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anniversario

Un altare per due: il messaggio del Papa sui coniugi Martin

Dieci anni dopo la canonizzazione della «coppia santa di Alençon», Leone XIV scrive al vescovo di Séez: «questa vita in apparenza “comune” era abitata dalla presenza a dir poco “straordinaria” di Dio».

Borgo Pio 21_10_2025

Ci sono coppie che celebrano l'anniversario di matrimonio e altre che celebrano quello di canonizzazione: è il caso di Louis e Zélie Martin, santi e genitori di una santa, Teresa di Lisieux. Sono i primi coniugi elevati insieme agli altari, dapprima con la beatificazione ad Alençon il 19 ottobre 2008 e poi con la canonizzazione celebrata in San Pietro da papa Francesco il 18 ottobre 2015. Dieci anni dopo Leone XIV ricorda il singolare evento con una lettera a mons. Bruno Feillet, vescovo di Séez (la diocesi francese che comprende Alençon). Il messaggio papale, reso noto sabato dalla Sala Stampa vaticana, è datato 1° ottobre, memoria liturgica di Teresa, la più celebre figlia della «coppia santa di Alençon».

«Prima coppia a essere stata canonizzata come tale, questo evento riveste una particolare importanza poiché mette in risalto il matrimonio come cammino di santità», sottolinea il Papa, citando le parole del card. Saraiva Martin durante la beatificazione: «Louis e Zélie hanno compreso che potevano santificarsi non malgrado il matrimonio, bensì attraversonel e con il matrimonio, e che le loro nozze dovevano essere considerate come il punto di partenza di un’ascesa a due». Un'ascesa realizzata nella normalità (e tra le difficoltà) di una vita quotidiana comune a molte famiglie «tanto care al cuore di Dio ma talvolta anche tanto fragili e provate» che anche con l'aiuto dei due santi possono «trovare in loro, in ogni circostanza, il sostegno e le grazie necessarie per proseguire il cammino». Ma non di sola routine vive l'uomo: «questa vita in apparenza “comune” era abitata dalla presenza a dir poco “straordinaria” di Dio, che ne era il centro assoluto. “Dio al primo posto” è il motto sul quale hanno costruito la loro intera esistenza».

Attraverso i coniugi Martin la Chiesa presenta «un modello di fedeltà e di attenzione all’altro, un modello di fervore e di perseveranza nella fede, di educazione cristiana dei figli, di generosità nell’esercizio della carità e della giustizia sociale; un modello anche di fiducia nella prova...»; un modello che «testimonia l’ineffabile felicità e la gioia profonda che Dio concede, già qui sulla terra e per l’eternità, a coloro che si impegnano su questo cammino di fedeltà e di fecondità». Un modello, però, decisamente controcorrente: «In questi tempi difficili e confusi, nei quali ai giovani vengono presentati tanti contro-modelli di unioni, spesso passeggere, individualiste ed egoistiche, dai frutti amari e deludenti, la famiglia così come l’ha voluta il Creatore potrebbe sembrare superata e noiosa. Louis e Zélie Martin testimoniano che non è così: sono stati felici — profondamente felici! — nel dare la vita, nell’irradiare e trasmettere la fede, nel vedere i propri figli crescere e sbocciare sotto lo sguardo del Signore».