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Il caso Fedez

Un omosessuale risponde a Fedez

Fedez attacca Pillon per aver criticato il Ddl Zan. Gli risponde un ragazzo gay affermando che questo Ddl è pericoloso perchè vuole «imporre a molti il silenzio, la censura», quei molti che difendono anche il bene dei bambini.

Gender Watch 03_04_2021

In un messaggio social Fedez attacca il senatore Pillon per aver criticato il Ddl Zan. E, tra le altre cose, afferma che suo figlio gioca con le bambole e se in futuro vorrà mettersi una gonna non ci sarà nulla per di cui preoccuparsi.

Gli risponde un ragazzo omosessuale, Ferdinando Tripodi:

«Caro signor Fedez ,

la pericolosità non si nasconde dietro una bambola in mano ad un bambino, ma all’interno di un decreto legge che vorrebbe imporre a molti il silenzio, la censura.

Un decreto che non condanna le discriminazioni anzi, al contrario, discrimina chi ha ancora oggi il coraggio di difendere quelli che sono i diritti dei bambini.

E fa di peggio, minaccia di punire chi si permette di difendere a voce alta come nel mio caso i diritti dei più piccoli.

Il più importante DIRITTO per esempio, è quello che anche Suo figlio ha: il diritto di avere un padre e una madre!

Bene, con quale autorità ci si permette di stravolgere quello che è il ciclo naturale della vita e ci si permette di obbligare un bambino o una bambina a crescere con due uomini o due donne?

Per non parlare dell’utero in affitto, una mostruosità.

Qualcuno dovrà pur alzare la voce e dire che usare l’utero di una donna come un semplice forno è un abominio.

Ebbene, la legge di cui Lei tanto vorrebbe vedere l’approvazione, non ci permetterebbe più di poter esprimere, di difendere e dire tutto ciò perché potrebbe arrivare qualche giudice e ravvisare nelle mie parole una presunta omofobia o istigazione all’omofobia.

Mi chiedo se prima di fare della retorica Lei si sia preso il tempo di leggerlo quel decreto legge, di informarsi.

Ne dubito fortemente.

Allora La invito, e lo faccio da omosessuale, non da omofobo, la smetta di trattare gli omosessuali come dei deboli da difendere, come delle vittime da tutelare.

Noi siamo persone, uguali agli altri.

È proprio questa normalità che dovrebbe spingerci tutti a non volere leggi che in realtà ci pongono in una situazione “diversa” dal resto del genere umano.

In Italia le leggi in vigore già puniscono chi usa violenza, ingiuria verso qualcun altro.

Basterebbe chiudere un po’ instagram e magari aprire qualche sito di informazione.

Lei per quanto mi riguarda dovrebbe cominciare a farlo.

Che Suo figlio ama giocare con le bambole non è un problema, e se un giorno vorrà mettere lo smalto lo faccia pure. È un Suo diritto.

Ma vede, signor Fedez, i diritti non valgono solo per Suo figlio.

I diritti appartengono a tutti, anche a chi non la pensa nel Suo stesso modo e con coraggio e libertà difende il proprio pensiero.

Ieri, oggi e domani.

Ferdinando Tripodi,
un omosessuale libero».

C’è da aggiungere che i diritti sono sempre connessi al bene oggettivo della persona. Che un maschietto assuma atteggiamenti e scelte proprie delle femminucce non è un bene, perché indica una scissione tra il suo sesso biologico e la percezione di sé a livello psicologico.