profughi, telefona a persone sole e a peccatori, parla con giornalisti e lancia messaggi: si porta in cuore l’intero mondo, senza confini e senza respingimenti. Viene da fare il paragone con i politici immobili o litigiosi, parolai o giustizieri; incapaci di reagire di fronte ai cristiani martiri e, rispetto al dramma dei profughi, senz’altra inventiva che non siano restrizioni e barriere. Seguendo il Papa si può cambiare il mondo, come è cambiato al tempo dei romani per chi seguiva Gesù.
Tutti noi – come il padre della parabola – possiamo imparare ad accogliere il figlio prodigo, senza trincerarci nella giustizia del figlio casalingo. In confessionale, che non è un tribunale di carta vetrata, i preti saranno meno affannati alla conta dei peccati, e più disposti all’accoglienza e perfino alla tenerezza. Nelle famiglie… Guardiamo quel prodigio di colori che è l’esortazione Amoris laetitia. Papa Francesco esalta tutti i livelli dell’amore, ripete la “litania” delle parole d’ordine ‘”permesso”, “grazie”, “scusa”, e invita i coniugi una periodica “contrattazione”, mettendosi a sedere e guardandosi negli occhi, per verificare il loro rapporto e perfino i reciproci servizi.
Dio ci accompagna e ci salva, non col rastrello che raschia l’anima, ma con l’abbraccio che fa sentire amati e apre alla riconoscenza e all’iniziativa verso gli altri. É un cammino, ripete il Papa. Non preoccuparti di compierlo alla perfezione. Inizia la strada e fai un passo al giorno. Anche se fosse un passo avanti e uno indietro. Magari finisce che Lui ti prende in braccio….