Un altro stato indiano vuole adottare una legge anticonversione
L’entrata in vigore nell’Arunachal Pradesh della norma, che era stata approvata nel 1978 ma non era mai stata applicata, sarà discussa a marzo

In India un altro stato della federazione, l’Arunachal Pradesh, si potrebbe presto aggiungere agli 11 che già hanno adottato una legge anticonversione. Si tratta di leggi che proibiscono di indurre qualcuno a convertirsi usando l’inganno o la forza. Di per sé giuste, nei fatti vengono usate dai nazionalisti indù per perseguitare le minoranze religiose e difatti, nel caso dei cristiani, le denuncie si rivelano praticamente sempre infondate. La legge nell’Arunachal Pradesh esisteva già, approvata nel 1978, ma non è mai entrata in vigore. Adesso il primo ministro dello stato, Pema Khandu, che è un esponente del partito nazionalista al governo, il Bjp, ha deciso di renderla esecutiva. Se ne discuterà il prossimo 6 marzo in ottemperanza alla sentenza dello scorso settembre dell’Alta Corte dello stato che, recependo una istanza presentata da un avvocato, ha disposto che il governo prenda una decisione in merito entro sei mesi. In vista di ciò l’Arunachal Christian Forum si è attivato. Agli argomenti del primo ministro secondo cui la legge non è contro le minoranze religiose ma si propone di salvaguardare le fedi indigene, contrappone i fatti e sostiene che la legge è “palesemente antri cristiana” e ne chiede il ritiro. Se non succederà, ha fatto sapere, si farà promotore di manifestazioni di protesta e intanto ha annunciato una grande manifestazione davanti all’Assemblea nazionale il 6 marzo, quando l’entrata in vigore della legge verrà discussa. “Sebbene nel suo titolo parli di libertà – spiega Tarh Miri, il presidente dell’Arunachal Christian Forum – è stata concepita per limitare la possibilità di praticare la propria religione”. Nell’Arunachal Pradesh i cristiani costituiscono il 30,26% della popolazione stando all’ultimo censimento che però risale al 2011.