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L’INIZIATIVA DI ACS

Un milione di bambini a dire il Rosario. Come chiedeva Padre Pio

Oggi, in oltre 80 Paesi del mondo, Aiuto alla Chiesa che soffre riunisce centinaia di migliaia di bambini a pregare per l’unità e la pace, nonché in ricordo dei sacerdoti uccisi (almeno 17 dall'inizio dell'anno) e rapiti, ringraziando Dio per la loro testimonianza di fede. Perché, come diceva san Pio da Pietrelcina, «se un milione di bambini pregheranno il Rosario, il mondo cambierà».

Ecclesia 18_10_2019

«(Per voi tre) preserverò la vostra Patria dalla prossima guerra mondiale». Così aveva promesso la Madonna ai tre pastorelli di Fatima e così, in effetti, avvenne, con il Portogallo che fu risparmiato dai drammi della seconda guerra mondiale, grazie soprattutto ai meriti attirati sulla nazione lusitana per mezzo delle preghiere e dei sacrifici di Francesco, Giacinta e Lucia.

È in questo stesso spirito che oggi, per iniziativa della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), centinaia di migliaia di bambini si riuniranno in preghiera in oltre 80 Paesi, dal Camerun alle Filippine, dal Paraguay alla Nuova Guinea, per invocare l’aiuto di Dio in un mondo che va allontanandosi da Lui e che è inevitabilmente sempre più diviso. «Un milione di bambini recita il Rosario per l’unità e la pace», questo il titolo dell’iniziativa, che nasce per un episodio avvenuto nel 2005 a Caracas, in Venezuela. Allora un gruppo di bambini stava recitando il Santo Rosario davanti a un’edicola votiva, e alcune donne avvertirono la presenza della Beata Vergine. A una di loro, in particolare, tornò alla memoria una frase profetica di san Pio da Pietrelcina: «Se un milione di bambini pregheranno il Rosario, il mondo cambierà».

Fu così che da quel momento si decise di riunire i bambini da ogni parte del mondo per recitare i misteri della vita di Gesù e Maria, fissando come data annuale il 18 ottobre, festa di San Luca Evangelista. Una scelta che Acs ha fatto non per caso, ricordando la storia dell’infanzia di Gesù trasmessaci dal santo celebrato oggi (che copre tutti i misteri gaudiosi, compresa la nascita del Divin Bambino, raccontata anche da san Matteo), che tra l’altro, secondo una consolidata tradizione, conobbe personalmente la Santissima Vergine, offrendoci uno spaccato dell’interiorità di colei che «serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore».

L’iniziativa di quest’anno, inoltre, come ha scritto il cardinale Mauro Piacenza (presidente di Acs) in un messaggio per la solennità dell’Assunta, si allaccia al Mese missionario straordinario indetto da papa Francesco per l’ottobre 2019. Il fine, scrive monsignor Piacenza, è «infervorare nuovamente il cuore della Chiesa con la preghiera dei bambini e colmarlo di amore missionario». Da qui il rinnovato invito a genitori, nonni, insegnanti, catechisti ed educatori vari a far pregare insieme i bambini e far sì che questo impegno non interessi solo il 18 ottobre ma tutti i giorni dell’anno, nella consapevolezza della potenza dei piccoli che pregano secondo il cuore di Dio. Una potenza che colpisce gli stessi adulti, come confermano le testimonianze ricevute in questi anni da Acs, che spiega come «gli stessi animatori dei bambini sono rimasti colpiti dalla grazia della loro preghiera e hanno incominciato a rendere la recita del Rosario una pratica quotidiana nella loro vita».

La fondazione pontificia ha preparato una guida per la preghiera in 29 lingue, con incluso un atto di consacrazione dei bambini e delle loro famiglie alla Madre celeste. Mentre il Rosario del 2018 era stato dedicato ad Asia Bibi, poi liberata dopo nove anni di ingiusta prigionia, quello di oggi è pensato anche in ricordo dei molti sacerdoti uccisi nel mondo (almeno 17 dall’inizio del 2019) - per ringraziare Dio della loro testimonianza di fede - nonché per i sacerdoti rapiti, come padre Pier Luigi Maccalli, sequestrato in Niger il 17 settembre di un anno fa.

DAI DUE PADRE PIO ALL’ARMATA BIANCA

Questa bella iniziativa, che richiama l’importanza di vivere fin da bambini la chiamata battesimale, ci offre lo spunto per ricordare un’opera intimamente legata al carisma di Fatima e nata negli anni Settanta grazie al lascito spirituale di due anime predilette, il già ricordato padre Pio (1887-1968) e un sacerdote omonimo ma meno famoso del santo da Pietrelcina: il venerabile padre Pio Dellepiane (1904-1976), appartenente all’Ordine dei Minimi, che aveva conosciuto il frate con le stimmate confessandosi da lui a San Giovanni Rotondo. L’opera in questione è l’Armata Bianca della Madonna, un’associazione ecclesiale che ha come sua missione specifica proprio quella di far pregare i bambini e consacrarli a Dio per le mani della Vergine, in vista del Regno dei Cieli.

Si chiama Armata perché padre Pio chiamava il rosario «la mia arma» e Bianca perché è il colore dell’innocenza. Ma come nacque? Attraverso l’impegno di un terzo sacerdote, padre Andrea D’Ascanio, che alla morte di padre Pio, di cui era figlio spirituale, si sentiva, all’età di 33 anni, come un giovane orfano. Fu proprio vegliando sulla salma del santo da Pietrelcina, la notte del 24 settembre 1968, che padre Andrea incontrò per la prima volta l’altro padre Pio, il Dellepiane, rimanendo colpito da quell’anziano ed esile religioso, umilissimo e dallo sguardo limpido: «[…] Quando mi disse il suo nome – scrive padre Andrea – mi ricordai che mi avevano parlato di lui e ricordai il giudizio che Padre Pio da Pietrelcina ne aveva dato: “Padre Pio Dellepiane? No, Padre Pio… delle vette!”. Solo dopo capii che in quella notte Padre Pio mi aveva fatto l’ultimo dono, il più grande, non lasciandomi orfano ma affidando la mia anima ad un altro Padre Pio […]».

Nel luglio 1972, dopo altri incontri, padre Pio Dellepiane portò con sé padre Andrea d’Ascanio a Fatima e gli chiese di celebrare due Sante Messe speciali, una sulla tomba del piccolo Francesco e l’altra su quella della sorellina Giacinta Marto. Il seguente 11 febbraio, anniversario della Vergine di Lourdes, padre Andrea formò a Taranto il primo nido di preghiera dell’Armata Bianca (ne seguiranno molti altri), il cui atto di nascita era stato comunque sancito con le Messe sulle reliquie dei due pastorelli, che si erano abbandonati con fiducia alla volontà di Dio. Convinto che «i sacerdoti devono far pregare i bambini» e che ciò fosse quantomai «urgente e necessario», padre Pio Dellepiane fece quindi di padre Andrea il depositario di quell’altissima missione, nel solco di padre Pio da Pietrelcina che aveva detto più volte che «i bambini salveranno il mondo».

Il primo passo è che ognuno si impegni a trasmettere loro l’amore di Dio.