Un incoraggiante esempio di collaborazione in Pakistan
Autorevoli personalità cristiane e musulmane hanno partecipato a un incontro organizzato per parlare della sicurezza dei minori
Uniti nella condanna e nel dolore e mossi dalla necessità di agire con fermezza e sempre maggiore efficacia contro gli abusi sui minori, a prescindere dalla fede e dall’etnia di appartenenza, in Pakistan diversi leader religiosi cristiani e musulmani hanno partecipato il 9 novembre a un incontro organizzato in seguito al caso della piccola Minahil, la bambina di soli sei anni che il 31 ottobre è stata vittima di violenza sessuale da parte di Muhammad Hassam, un dipendente dell’istituto scolastico da lei frequentato, la Asan School System di Faisal Town. Minahil è cristiana, l’uomo che l’ha violentata è musulmano. I convenuti hanno voluto dare alle rispettive comunità un esempio di dialogo e rispetto reciproco. Il frate francescano Lazar Aslam ha presieduto l’incontro durante il quale hanno preso la parola relatori di spicco tra i quali due avvocati, Kashif Nemat e Mishal Shamas, maulana Asim Makhdoom, noto studioso islamico, il mufti Syed Ashiq Hussain e il giudice Allama Qari Khalid Mahmood. “Siamo al fianco della famiglia della vittima – ha detto l’autorevole giureconsulto Syed Ashiq Hussain – e vi assicuro il nostro pieno sostegno in questo caso; il colpevole deve essere trattato secondo la legge”. Consapevole del fatto che le forze di sicurezza non sempre si mostrano abbastanza solerti, specie quando le vittime appartengono a minoranze religiose ed etniche, “né l’esercito né la polizia – ha detto – vogliono che le ragazze vengano sfruttate o abusate”. La piccola Minahil – ha concluso – “è figlia della nazione”, i bambini delle minoranze “non devono essere maltrattati o abusati”. Padre Lazar ha espresso la sua gratitudine a tutti i partecipanti. “Collaborando – ha detto – possiamo creare un mondo più sicuro e compassionevole per tutti i bambini”. Una delegazione in rappresentanza di entrambe le religioni ha poi fatto visita alla bambina per assicurare alla sua famiglia pieno sostegno e l’impegno a far sì che la giustizia segua il suo corso. Muhammad Hassan, grazie alla pronta risposta delle forze dell’ordine, è stato arrestato e si trova attualmente in stato di custodia cautelare.