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Zan

Ue, divieto delle terapie riparative

Alessandro Zan è riuscito ad emendare una direttiva del Parlamento europeo volta a vietare le terapie riparative. 

Gender Watch 14_05_2025

Ieri la Commissione Libe del Parlamento Europeo ha votato due emendamenti alla direttiva UE sull’abuso di minori, emendamenti a firma del piddino Alessandro Zan che è anche vicepresidente della stessa commissione Libe.

Il primo emendamento così viene descritto dal deputato Zan: «Per la prima volta in un testo legislativo europeo compare la definizione di 'pratiche di conversione', cioè di quei trattamenti - spesso imposti a minori - che mirano a modificare l'orientamento sessuale o l'identità di genere di una persona contro la sua volontà. Si tratta di pratiche violente, lesive della dignità umana e dannose, come riconosciuto da Onu e World Medical Association. In Italia, così come in altri Paesi dell'Ue, non sono ancora vietate. Grazie all'emendamento, l'Europa potrà avvalersi di un precedente per agire in materia penale in questo campo».

Pura mistificazione. Non serve una direttiva europea per vietare pratiche terapeutiche non volute dal diretto interessato, perché ogni paese europeo ha già una sua disciplina normativa che vieta qualsiasi trattamento terapeutico senza consenso del paziente (a parte i trattamenti sanitari obbligatori). Ciò che si vuole invece vietare sono quegli accompagnamenti psicologici voluti dai diretti interessati e mirati a farli uscire dalla condizione di omosessualità o dal disagio legato alla sfera dell’identità sessuale. Il divieto, presente in alcuni paesi occidentali, mina alla radice la libertà delle persone che si vedono costrette a vivere condizioni non volute e attenta, oltre alla libertà professionale, anche alla libertà religiosa perché non di rado il divieto delle terapie riparative si allarga fino a vietare qualsiasi aiuto anche di carattere spirituale. L’unica strada voluta da Zan è rappresentata dalle terapie affermative: ogni impulso sperimentato dalla persona, anche contro la sua volontà, deve essere assecondato.

Zan esplicita anche il contenuto del secondo emendamento: «Se un minore viene abusato per motivi discriminatori [legati all’orientamento sessuale] è prevista un'aggravante». A rigore allora dovrebbe essere prevista un’aggravante a tutela delle infinite categorie socialmente fragili: gli anziani, le persone disabili, i tossicodipendenti, i disoccupati, le persone obese, etc. Non prevederlo, questo sì che sarebbe discriminatorio.

La direttiva emendata dovrà essere votata dal Parlamento europeo in plenaria a giugno.